Boreale-Anzio nel segno del fattore MG: Mirko Granieri contro Mario Guida nel big match che vale un sogno chiamato Serie D

Boreale-Anzio nel segno del fattore MG: Mirko Granieri contro Mario Guida nel big match che vale un sogno chiamato Serie D

Prospettive diverse ma un obiettivo comune: vincere. Per difendere oppure raggiungere il primato. Boreale e Anzio sono alla resa dei conti. Da una parte la spensieratezza di chi ha voglia di provarci per fare un qualcosa di storico, dall’altra quella di far valere la propria supremazia una volta per tutte.

Fattori che, messi in contrapposizione, potrebbero creare dei problemi ad una capolista apparsa in difficoltà di rendimento nell’ultimo periodo e che ha perso qualche colpo specialmente negli scontri diretti. Adesso però non si può più sbagliare e serve la massima concentrazione per affrontare le prossime sfide, soprattutto a partire da quella di domenica, contro un avversario che ormai non è più da considerarsi una matricola e che arriva a questo confronto carico di entusiasmo. I risultati identici ma in realtà opposti, scaturiti dalle gare di entrambe la scorsa settimana, hanno assottigliato ulteriormente il margine di vantaggio che l’Anzio conservava sulla seconda e indicano perfettamente quella è l’inerzia del momento. Una inerzia che potrebbe aver lasciato delle scorie per la capolista e aver creato una scia da sfruttare ai padroni di casa.

Ma mister Granieri non si sbilancia, facendo capire che bisogna volare bassi: “il nostro è un entusiasmo sempre crescente e che ci pervade dall’inizio dell’anno. È chiaro che siamo partiti con degli obiettivi totalmente diversi rispetto a quelli dell’Anzio. Con il passare del tempo abbiamo anche acquisito consapevolezza e adesso non ci poniamo limiti. Farlo, sarebbe una negligenza verso noi stessi. Però al tempo stesso, dico che non dobbiamo dimenticarci il punto di partenza. Ci godiamo il momento pensando a quelli che erano i nostri orizzonti all’inizio dell’anno. Vorrei che mantenessimo la giusta lucidità”. 

Un Mirko Granieri che rimane irremovibile nella sua posizione, anche di fronte ad una classifica che pone la Boreale alle soglie di un traguardo che era inimmaginabile fino a poco tempo fa, ma che continuando così, sarebbe alla portata. Soprattutto se i biancoviola riuscissero a salire a meno uno dalla vetta e per di più con uno scontro diretto vinto. La parola “promozione” sembra però ancora bandita dal vocabolario della formazione del Presidente Leonardi come dichiarato ancora dal tecnico della squadra romana: “potrei essere banale, ma noi ci stiamo preparando partita per partita, senza per il momento fare progetti a lungo termine. Dobbiamo ancora incontrare quelle della parte alta della classifica. Saranno sicuramente tutti match molto complicati. Intanto procediamo per gradi e poi vedremo che succederà”. 

Pensare a lungo termine, secondo il tecnico, sarebbe un errore grave. Ma se è vero che si gioca sempre per vincere e la squadra, così come dimostrato di recente, ha le carte in regola per proseguire questa importante striscia di risultati, potrebbero allora spalancarsi le porte del Paradiso. Il che dovrebbe indurre la società a pensare in grande in tempi molto stretti.
Ancora una volta però, Granieri affronta l’argomento con grande umiltà: “la società non si pone limiti però è consapevole che ci sono squadre partite con obiettivi diversi da quelli della Boreale. Ripeto, io credo che quello che dovevamo dimostrare, gia lo abbiamo dimostrato. Quindi, qualunque cosa succeda siamo già soddisfatti di quello che abbiamo fatto. È chiaro che adesso vogliamo sognare il più a lungo possibile e non lasceremo nulla di intentato”.

Poi uno sguardo rivolto all’avversario per gettare altra acqua sul fuoco ma forse anche per fare un po’ di pretattica: “io credo che l’Anzio abbia fatto un grande lavoro, nel senso che quello del direttore Zenga e della guida tecnica, sia sotto gli occhi di tutti. Ma soprattutto credo che loro, dopo aver giocato contro di noi, non dovranno più affrontare squadre di alta classifica.
L’Anzio ha avuto solo un momento di difficoltà fisiologica e, passato questo, sarà protagonista fino alla fine. Perché il lavoro della società, unito a quello del tecnico e agli interpreti che hanno, gli permetterà di lottare per vincere il campionato. Questo periodo di difficoltà poi lo hanno avuto tutti, il Civitavecchia e altre big, nessuna esclusa”.

