ANTONINI PARLA DA LEADER: ” PRONTO A PRENDERMI LE MIE RESPONSABILITA’ “

ANTONINI PARLA DA LEADER: ” PRONTO A PRENDERMI LE MIE RESPONSABILITA’ “

E’ stato uno dei colpi più altisonanti del mercato di Eccellenza,il colpaccio per i tifosi della “Visa”.

Il faro che mancava,l’uomo di qualità incaricato di costruire ed inventare azioni.

Il “Papero”,chiamato cosi da Bruno Conti ai tempi della Roma per il suo giocare rifacendo il verso a paperino, è stato subito responsabilizzato da mister Liberti,e messo al centro di una squadra che delle sue magie si deve cibare.

Una vita sui campi,dalle giovanili della Roma, passando per le Serie C e D, finendo nel massimo campionato regionale e rappresentando un lusso per le squadre che lo hanno.

Uomo spogliatoio, ragazzo simpatico e dotato di una grandissima qualità, frutto del lavoro di tanti anni addietro.

Le esperienze nel calcio non gli sono di certo mancate,tanto che ancora oggi non rinuncia  a togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

 

Dopo la trafila nelle giovanili della Roma in cui sei cresciuto tantissimo, le esperienze con Sora e Viterbese in C prima della D con il Pisoniano.

Quanto sono stati importanti quei primi anni per te?

“Sono stati molto importanti perché è li che cominci a capire i movimenti, è lì che ti insegnano la postura del corpo e molte altre nozioni importanti per un calciatore all’inizio della propria esperienza.

Tutto questo nella Roma, in una società importante, che non mi ha trattato benissimo, anche se devo essere riconoscente a diversi allenatori di quegli anni come Bencivenga che mi ha praticamente insegnato a giocare a calcio”.

Tu sei un giocatore vero.

Lo si vede dalle magie in mezzo al campo, dalla tua grande qualità.

Perché non sei riuscito ad emergere in maniera definitiva e non sei riuscito ad importi a livelli massimi?

“Io ho commesso diversi errori soprattutto perché qualche anno fa, ma anche adesso nonostante sia un po’ cresciutello(ride), mi piaceva divertirmi,uscire e fare feste con gli amici.

Avevo la qualità per fare molto di più, anche se la Roma e molti procuratori non mi hanno dato modo di sbocciare a pieno.

Direi che le colpe vanno spartite a metà tra me e gli altri anche se non ho rimpianti per la carriera svolta, sentendomi orgoglioso di ciò che ho fatto.

Mi è sempre piaciuto giocare a pallone,giocare era il mio unico desiderio”.

Un’altra caratteristica che ti contraddistingue è l’attaccamento alla maglia numero 8.

Un attaccamento che proviene dal cuore…

“Il mio idolo, anche se non gli somiglio tanto, è sempre stato Paul Gascoigne soprattutto fuori dal campo.

Quando dal Tottenham arrivò alla Lazio mi innamorai subito di lui e del suo numero 8.

Tra poco,tra l’altro, me lo tatuerò, non posso giocare senza quel numero sulle spalle”.

Domenica c’è stata la prima uscita stagionale contro la Vis Artena.

Un risultato tutto sommato positivo, una buona prestazione ma per le occasioni avute forse si sarebbero potuti portare a casa i tre punti.

Cosa è mancato secondo te per la vittoria?

“In una prima di campionato può uscire qualsiasi tipo di risultato, il caldo non ci ha nemmeno aiutato, tanto che sia noi che i nostri avversari abbiamo accusato un calo fisico nella ripresa.

Quello che ci è mancato è stato quel pizzico di cattiveria sottoporta anche se sul piano caratteriale in generale siamo stati molto bravi.

Una partita buona,con ottime giocate di cui anche il mister è si è ritenuto soddisfatto.

Continuiamo su questa strada e faremo un buonissimo campionato”.

Mister Liberti ha costruito un’orchestra basata sul tuo talento, sulla tua qualità.

Quanto ti senti importante per la squadra?

“Tanto.

Anche durante l’allenamento vedo che i ragazzi mi chiedono la giocata da fare, il movimento da fare, sento che mi percepiscono come punto di riferimento.

Io mi prendo tutte le mie responsabilità, so quello che devo fare in mezzo al campo,sono contento di quello che mi chiede il mister. 

Escluso io (ride),siamo una squadra giovane ma ho le spalle larghe per aiutare questi ragazzi”.

Domenica il Pomezia, la prima in casa col pubblico amico.

Tutti si aspettano i tre punti, ma quanto sono importanti anche i tifosi per riuscire a fare bottino pieno?

“Io sono sempre stato un tifoso della Lazio, sono sempre stato in curva e ho affrontato diverse trasferte quindi capisco quanto sia necessario l’aiuto del tifoso.

Lo scorso anno, per esempio, giocavo in una squadra che ha strapazzato chiunque ma in tribuna massimo 50 persone guardavano la partita.

Quando la scorsa stagione sono venuto qui da avversario ho invece visto e sentito il calore dei tifosi come non se ne vede in queste categorie e per questo motivo spero siano in tanti tra pochi giorni a sostenerci per conquistare i tre punti”.

Tu sei un ragazzo simpatico, un giocatore che fa gruppo, sei stato il mattatore del ritiro.

Puoi dirci come ti sei trovato, se sei felice della tua scelta e magari raccontarci qualche episodio divertente capitato in questo mese e mezzo?

“Contentissimo di essere venuto qui, ho avuto subito empatia con il mister, con la società, coi tifosi che mi hanno accolto benissimo e per questo li ringrazio.

La mia scelta è stata più che ottima.

Pochi scherzi in realtà, soprattutto perché il mister ci ha fatto lavorare tantissimo ed arrivavamo stanchi la sera.

Qualche presa in giro tra di noi c’è stata ovviamente e tante risate,ci siamo subito trovati bene insieme”.

A fine allenamento spesso vi fermate a battere i calci di punizione e tu non sbagli quasi mai.

Qual è il tuo segreto per i calci piazzati?

“Già da quando giocavo nella Roma mi fermavo sempre a provare le punizioni a fine seduta.

Poi guardavo in tv come le calciava Juninho Pernambucano e con il lavoro sono riuscito a trovare un modo che mi agevola un po’.

Spero che gli attaccanti come Bobo possano prendersi molti falli al limite perché visto che gioco basso, davanti la difesa, è l’unico modo che ho per andare in rete”.

Quale potrebbe essere la posizione in classifica della Semprevisa il 3 maggio 2015?

“Lavorando come stiamo facendo ora, con umiltà, abbiamo la possibilità di fare un ottimo campionato.

Il nostro obbiettivo è conquistare la salvezza con tranquillità per poi toglierci qualche soddisfazione, come per esempio andare a vincere col Colleferro, sfida che qui è molto sentita.

Comunque dobbiamo sempre andare a testa alta su tutti i campi,come domenica e lottare fino all’ultimo senza lasciare nulla al caso”.

A proposito di Colleferro li c’è uno dei tuoi migliori amici, Marco Neri, come affronterai il derby?

“A me dispiace solo per lui perché nei miei anni al “Caslini” non sono stato trattato benissimo nonostante la vittoria della coppa Italia ed il buon campionato.

Già lo scorso anno abbiamo fatto uno scherzetto al Colleferro buttandolo fuori dai play-off.

Io spero di vincere anche con la Semprevisa sia in casa che in trasferta anche perché so quanto è sentito qui a Carpineto il derby.

Voglio fare bottino pieno nelle due sfide e perché no,segnare anche un bel gol”.

 

                                                                                                          Gianmarco Battisti