A cura di Matteo Lanzi
Marco Russo e il Certosa: un connubio che si va consolidando sempre più, anno dopo anno, stagione dopo stagione. Per il tecnico romano l’avventura in neroverde significa tanto, troppo, anche al di là dell’aspetto tecnico: è passione, è orgoglio, è ambizione, è sogno. Un lavoro quotidiano, continuo, con un’attenzione ai dettagli maniacale. Per rendere insieme alla dirigenza questo club sempre più importante a livello regionale.
Partiamo dall’attualità: domenica farete visita all’Atletico Pontinia. Che partita ti aspetti?
“Molto complicata, in primis per il campo, che da quello che so è in erba vera ma non tenuto, diciamo così, in perfette condizioni. Sarà una gara sporca, maschia, molto fisica, a discapito dei giocatori tecnici, che da noi vanno per la maggiore. Di loro so che hanno degli esterni molto bravi ed un bel centrocampo, avremo di fronte un team da non sottovalutare. E’ chiaro che noi vogliamo vincere e andremo lì per farlo, spinti dall’aria di positività che si respira dopo la vittoria contro la Pro Calcio Tor Sapienza“.
Come spieghi quest’avvio di stagione del Certosa, incostante ma ancora in piena lotta per le prime posizioni.
“Non voglio dare alibi ai miei ma quando ti vengono a mancare ogni giornata 3/4 pedine chiave a causa di pesanti infortuni non è semplice. Non abbiamo mai avuto la rosa al completo e questo prima o poi lo paghi. Mi auguro di recuperare tutti al più presto per dimostrare il valore reale di questa squadra. Quello che ci rammarica è aver perso troppi punti pareggiando contro squadre di medio-bassa classifica: bastava davvero poco per ottenere qualche vittoria in più e strappare quei pochi punti che ci distanziano dalle primissime posizioni. Mettendo da parte lo scandalo della gara contro il Formia: lì ci hanno derubati di 2 punti chiari e meritati. E’ anormale a questi livelli mandare arbitri che non sanno le regole del gioco“.
Ti aspettavi un girone così, con un’Unipomezia che staccasse tutte le altre?
“Devo dire la verità, sapevo che l’Unipomezia fosse una squadra fortissima e mi aspettavo allungasse, magari non con tutto questo distacco già a dicembre. Per il resto stanno uscendo fuori i valori reali del raggruppamento, magari noi potevamo stare un po’ più avanti (ride, ndr). C’è tempo per cambiare le carte in tavola, la strada è lunga“.
Quello che sicuramente si può affermare è che il Certosa è un gruppo sano, con parecchi giovani di gran qualità.
“Ho una rosa fatta di grandi uomini prima che di grandi giocatori, lo ripeto sempre. Le qualità umane fanno la differenza e di questo sono assolutamente sicuro. Anche gli under sembrano più maturi dell’età che hanno e questo è merito degli insegnamenti che in ogni allenamento ricevono dai giocatori più esperti“.
Under di qualità, tra cui spicca un cognome a te familiare: si sta affacciando in prima squadra Francesco Russo.
“E’ difficile rispondere a domande su mio figlio (ride, ndr). Quest’anno gioca con l’Under 19 di mio fratello ma si allena costantemente anche con noi e, tra l’altro, ha già accumulato 5-6 presenze a partita in corso. E’ un ragazzo intelligente perché sa che in mezzo al campo io sono l’allenatore, non il padre. Lo tratto come gli altri, lui capisce e si impegna. Mai avrei pensato di allenare mio figlio ma nella vita capita anche questo. Il rapporto è sano e lui ha grandi qualità per diventare un buon calciatore“.
L’Under 19 allenata da un altro Russo, Massimiliano, tuo compagno d’avventura ed uno dei segreti della realtà Certosa.
“Mio fratello fa un lavoro eccellente, sono orgoglioso di lui. Al di là dei grandi risultati che sta ottenendo con la juniores mi piace sottolineare il suo impegno costante, visto che è al campo dalle prime ore del pomeriggio fino a notte tarda. Il merito della crescita esponenziale del club, del settore giovanile, della scuola calcio e della struttura in se è tutto suo e dell’amministratore delegato Marco Santolamazza. Parliamo di gran professionisti, che dedicano anima e corpo ad un progetto sano ed a lungo raggio come quello del Certosa. Vogliamo fare le cose bene ma senza fretta, costruendo attraverso dei passi sostenibili“.
Si può dire che il Certosa è il club che ti è rimasto più nel cuore?
“Ce ne sono diversi a dir la verità. Il primo che mi viene in mente è il vecchio Giardinetti, dove per la prima volta ho avuto l’occasione di cominciare come secondo nel settore della scuola calcio, da lì è partita la mia avventura in panchina e per questo ringrazierò sempre la società. Poi devo menzionare sicuramente l’anno in Promozione a Torrenova, un’avventura che non dimenticherò mai per le lezioni che mi ha insegnato. Sarò sempre grato al Presidente Alessio De Santis, che tra le altre cose mi ha fatto conoscere il direttore sportivo Paolo Michesi, dal quale poi non mi sono più separato. Io e Paolo lavoriamo in perfetta sintonia da diversi anni, c’è un’intesa fantastica. E poi sul mercato è un “animale“…”
A proposito, il mercato. Avete ufficializzato diversi nomi di spessore per rinforzare la rosa.
“Abbiamo puntato ad inserire pochi tasselli ma mirati a colmare le lacune che avevamo. Ragazzi forti, pronti e che ci daranno una grossa mano. Menzione particolare per Edoardo Santori, un centrale di difesa molto fisico sul quale stavo insistendo con il direttore da ottobre. A livello di centimetri pagavamo qualcosa rispetto alle altre squadre, con Santori ora che le cose cambieranno“.
Se dovessi trovare un regalo da scartare sotto l’albero di Natale del Certosa, quale sarebbe?
“Per il club di continuare a crescere in maniera sana, continua e sostenibile, per creare sempre di più una realtà di valore e prestigio. Per la squadra di avere la rosa al completo ogni settimana, senza più troppi infortuni, potendo lottare così fino in fondo per il nostro obiettivo: confermare o, se possibile, migliorare il secondo posto della scorsa stagione. Unipomezia permettendo…”
Disponibile, gentile, serio e professionale: questo è Marco Russo, questa è l’aria che ogni domenica si respira al campo del Certosa quando si fa visita ai neroverdi. Una ventata di calcio pulito, passionale e molto ambizioso.