Andando più nello specifico e parlando quindi della gara di domenica dal punto di vista tecnico, il mister afferma che c’è una caratteristica degli avversari che va temuta più di tutte le altre: “la loro più grande qualità è quella di avere tanti calciatori bravi nell’uno contro uno, all’interno di un contesto di squadra molto organizzato. Dovremo essere capaci di passare velocemente dalla fase di costruzione a quella di sviluppo, sbagliando poco tecnicamente. Quando fai questo tipo di transizione, purtroppo cresce il rischio di commettere errori dal punto di vista tecnico. Quindi dovremo rimanere concentrati”. Poi prosegue: “la nostra forza è il gruppo e stiamo facendo bene perché chiunque entra non si sente mai una riserva. Qui tutti si sentono titolari perché gli interessi sono rivolti sempre alla squadra e mai a loro stessi. Bisogna guardare i nostri pregi e continuare a migliorare, perché si vede che stiamo raccogliendo dei frutti di un lavoro che parte dall’anno scorso. Sono dell’idea che sia il lavoro di squadra a far funzionare questo sogno”. 

I temi della quasi vigilia di questa partita sono poi stati affrontati anche insieme al tecnico Mario GuidaL’Anzio arriva da un periodo non esattamente lineare dal punto di vista dei risultati e forse questo potrebbe aver generato delle pressioni che di solito vengono avvertite di più da chi insegue. Ma il mister degli azzurri, in realtà, non ne è del tutto convinto: “non saprei. Dipende dai punti di vista. Credo che in fondo le pressioni siano le stesse. Se poi lo si intende relativamente a come una squadra arriva ad una partita come quella di domenica, allora il discorso cambia. La Boreale ci arriva meglio. Noi nelle ultime cinque abbiamo subito tre sconfitte, dopo che durante tutto l’anno avevamo perso soltanto un paio di volte. Ma ci tengo a sottolineare che comunque il calo che abbiamo accusato è limitato solo a quelle gare in cui siamo usciti sconfitti. La squadra ha sempre tenuto bene il campo. Poi è normale che, venendo a mancare quattro giocatori importanti, uno vada in difficoltà”.
Ed infatti il punto della questione riguarda proprio lo stato di forma, o meglio il potenziale effettivo che la capolista ha disposizione per presentarsi al big match di domenica. L’incognita è capire se si parerà il colpo, oppure ci sarà la forza sufficiente per andare a espugnare il Don Orione e quindi allungare in vetta. Ma Mario Guida è sicuro nella sua disamina: “la nostra mentalità, soprattutto la mia, è sempre quella di andare in campo per vincere. Questo ci ha portato a numerose vittorie. Le assenze hanno pesato, ma noi non cerchiamo alibi perché comunque ho la fortuna di allenare calciatori importanti. D’altro canto, è anche vero che ci sono mancate tante pedine davvero importanti come D’Amato, Fusaroli, Gennari e Giordani. Quest’ultimo lo abbiamo perso sabato notte per un attacco influenzale. Speriamo di recuperare questi giocatori per domenica”.

Servirà infatti il miglior Anzio di fronte ad un avversario davvero agguerrito e carico di entusiasmo come la Boreale, in una partita da impostare in un certo modo da un punto di vista sia tecnico che mentale, considerato anche il campo sintetico sul quale si disputerà la partita. Tutti aspetti ai quali il tecnico rivolge una attenzione particolare: “si tratta di un avversario da rispettare e questo non lo dico certo io, ma la classifica. Sono secondi, hanno la miglior difesa e una delle due squadre che all’andata ci ha battuti. Perciò bisogna fare una super partita dal punto di vista della concentrazione. È necessario stare attenti anche perché loro hanno diverse soluzioni. Per quanto riguarda il campo, non voglio fare una critica, ma questo è uno di quelli dalle dimensioni troppo ridotte. Nel quale la palla sembra non uscire mai. È molto stretto e per di più in erba sintetica. Lo dico senza nulla togliere a questo tipo di impianto che, anzi, è molto bello. Tuttavia, il fattore campo è importante e loro, giocandoci e allenandosi li durante la settimana, sono più abituati di noi che giochiamo su erba naturale. Quindi servirà dare tutto, intensità, grinta, fame agonistica. Anche per uscire fuori da questa crisi che però, lo voglio ricordare, è solo di risultati e non di prestazioni”.