CAPUTO-FREGENE, ADDIO SENZA RANCORE. IL TECNICO: “HO SOLO UN RIMPIANTO…”

CAPUTO-FREGENE, ADDIO SENZA RANCORE. IL TECNICO: “HO SOLO UN RIMPIANTO…”

Fregene sembra davvero un bivio ineludibile in questi giorni fatti di sospensione tra passato e futuro.

Venerdi prossimo una conferenza stampa indetta dal club biancorosso e lo Sporting Città di Fiumicino chiarirà molti degli aspetti della futura collaborazione tra le due realtà tirreniche.

Nell’attesa va però riaperto il grande libro della stagione che lentamente va concludendosi e data voce a coloro che hanno contribuito a scrivere parte della storia.

Ieri lo abbiamo fatto con Massimo Corinaldesi, al passo d’addio con la società di Davide Ciaccia dopo lunghi anni di solida collaborazione.

Oggi diamo spazio a Paolo Caputo, altra architrave su cui il Fregene ha piantato i puntelli per conquistare una salvezza che solo una manciata di mesi fa sembrava materiale per i cultori del genere “Fantasy”.

Il tecnico di Civitavecchia, concluso il suo biennale rapporto con il club, ripercorre ai nostri microfoni ciò che è stato e getta un’occhiata ottimista al futuro senza precludersi nulla.

Chi si aspetta rivalsa o un qualche sentimento di carica negativa da questa chiacchierata rimarrà forse deluso.

Sullo sfondo c’è solo la soddisfazione per quanto si è compiuto con un gruppo di ragazzini terribili ed un pensiero costante per il consenso dilagante nei confronti di quella meravigliosa Associazione dedicata a Flavio Gagliardini, di cui è uno dei promotori.

 

Mister, siete stati protagonisti di una rimonta sensazionale nel girone di ritorno.

“Abbiamo raccolto i frutti di tanto lavoro, quello della squadra, del direttore e del presidente.

Il nostro segreto è stato probabilmente quello di non farci mai prendere dalla paura nè dallo sconforto, quando le cose non andavano per il verso giusto”.

Paolo Caputo

In passato, hai conquistato tanti allori.

Questa salvezza può essere equiparata ad un campionato vinto?

“A mio giudizio, sì.

Per tantissime partite abbiamo giocato con almeno sette under dal primo minuto ed in alcuni casi il numero si è spinto fino a nove.

Era però un rischio calcolato, la società era consapevole che ci sarebbe voluto del tempo affinchè tutto procedesse secondo i programmi.

Le qualità c’erano, bisognava solo attendere che si trovassero certi equilibri.

Era solo una questione di amalgama”.

 

Ad inizio campionato però avete sofferto molto…

“Chi conosce il mio operato sa che, a volte, le partenze delle mie squadre possono essere un po’ lente, ma un gruppo non può acquisire in un giorno un gioco o un’identità.

La bontà di un lavoro la puoi valutare solo alla fine e noi ci siamo salvati con tre giornate d’anticipo.

Altre squadre hanno fatto un grande girone d’andata, poi hanno faticato in quello di ritorno…”.

Un lavoro certosino, volto anche alla crescita dei giovani.

“I meriti dei nostri ’99 sono stati già sottolineati dal direttore.

Io li estendo anche al resto della rosa, specie a quei ragazzi che inizialmente hanno fatto molta panchina, però poi si sono fatti trovare pronti nel momento in cui li abbiamo chiamati in causa.

tor sapienza fregene

Alla fine avevamo diciotto, venti giocatori sullo stesso piano.

Segno evidente del fatto che, quando costruisci una casa, prima devi gettare fondamenta solide”.

Adesso voltati indietro e dimmi qual è stata la tua maggior soddisfazione al termine del tuo biennio al Paglialunga.

“In due anni abbiamo conquistato 107 punti e non credo siano pochi.

Prima della gara con il Montefiascone nel dicembre scorso avevamo sedici punti e molti ci davano per spacciati.

