AUDACI DI NOME E DI FATTO. DOPO IL COLLEFERRO, L’AUDACE SAN VITO EMPOLITANA FERMA PURE IL GAETA

AUDACI DI NOME E DI FATTO. DOPO IL COLLEFERRO, L’AUDACE SAN VITO EMPOLITANA FERMA PURE IL GAETA

 

 

A cura di E. A. Graziano

Ripresa col botto.

La formazione di mister Ferretti dopo il successo casalingo contro il Colleferro, oggi batte di misura il Gaeta e torna a sorridere dopo un periodo di staticità in cui i risultati tardavano ad arrivare, ma in cui il lavoro non mancava di esser compiuto da parte di tutti, società, squadra e non ultimo, allenatore.

“Oggi è stato bissato un successo che non ha nulla a che fare con la casualità – ci spiega il direttore sportivo Guidi raggiunto a fine partita – ma è piuttosto figlio di una formazione tecnico-tattica cercata e trovata.

La squadra sta bene atleticamente e mentalmente e questo è frutto di un lavoro costante e professionale che avrebbe mostrato i suoi frutti nel medio e lungo termine.

Gran parte del lavoro è da ricondurre alla capacità e mentalità del tecnico Ferretti che ha portato tutto il suo bagaglio di esperienze e competenze mettendolo a disposizione di società e squadra”.

Direttore le cosiddette grandi squadre devono cominciare a tremare alla vigilia della sfida contro di voi…

“Beh, i recenti risultati sembrano dire questo!

Quello che emerge alla fine di ogni scontro è la grossa consapevolezza dei ragazzi dei propri mezzi, delle proprie capacità, delle proprie possibilità, nel rispetto dell’avversario con cui siamo chiamati a confrontarci.

La squadra in questo modo scende in campo senza paura, conscia di potersela giocare a viso aperto con chiunque, perché in grado di farlo”.

E questa mentalità è frutto del lavoro di mister Ferretti, mi pare di capire…

“Sì.

E’ merito suo se i ragazzi sono capaci di gestire le proprie capacità tecniche e mentali.

Ed è merito del nostro preparatore atletico se i ragazzi riesco ad accompagnare la testa col fisico e a tradurre tutto in risultati positivi”.

Dalla sua voce traspare un lecito entusiasmo.

E’ lo stesso che si respira nello spogliatoio?

“Entusiasmo è dir poco.

La vittoria sappiamo tutti che nello sport è la panacea di tutti i mali.

Riesce a sanare qualsiasi cosa”.

Gestire un gruppo entusiasta però, è difficile quanto gestirne uno in difficoltà…

“Vero, ma noi abbiamo Ferretti che è il nostro angelo custode; colui che è stato in grado di farsi carico dei momenti difficili e che saprà di sicuro grazie alla sua esperienza, gestire e controllare anche l’entusiasmo dei ragazzi.

Perché vincere aiuta a vincere, ma pur sempre rimanendo coi piedi per terra e sempre nella logica di lungo periodo”.

Direttore quindi il vostro rimane un progetto di lungo termine?

“Sì.

Il nostro era un obiettivo di valorizzazione di un gruppo giovane in cui più dei 3/4 del gruppo sono dei ’97, a cui noi vogliamo dare volto, dignità ed opportunità.

L’arma vincente ad oggi è la costruzione di una mentalità e la coscienza dei propri di questi ragazzi.

Questo per noi rappresenta già un gran risultato”.

Per chiudere direttore, dia un voto ed un aggettivo sia al mister che alla squadra.

“Il mister è un condottiero.

La classica persona che per capacità, personalità ed esperienza è in grado di gestire al 100% qualsiasi situazione.

Come si dice in una nota situazione, “nella buona e nella cattiva sorte”.

La squadra è consapevole.

Forse sarà ripetitivo, ma è ciò che balza all’occhio oltre all’entusiasmo: il combinato disposto di entrambe le caratteristiche fa sì che la squadra mostri tutte le sue 7 bellezze”.

Quindi traducendo in voto direttore diamo un 8 a mister Ferretti e 7 alla squadra?

“Ha colto perfettamente l’essenza.

Il tecnico merita l’8 per averci creduto fin dall’inizio e alla squadra il 7 fa bene per farla volare e farla contemporaneamente rimanere coi piedi per terra”.