Ad Ostia Roberti è profeta in patria: “Siamo un grande gruppo, qui per dimostrare che qualcuno si è sbagliato..”

Ad Ostia Roberti è profeta in patria: “Siamo un grande gruppo, qui per dimostrare che qualcuno si è sbagliato..”

Roberti mod

Di Alessandro Bastianelli.

L’Ostiamare ha ripreso a vincere e convincere, con lo zampino di chi indossa la casacca più pesante.

Fabrizio Roberti, che la 9 la veste anche a letto, sta trascinando la sua Ostiamare in questo periodo fortunato e convincente. Da ostiense, per la sua città, Roberti ha aiutato la squadra nelle ultime uscite con tre reti in cinque giorni, fra Lanusei e Trastevere, con una quarta annullata in maniera surreale:

«La rete contro il Lanusei mi è rimasta qui, avremmo chiuso la partita molto prima ed è stato un torto incomprensibile – incalza Roberti, intervistato dalla nostra redazione.

Mi fa piacere aiutare la squadra con i miei gol, stiamo vivendo un bel momento».

Se il gol ce l’hai nel sangue, diventa anche difficile soffrire quando colpisci la tua ex squadra, come domenica a Trastevere:

«Per un attaccante i gol non hanno colore o sentimenti: è il mio mestiere e devo farlo anche in uno stadio che mi ha dato tanto come quello del Trastevere, domenica contava solo la vittoria».

Roberti traccia anche un piccolo bilancio della stagione dei biancoviola, saldi a metà classifica a 23 punti:

«L’importante è tenerci ben lontano dalla zona rossa e sviluppare una mentalità vincente. Ci stiamo riuscendo a tratti, abbiamo avuto qualche problema nelle ultime settimane ma è acqua passata.

Dobbiamo sempre stare con i piedi per terra: non abbiamo particolari individualità e se si perde qualche pezzetino, crolla l’impalcatura – prosegue Roberti.

Lo spogliatoio è molto unito, faccio l’esempio di Davide Barrago, un grande uomo prima che un grande portiere: viene penalizzato dalla regola degli under, ma quando è in panchina è il primo ad urlare ed esultare ai nostri gol.

Adesso ci siamo messi sulla strada giusta, la squadra gira bene e stiamo rispettando la nostra tabella di marcia. Abbiamo il dovere di puntare sempre in alto, anche se il nostro obiettivo è una salvezza tranquilla».

Dalla squadra al singolo, analizziamo anche il momento del veloce attaccante biancoviola: arrivato a dicembre del 2016, Roberti ha già siglato 19 reti in un anno di campionato, 9 soltanto quest’anno, senza la compagnia di Vano (emigrato all’Arzachena) ma con l’aiuto del solito Attili e di quel Proietti con cui, tre anni fa, vinse il campionato di Eccellenza a Trastevere.

Tutte e tre insieme, le frecce biancoviola, potrebbero coesistere?

«Beh se lo chiedi a me, che faccio l’attaccante, sai benissimo in anticipo la risposta – scherza Robertiio, Vittorio e Marco abbiamo anche giocato insieme in alcune partite, e non escludo che ricapiterà, ma è chiaro che ci sono degli equilibri da rispettare e su questo aspetto mister Greco sa scegliere meglio di chiunque altro».

In conclusione, Roberti ci parla del suo primo anno ad Ostia, dove si sta affermando dopo un periodo un po’ sfortunato, coincidente con la sua avventura nei pro fra Latina e Lupa Castelli:

«Ostia è un luogo perfetto dove giocare a calcio, la società è organizzata, l’ambiente sereno e qui mi sono rilanciato dopo un periodo no. E’ chiaro che tutti noi calciatori vogliamo puntare in alto, e nel mio caso tornare professionista, ma qui sto davvero bene e mi concentro solo sul mio lavoro.

Personalmente, quando sono arrivato, volevo dimostrare a tutti che le valutazioni fatte sul mio conto alla Lupa erano sbagliate – sottolinea Roberti – ma a volte serve cadere per rialzarsi e volare ancora più in alto, la chiamano “gavetta”: a Latina ho imparato tanto allenandomi con gente importante che ha giocato ad alti livelli.

Nel frattempo mi godo questo momento e cerco di migliorare con la squadra»
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