Invece abbiamo tenuto una media simile a quella della Nuova Monterosi, chiudendo il discorso-salvezza con tre turni d’anticipo.

Io penso sia semplice denigrare un allenatore quando non arrivano i risultati.

Molto più difficile è invece valutarne l’operato sul campo…”.

Amareggiato per l’epilogo della tua storia con il Fregene?

“No, non parlerei di amarezza, ma piuttosto di dispiacere per non poter vedere fin dove sarebbe arrivato questo gruppo.

Tutti insieme avevamo costruito una creatura che nel prossimo futuro avrebbe potuto darci grandi soddisfazioni e sarei stato curioso di capire quanto sarebbero cresciuti questi ragazzi.

 

fregene

Tutto qui.

Io però devo fare solo l’allenatore e adeguarmi alle decisioni della società.

Per questo non posso che augurare le migliori fortune al presidente Ciaccia ed a coloro che si uniranno a lui nella prossima avventura”.

A proposito di avventure, ieri Massimo Corinaldesi si è detto pronto ad abbracciarne di nuove, a prescindere dalla categoria…

“Ed io la penso come lui.

Non m’interessa particolarmente se la prossima chiamata verrà dalla Serie D, dall’Eccellenza o dalla Promozione.

Cerco solo una società solida e che abbia un progetto mirato.

In passato, ai tempi in cui allenavo il Civitavecchia in D, ricevetti una chiamata dalla Foglianese che militava in Eccellenza ed io andai tranquillamente a parlare con i dirigenti viterbesi.

Racconto questo aneddoto solo per chiarire il mio pensiero.

Per me anche allenare una squadra di Terza Categoria comporta lo stesso impegno e la stessa abnegazione che metterei se fossi in Serie A”.

In questi giorni hai ricevuto tantissime testimonianze d’affetto da parte dei tuoi ragazzi…

“E’ vero, mi hanno espresso solidarietà e di questo li ringrazio pubblicamente, dopo averlo fatto attraverso i social network.

Non è cosa di tutti i giorni fare 48 punti in Eccellenza con una squadra così giovane ma che ha dato ampia dimostrazione di coesione.

Merito ai giocatori ed in parte anche al loro tecnico.

Evidentemente anche il “burbero” Paolo Caputo riesce ad entrare in sintonia con i suoi calciatori (sorride)…

Vorrei piuttosto rispondere a Massimo Corinaldesi che ieri sul vostro sito ha speso parole bellissime nei miei confronti.

caputo corinaldesi

Gli dico solo che per me trascorrere due anni, spalla a spalla, con un personaggio del suo livello è stato stupendo.

Noi due abbiamo portato in campo e fuori un’amicizia che rimarrà per sempre e non dimentico che la prima vittoria in campionato contro il Cre.Cas. l’ho festeggiata con lui accanto a me in panchina.

Massimo mi ha dato tanto e nei momenti bui non è mai mancato.

Di questo lo ringrazio, così come ringrazio il presidente.

Noi due di nuovo insieme in futuro?

Chissà, nel calcio mai dire mai e personalmente ne sarei davvero felice”.

In attesa di future chiamate, l’Associazione “Flavio Gagliardini”, di cui sei tra i fondatori, sta proponendo numeri incredibili.

Te lo aspettavi?

“No, a dire il vero non se lo aspettava nessuno di noi.

L’altro ieri vedere la Nazionale Femminile di Pallanuoto indossare la maglietta di Flavio ci ha commosso.

Nel giro di pochi mesi abbiamo raggiunto duemila tessere, coinvolgendo anche club ed atleti di caratura nazionale.

gagliardini

Ovunque siamo andati siamo stati accolti benissimo, vedi il ritiro dell’Inter prima della gara con la Lazio, e noi non possiamo che dire grazie.

Noi non ci prefiggiamo nessun traguardo a livello di numeri.

Sappiamo solo l’Associazione durerà per tantissimo tempo e dopo di noi dovranno continuare a portarla avanti i nostri figli.

Teniamo tantissimo a questo progetto, la memoria di un ragazzo e di un atleta come Flavio deve essere costantemente onorata”.