BELLINI, TUTTO PER L’OSTIAMARE: “IL NOSTRO SEGRETO È NON ARRENDERCI MAI. IL GOL? UNA LIBERAZIONE.

BELLINI, TUTTO PER L’OSTIAMARE: “IL NOSTRO SEGRETO È NON ARRENDERCI MAI. IL GOL? UNA LIBERAZIONE.

Di Alessandro Bastianelli.

Sei mesi ed un infortunio dopo, Cristian Bellini ha ripreso a correre e sudare per la propria maglia.

Dal biancoceleste di Genzano al biancoviola di Ostia il passo è stato grande. Se non per le ambizioni, quanto meno per il cuore.

Perché Cristian, ostiense di nascita e di fede, questa maglia l’ha affrontata da avversario sino a Luglio, quando la società del Presidente Lardone lo ha ingaggiato riportandolo, in un certo senso, a casa.

Lo splendido gol di domenica scorsa lo inquadra come uno dei centrocampisti più in forma del girone G. In forma sicuramente lo è, come tutta quell’Ostiamare che si ritrova a punteggio pieno dopo tre partite.

Adesso viene una prima prova del nove, una trasferta nello stadio più caldo del girone, a L’Aquila, nella tana dei lupi abruzzesi

Siamo andati a scrutare le sensazioni del mediano biancoviola a poco più di 48 ore dalla gara del Gran Sasso

Cristian, domenica scorsa hai siglato uno dei più bei gol di inizio stagione. 

Cosa hai pensato in quel momento?

«Sicuramente è stata una bella emozione, è stato il mio primo gol con la maglia dell’Ostiamare, immagina che sensazioni posso aver vissuto..

Venivo da un brutto periodo, sono stato fermo molti mesi per un infortunio al crociato e il menisco, segnare in quella maniera è stata una liberazione da tutto il dolore che mi sono portato dietro in questi mesi.

E’ un gol frutto del grande sacrificio che ho affrontato, è stata un’emozione particolare, spero non irripetibile.. (ride ndr)».

È stato un gol importante nell’economia del successo contro il Monterosi.

Hanno deluso i viterbesi oppure questa Ostiamare ha davvero grandi potenzialità?

«Il merito di questa vittoria è tutto nostro, loro hanno grandi qualità e individualità, gente come Pippi e Fanasca può cambiare la partita da un momento all’altro.

Ma tutto ciò noi lo sapevamo, e li abbiamo presi sul pressing, sull’aggressività e sulla rapidità, sapevamo che dovevamo sorprenderli con la grinta, impedire loro di giocare il pallone e mostrare determinazione sulle seconde palle. È andato tutto come avevamo programmato.

Il nostro punto di forza è stato aver utilizzato la testa e seguito il mister nelle sue indicazioni».

A livello personale, stai offrendo un buon rendimento in campionato per corsa e utilità tattica.

Da ostiense, ti senti uno dei leader di questo gruppo?

«Questo non lo so, però posso dirti il mio segreto, che è anche quello di tutta la squadra: non arrendersi mai.

Non accetto, con me stesso, di uscire dal campo se non ho dato tutto. Per i compagni sono disposto a dare l’anima in campo, se poi ci metti quanto questa maglia può contare per me capisci quali sono le motivazioni che mi porto dietro.

All’inizio non è stato facile, perché l’infortunio di Febbraio mi aveva lasciato alcune scorie di paura. Avevo timore a mettere la gamba, a tirare l’allungo, a scattare, ma sto cercando di superare tutto.

Mi sono messo alle spalle i timori dell’infortunio con il carattere, è con la mia voglia di non arrendermi mai che sto colmando le mie paure».

Dove può arrivare questa Ostiamare?

«Posso dirti dove dobbiamo arrivare, e cioè ad una salvezza il più tranquilla e rapida possibile.

L’obiettivo principale ed assoluto è il mantenimento della categoria, una volta raggiunto questo step tutto quel che viene oltre è di guadagnato.

Io credo che se continuiamo su questa falsariga con l’umiltà, l’aggressività e la determinazione di queste prime tre partite, potremo toglierci tante belle soddisfazioni. Ma adesso teniamo i piedi per terra e lo sguardo verso la salvezza».

Di salvezze te ne intendi, ne hai ottenute due consecutive in condizioni difficili con il Cynthia.

Quanto è stata importante l’esperienza di Genzano per la tua carriera?

«A Genzano ho trascorso due stagioni fondamentali per il mio carattere da giocatore.

Abbiamo conquistato due salvezze in condizioni societarie e tecniche difficilissimi, sono esperienze che ti temprano, ti insegnano a dare tutto per l’obiettivo che ti sei posto. Abbiamo convissuto con delle difficoltà che, una volta arrivato in una piazza più grande, ti permettono di affrontare la stagione con più mestiere e consapevolezza.

Ad Ostia è tutto molto diverso, qui c’è una società organizzata, strutturata, con un ottimo settore giovanile, che programma ed investe senza sperperare: Genzano mi ha forgiato come giocatore, e quel che ho imparato lì voglio metterlo a disposizione di una piazza esigente e organizzata come Ostia».

Prossima gara a L’Aquila, nel campo più caldo del girone.  

Cosa deve fare l’Ostiamare per tornare con qualcosa in tasca?

«Affrontiamo una squadra di grandissima qualità che è reduce da un pareggio, che ci affronterà sicuramente con uno spirito diverso da come ha fatto il Monterosi domenica. L’Aquila, per me, è la favorita del girone.

Li affrontiamo nel loro stadio, di fronte al proprio pubblico, avranno grandi motivazioni e noi dovremo insistere sui tasti che abbiamo battuto in questo inizio di campionato.

Sono sicuro che sarà una grande partita, ma non dovremo abbassare l’attenzione mai, nemmeno per un secondo. Anzi, spero che il pubblico avversario ci dia gli stimoli giusti per fare uno scherzetto anche agli abruzzesi».

 

Chiudiamo con un obiettivo personale che ti sei posto per questa stagione.

«Personalmente non mi pongo limiti, prendo sempre tutto ciò che arriva dall’esperienza in maniera positiva, nel bene e nel male.

Un sogno nel cassetto ce l’ho».

Ce lo puoi svelare?

«Tutti i calciatori vogliono arrivare nel professionismo, me compreso, ma posso dirti che vorrei davvero tanto farlo con questa maglia che onora e rappresenta la mia città.

Con questo sogno in testa, domenica e per le prossime trenta partite scenderò in campo e darò il mille per cento per questi colori, per questa squadra, per questi tifosi».