Alessandri e la voglia di tornare: “Il calcio mi manca, ma aspetto la chiamata giusta”

Alessandri e la voglia di tornare: “Il calcio mi manca, ma aspetto la chiamata giusta”

A cura di Matteo Lanzi

Tra i tanti dirigenti senza una scrivania sparsi per la nostra regione non può non spiccare il nome di Francesco Alessandri, giovane direttore ma con le spalle già belle larghe, strutturatesi durante i suoi trascorsi nei dilettanti ma anche nei professionisti. Stare lontano dai campi non è facile ma non ci si può mai fermare, altrimenti si rischia di farsi trovare impreparati quando l’occasione busserà alle porte. Nel frattempo il diktat è solo uno: studio, studio, studio.

Direttore, come la stai vivendo questa lontananza dai campi?

Se dovessi dire che è semplice mentirei, è chiaro. Mi manca essere protagonista facendo quello che è la mia passione, ma questi momenti possono essere utili: servono a studiare, imparare, formarsi. Insomma, farsi trovar pronti per la prossima chiamata“.

Vai a vedere qualche partita?

Qualche? Solo questa stagione ho visto partite di Serie C, Serie D, Eccellenza e qualcosa di Promozione, sulla quale mi tengo comunque molto aggiornato. Mi manca la Prima Categoria, per ora (ride, ndr)“.

Colgo l’occasione, allora, per chiederti qualche parere. Partiamo dalla Serie D: come se la stanno cavando le laziali?

Nel girone F il Real Monterotondo ha centrato domenica scorsa una vittoria importante per prendere ossigeno e ritirarsi su in classifica, ma non sarà semplice uscire dalle zone calde. Nello stesso gruppo vedo meglio la Tivoli, che si sta allontanando dalla zona play-out grazie anche al grande lavoro del direttore Battisti, rispetto al Sora, squadra coriacea ma che rischia di farsi risucchiare. Nel girone G mi aspettavo qualcosa in più dall’Ostiamare, che è comunque vicina ai play-off, e dalla Cynthialbalonga, la quale però può contare sulla guida esperta di Mariotti, mentre un plauso va fatto al grande cammino della Romana, dove è ancora evidente la qualità del lavoro svolto dall’ex direttore Moroncelli, ed al Cassino di Carcione. La Boreale non merita la classifica che ha e sono sicuro che migliorerà la sua posizione da qua alla fine, l’Anzio alterna buone vittorie a stop inattesi, il Trastevere con grande forza sta uscendo da un momento complicato“.

E’ evidente che con la Serie D sei preparato. Passiamo all’Eccellenza: ieri hai visto la finale di Coppa Italia?

L’ho seguita in streaming“.

Vittoria meritata del Terracina?

Le finali raramente sono spettacolari, la tensione spesso la fa da padrone. Penso che nel primo tempo l’Unipomezia abbia messo in campo più qualità, mentre nel secondo e poi nei supplementari è uscito fuori il valore dei singoli del Terracina, Carlini e Camara su tutti“.

Del campionato invece che pensi?

Il girone A è molto avvincente, come non avveniva da anni. Sarà bagarre fino al termine tra Montespaccato, Pomezia, W3 Maccarese e SSA Rieti, con quest’ultima che secondo me alla fine la spunterà. Nel girone B un plauso va fatto al Certosa, ma credo che saranno Terracina e Unipomezia a giocarsela fino all’ultimo“.

Sulla Promozione mi soffermo su una squadra: il tuo Monterotondo.

Io sono di Monterotondo, sono legatissimo a questi colori: posso dire di esserne tifoso, oltre che grande amico del Presidente Paolo Malizia. E’ una piazza importante, rappresentata oggi da una squadra forte che se la giocherà con il Rieti fino all’ultimo per il salto in Eccellenza. Allenata, tra l’altro, da un tecnico preparato e pluridecorato in questa categoria come Cristiano Di Loreto, il quale ha raccolto la pesante eredità di Attilio Gregori e, nonostante qualche difficoltà iniziale, sta conducendo la nave in porto. Tra poche giornate ci sarà lo scontro diretto a Monterotondo e sono sicuro che il pubblico farà la sua parte“.

A Monterotondo hai passato 8 anni intensi: è stata l’esperienza più importante della tua carriera?

E’ stato un percorso che fa parte del mio cuore, anche perché vivevo un’ambiente profondamente familiare, ma non vorrei dimenticare le esperienze a Fondi in Serie D o come osservatore del Parma nei professionisti. Sicuramente negli anni a Monterotondo avevamo creato una delle realtà più belle del panorama laziale“.

La tua ultima avventura è stata invece a Riano: che ricordi ti porti dietro?

Un ricordo bellissimo: ho conosciuto persone splendide che investono tempo e denaro in maniera importante per fare calcio a Riano. Sono ancora in contatto con loro perché è impossibile non farlo quando conosci professionisti di questo spessore. Voglio menzionare anche il tecnico Luca Scrocca, un allenatore preparato e con idee importanti“.

Cosa cerchi nella tua prossima avventura?

Spesso non siamo noi che scegliamo ma veniamo scelti dalle società. L’importante è farsi trovare pronti. Ovviamente anche il ruolo da andare a ricoprire avrà un peso nella mia eventuale decisione: in Eccellenza o in Promozione accetterei principalmente la direzione sportiva, in altri contesti magari si potrebbe parlare anche di altri tipi di collaborazioni. Non mi interessa un progetto in cui si debba vincere subito a tutti i costi: mi intriga l’idea di un progetto giovane, dove costruire una squadra vincente nel giro di 2-3 anni“.

Cosa troverebbe invece chi volesse puntare su Francesco Alessandri?

Passione, tanta passione. Unita ad umiltà e voglia di imparare. Nei professionisti apprendi presto l’arte di saper ascoltare chi è più esperto di te“.

In questi anni il calcio regionale è cambiato tanto. Cosa speri per il futuro?

Spero che la riforma dello sport metta fine ad alcuni tristi scenari che ogni anno si ripetono, come giocatori che non percepiscono i rimborsi promessi o squadre costrette ad emigrare perché non hanno le strutture dove giocare. Mi auguro ci sia un mondo dove i giovani possano dire la loro ma sempre nel rispetto delle idee di chi è più esperto“.

Alessandri aspetta la chiamata giusta. Nel frattempo studia e si prepara. Perché in questo mondo la ruota gira e chi si ferma è perduto. Forse per una stagione, forse per sempre.