Città di Cerveteri, patron Lupi illustra il progetto verdazzurro: “I cancelli chiusi non ci separano dall’amore dei nostri tifosi, ad aprile riapriremo il Galli”

Città di Cerveteri, patron Lupi illustra il progetto verdazzurro: “I cancelli chiusi non ci separano dall’amore dei nostri tifosi, ad aprile riapriremo il Galli”

Dallo scorso mese di dicembre Andrea Lupi, oltre ad acquisire la presidenza del Città di Cerveteri, è divenuto il più giovane patron del Campionato di Eccellenza.

Un grande onore, ma anche un robusto carico di responsabilità per l’ex numero uno del Nuovo Borgo San Martino, portato nel giro di una manciata di stagioni dai gradini più bassi del dilettantismo fino ad una categoria di assoluto rispetto come la Promozione.

La sfida raccolta dopo aver prelevato il pacchetto di maggioranza del club etrusco è di quelle stimolanti.

A trentatré anni compiuti da una manciata di giorni, Lupi si è posto obiettivi molto rilevanti, come quello di riaprire finalmente al pubblico lo stadio Enrico Galli e di accendere di nuovo l’amore di tifosi che in un passato neppure troppo remoto erano tra i più passionali del nostro movimento calcistico.

Per farlo ha coinvolto nella nuova avventura buona parte dello staff dirigenziale che già lo aveva affiancato con esemplare lealtà e chiara professionalità nelle passate stagioni.

Evidentemente ineludibile sarà l’opera del direttore generale Massimiliano Discepolo, del direttore tecnico Carlo Leonori, del responsabile dell’Agonistica Danilo Rinaldi e di quello della Scuola Calcio Luca Ricci, oltre a quella, parimenti fondamentale di Andrea Gabrielli, che di recente ha assunto le redini della formazione Juniores.

Unico “superstite” della passata stagione Massimiliano Boccaccio, per gli amici Chicco, confermato nel ruolo di direttore sportivo.

Il progetto della società etrusca passa attraverso un piano di saggia e coerente sostenibilità: le risorse si devono produrre in casa attraverso la graduale crescita di talenti del settore giovanile, che sviluppino le loro qualità tecniche di pari passo con l’amore verso i colori.

Questo e molto altro ancora emerge dalla lunga intervista rilasciata ai nostri microfoni dal nuovo numero uno del Città di Cerveteri.

 

Come nasce l’avventura nel mondo del calcio di Andrea Lupi?

“Nasce da giovane.

Anch’io ho giocato fino a pochi anni fa.

Ero un terzinaccio ma in campo sapevo cavarmela (ride)…

Ho vestito la maglia del Nuovo Borgo San Martino fino alla Prima Categoria.

Mi ritengo una persona molto umile, ma credo anche di aver acquisito una buona conoscenza della materia calcistica.

Sono il presidente, è vero, però se c’è da preparare un tesseramento o una distinta, di certo non mi tiro indietro.

È mia opinione che un vero leader non debba recitare il ruolo del classico “padre-padrone”, ma che sia proprio lui in dovere di dare per primo l’esempio a chi lavora al suo fianco”.

Quella del Nuovo Borgo San Martino è stata una splendida favola, corredata da chiare soddisfazioni.

Se dovesse scegliere il momento più bello in assoluto, quale sarebbe?

“Sapete, Borgo San Martino è una piccola e graziosa frazione del Comune di Cerveteri e fino a qualche anno fa non aveva neppure una squadra di calcio che la rappresentasse.

Quando mi è venuta l’idea di fondare una società e di iscriverla al Campionato di Terza Categoria, i giocatori me li sono andati a cercare anche dentro i bar (ride)…

Scherzi a parte, è stata davvero una bellissima avventura.

Con il fondamentale aiuto del nostro main sponsor “Grande Impero”, nel giro di pochi anni con pazienza e tanta passione siamo cresciuti.

L’emozione più bella fu il ripescaggio in Promozione, ma anche il terzo posto da matricole della stagione seguente fu un passaggio importante.

Nessuno se lo aspettava, quella fu davvero una grande soddisfazione.

Continuo a seguire con grande attenzione il loro percorso e spero tanto che riescano a centrare la salvezza”.

Cosa l’ha indotta ad investire nel Città di Cerveteri?

“Tutto è nato da una riflessione semplice, ma realistica: purtroppo il Nuovo Borgo San Martino non ha mai posseduto una sua casa, né un vero punto di aggregazione per i suoi tesserati, ma si è sempre dovuto appoggiare ad altre strutture.

Qualche mese fa ho avuto un colloquio con l’allora Presidente del Città di Cerveteri, Fabio Iurato, e nel giro di qualche mese siamo riusciti a trovare l’intesa definitiva”.

A quale dei suoi collaboratori più stretti ha confessato per primo il suo desiderio di aprire la trattativa per rilevare il club verdazzurro?

