Ha interpretato la partita di ieri con la personalità di un veterano e la sfrontatezza di uno che festeggerà a breve i suoi primi diciannove anni.
Diego Di Vittorio fa parte di quella batteria di ragazzini terribili che non rappresentano un semplice corollario ai nomi più blasonati presenti nella rosa dell’Empolitana, ma ne sono il degno completamento e riescono ad esaltarne le caratteristiche attraverso il sacrificio e lo spirito di gruppo.
Cresciuto nelle giovanili del Savio, il 3 verdeblu era un centrocampista.
L’occhio lungo di Alessandro Amici ha però notato che in lui spiccavano le doti per ritagliarsi un ruolo sulla corsia e lui ci si è dedicato, prima con titubanza, ma con costante abnegazione.
Ieri l’esterno mancino di Amici si è reso protagonista di una prestazione da incorniciare, impreziosita da un dato: con lui in campo la Viterbese Castrense il gol non lo aveva trovato.
Di Vittorio, che emozione è stata vincere ieri?
“Una gioia immensa, la più grande che ho avuto da quando gioco.
Superiore anche a quella del titolo Allievi con il Savio.
Tutti ci davano per sconfitti in partenza e noi li abbiamo fatti ricredere.
Da questo punto di vista, la soddisfazione è stata doppia”.
Secondo lei, dove ha vinto la partita l’Empolitana Giovenzano?
“Abbiamo vinto con la testa e con il cuore.
Il mister ci aveva chiesto una prestazione super al cospetto di una squadra come la Viterbese Castrense e noi lo abbiamo ripagato”.
Non è la prima volta in stagione che vi esprimete al meglio contro le grandi.
“In questi casi ci esaltiamo.
E’ accaduto anche a Rieti in coppa.
Grande merito va alle ripartenze veloci di Cesaro, Scerrati e Billi”.
La squadra di Solimina ha trovato il gol quando lei era a bordocampo, vittima di crampi.
“A questa cosa ci ho pensato.
Sono riusciti a farci gol solo quando eravamo in dieci e questo è un dato da sottolineare.
Per il resto, secondo me non hanno avuto grandi occasioni.
Ricordo solo una grande parata da parte di Alessio De Angelis”.
Gran merito va a tutto il reparto difensivo.
Lei, ad esempio, ha vinto il confronto a distanza con un grande giocatore come Gubinelli.
“Il mister mi aveva chiesto una partita di controllo.
Dovevo essere attento in marcatura e poi spingere, quando ne avevo l’opportunità”.
Eppure, lei non nasce terzino.
“Ero un centrocampista centrale ed in estate ho firmato per l’Empolitana perchè i miei nonni sono originari di Pisoniano.
Il venerdi prima dell’inizio del campionato il mister mi ha detto che, secondo lui, avevo le caratteristiche giuste per interpretare il ruolo di esterno ed io mi sono applicato.
All’inizio ero un po’ bloccato, mentre ora interpreto il ruolo con maggiore naturalezza, anche grazie ai suggerimenti di Marco Moauro”.
E’ lui il suo miglior amico all’interno della squadra?
“Sì, senza dubbio.
Marco mi dà consigli su tutto, anche sulle ragazze”.
Con Amici che rapporto ha?
“Ottimo, come dovrebbero avere sempre tutti i giocatori con il loro allenatore.
Ci vogliamo bene e parliamo spesso.
Tengo a precisare che non lo dico perchè mi fa giocare sempre, ma perchè lo penso davvero”.
Domenica andrete a Rieti.
Con quale spirito?
“Non siamo sazi.
Sono certo che faremo una grande prestazione anche lì.
Se pensano che andremo a Rieti per fare una vacanza, sbagliano di grosso.
Noi vogliamo battere anche gli amarantocelesti”.
Subito dopo comincerà l’avventura nazionale.
“Per me sarà un’esperienza nuova.
Penso che affronteremo la gara con il Porto Corallo nello stesso modo in cui abbiamo preparato quelle di coppa e di campionato.
Forse non saremo favoriti neppure contro di loro, ma di certo non partiremo battuti.
Del resto, una squadra che vince guadagna in motivazioni”.
So che questa coppa ha una dedica speciale…
“Dedicarla ai miei genitori o a mio fratello sarebbe forse banale.
La dedico invece a mia nonna Nadia, che non c’è più, ma che sono convinto che da lassù mi veglia e mi protegge.
Sono certo che ieri è stata lei ad aiutarmi durante la partita”.