“Il primo non poteva che essere il mio amico Massimiliano Discepolo che, oltre ad essere il mio braccio destro, è un  grande intenditore di calcio e gode della mia più totale fiducia.

Subito dopo ho confidato questa mia speranza ad Andrea Gabrielli, nei confronti del quale nutro grande stima e che, dopo essere stato il direttore sportivo del Nuovo Borgo San Martino, nel Città di Cerveteri di recente ha assunto la guida della nostra Juniores”.

Presidente, in ogni sua intervista ha sottolineato che a Cerveteri vuole applicare lo stesso metodo provato con successo nella precedente avventura.

Nello specifico può illustrarcelo?

“Sono convinto che il calcio dilettantistico debba mettere un freno all’impatto economico che scaturisce anche dallo strapagare i giocatori e cercare misure che ne tutelino la sostenibilità.

Ecco perché, a mio giudizio, diventa fondamentale recuperare le radici del passato e creare di nuovo quella dimensione familiare che un tempo lo connotava.

Lo abbiamo fatto nel Nuovo Borgo San Martino e vogliamo replicare l’esperienza anche con il Città di Cerveteri: sarà di capitale importanza lavorare con cura sul settore giovanile.

Vorremmo che i nostri calciatori approdassero fin da bambini nel nostro club e poi nel tempo arrivassero a vestire la maglia della prima squadra.

Un percorso che, ne sono certo, saprebbe stimolare dentro di loro un vivo senso di appartenenza ed un grande amore per la maglia”.

Al primo punto del suo programma ha posto la riapertura dell’Enrico Galli…

 “Quando è stato ufficializzato il passaggio di quote, io e la dirigenza che mi affianca ci siamo trovati di fronte ad un bivio: investire sulla squadra per conquistare la salvezza, oppure destinare le risorse alla riqualificazione dello stadio per garantire un avvenire più solido al club.

Abbiamo scelto quest’ultima strada e ci stiamo impegnando duramente per ultimare i lavori.

Abbiamo già rifatto l’impianto elettrico e gli spogliatoi, gli operai lavorano giorno e notte per terminare la loro opera.

Mi duole il cuore nel non vedere i nostri tifosi sugli spalti ed a tutti loro chiedo solo un altro po’ di pazienza.

Loro sono l’anima del Città di Cerveteri e vogliamo che possano assistere alle partite in massima sicurezza”.

Che messaggio possiamo inviare ai tifosi verdazzurri?

“Loro sono sempre al nostro fianco e di sicuro non sarà un cancello chiuso a separarci dal loro amore.

Di recente abbiamo avuto un ulteriore incontro con l’Amministrazione Comunale sullo stato di avanzamento dei lavori.

Riteniamo che la tempistica sia ormai ridotta e che nella prima settimana di aprile, quindi intorno alla Pasqua, potremo riaprire al pubblico l’Enrico Galli.

Il sostegno della nostra gente sarebbe fondamentale per affrontare al meglio le ultime giornate del campionato”.

Presidente, il Girone A di Eccellenza è molto livellato e la concorrenza è qualificata.

Cosa deve fare il Città di Cerveteri per centrare la salvezza?

“Credo sia necessario interpretare ogni partita con la massima umiltà, esattamente come è stato fatto un paio di settimane fa quando abbiamo affrontato il Civitavecchia.

Quello è un elemento fondamentale per raggiungere il nostro obiettivo e la sconfitta di domenica scorsa con il Campus Eur deve insegnarci che non dobbiamo alzare troppo la testa dopo una vittoria.

In questo periodo abbiamo dimostrato che i mezzi per conquistare la salvezza li possediamo, poi ho enorme fiducia nelle qualità di mister Superchi.

Il nostro allenatore è una garanzia, ogni giorno osservo ed apprezzo il suo lavoro in campo con i nostri ragazzi”.

Domenica prossima avrete un alto test molto impegnativo…

“L’UniPomezia è un’armata, sappiamo che ci attende una gara durissima, però io mi fido dei ragazzi e credo che, se giocheremo con la giusta mentalità e con il corretto atteggiamento nei novanta minuti, potremo centrare un risultato positivo”.

Presidente, la vostra è una piazza che qualche anno fa riempì d’orgoglio il nostro movimento,

Abbiamo ancora nel cuore le immagini di quegli anni irripetibili con Vincenzo Ceripa alla guida di una squadra che seppe arrivare in Serie C2.

Che tipo di avvenire sogna per il suo Città di Cerveteri?

“Sono dell’opinione che per una città come Cerveteri la categoria minima sia la Serie D ed è lì che vorremmo approdare nel giro di cinque anni.

Attenzione, però, certi traguardi vogliamo tagliarli attraverso un percorso ragionato e sostenibile, quindi costruendoceli in casa i giocatori del futuro”.