DIRIX RELOADED #26 – SONO LORO LA GRANDE BELLEZZA…

DIRIX RELOADED #26 – SONO LORO LA GRANDE BELLEZZA…

Dopo qualche mese di spontaneo mutismo torno a dire la mia sul massimo campionato regionale.

Quella di tralasciare per qualche tempo questa piccola rubrica è stata una scelta dettata dalla personale preferenza di dar spazio alla voce di coloro che di questo gioco sono interpreti, ma qualcuno mi ha chiesto nuovamente di esprimere le mie opinioni e dunque tornerò a commentare le giornate che ci separano dal taglio del traguardo.

Sperando che la cosa vi riesca grata.

Di acqua sotto i ponti ne è trascorsa tanta, sia nel Girone A che nel B.

Il titolo d’apertura di questa nona giornata di ritorno credo spetti di diritto alla Semprevisa.

Non alla squadra o al suo allenatore, che pure meriterebbero certamente una menzione per la straordinaria rimonta che stanno conducendo dall’arrivo di Fabrizio Liberti in panchina.

No, la menzione d’obbligo è per quella magnifica gente che ogni domenica lascia i propri affetti e per novanta minuti diventa parte di uno spettacolo puro, inebriante, quasi inusuale per questa categoria.

Il colpo d’occhio offerto dai tifosi biancoverdi in occasione del derby di ieri con il Colleferro è stato notevole, ma non è frutto di una contingenza.

Chi scrive rimase personalmente ammaliato dal calore che i carpinetani seppero riversare sulle tribune dell’Otto Settembre nel maggio scroso, quando Cichella e compagni persero contro lo strafavorito Futbolclub la finale di Coppa Italia di Promozione.

Confesso e mi cospargo la cenere nel farlo che avevo scarsa percezione dell’amore con cui seguivano la propria squadra e quel giorno ne fui colpito.

Un flash?

Cristiano Gagliarducci, sì quello stesso Gagliarducci che aveva assaggiato il professionismo da calciatore e che da tecnico stava per accostare il proprio nome ai record di una squadra che avrebbe dominato in lungo e in largo il torneo di lì a pochi mesi.

Lo vidi sbuffante a fine primo tempo, farsi largo in tribuna, gonfio di rabbia perchè la palla non voleva saperne di entrare nella porta orange.

Ma era solo un flash in un microcosmo di passione fagocitante, palpitante, coinvolgente.

E’ questione di sangue, di origine, di senso di appartenenza, dove il singolo è utile ed indispensabile allo stesso tempo.

E’ il sale del calcio, signori.

E’ da qui che il calcio della nostra regione deve ripartire.

Un ritorno alle origini che gioverebbe a resettare gli errori commessi da tutte le componenti guaste che lo hanno malamente indirizzato verso una china infida.

Prendiamo tutti esempio da loro che con la loro passione ed il loro contributo economico stanno permettendo ad un club che di certo non ha le possibilità di altri di guadagnarsi il pass per la prossima stagione, dove loro devono starci, perchè fanno bene agli occhi ed al cuore di chi li osserva.

Ieri avrei pagato di tasca mia per assistere al derby tra Semprevisa e Colleferro, perchè più di uno spiffero mi aveva accennato che la tribuna del Galeotti sarebbe stata un rigurgito costante di amore.

Mi sarei seduto lì, silente e gaudente di tanto spettacolo, perchè ormai capita sempre più di rado a queste latitudini.

Per la cronaca il derby lo ha deciso Alessandro Salvagni, per tutti Bobo, centravantone che per un lustro aveva assaporato il meglio ed il peggio di Colleferro, dalla rovinosa retrocessione in Promozione ai fasti indimenticabili di due coppe vinte nel giro di tre anni, e che dal dicembre scorso è tornato alle origini, rimettendosi addosso la maglia della sua gente, la sua maglia.

Tempo fa, Bobo ed io avevamo fatto una lunga chiacchierata telefonica, toccando brevemente anche l’argomento-derby.

Gli avevo naturalmente chiesto come si sarebbe comportato in caso di gol e lui mi aveva confessato con candore che avrebbe esultato in modo contenuto per rispetto nei confronti di un club che ha comunque segnato il suo cammino calcistico.

Nel pomeriggio di ieri, prima della consueta diretta televisiva l’ho ricontattato e lui ha ammesso che aveva esultato in maniera spontanea, viva, forse anche feroce come sperava il popolo semprevisino che sognava in cuor suo un momento del genere, ma mi ha pure confidato che poi ha chiesto scusa a Baiocco, che è un signore e come tale va trattato.

E di lui voglio parlare.

Perchè da ieri sento cinguettii di riflessioni da parte di qualche mente ingegnosa circa la posizione del tecnico tiburtino.

Ad un’ipotesi come questa non solo la squadra, ma tutti coloro che hanno a cuore i destini del Colleferro debbono opporsi con ferocia, perchè quel signore lì ha scritto la storia recente del Colleferro e qualche domenica di black-out non può offuscare ciò che lui ed il suo staff hanno costruito con tenacia, ripartendo quasi dai numeri relativi.

C’è una porzione di società che non ama Baiocco, saremmo degli struzzi a sottacerlo, ma ipotizzare un cambio in corsa adesso che al Caslini occorre massima compattezza sarebbe da folli, per non dire da ottusi.

E’ vero, il Colleferro adesso ha solo un punto di vantaggio sull’Albalonga che non sembra conoscere freni nè ostacoli alla propria rincorsa forsennata, ma è pur sempre quella squadra che in precedenza aveva centrato dieci vittorie consecutive.

Una flessione è umana.

Serve coesione, dicevamo.

La società torni a coinvolgere i tifosi e ne trovi degli altri.

Questo è il momento di riportare in via Berni coloro che per un motivo o per l’altro se ne sono allontanati.

Questo è il momento di pensare che c’è un sogno a portata di mano e bisogna lottare con le unghie e con i denti per conquistarlo.

Si deve pensare a recuperare al più presto Tornatore che per questa squadra è imprescindibile, ma anche quello spirito gioioso che aveva accompagnato i rossoneri nei primi due mesi del 2014.

Questo perchè il tempo dei calcoli è finito e domenica c’è un altro derby, il quarto stagionale con la Vis Artena, e Moriconi e compagni devono cercare di farlo proprio.

I rossoverdi sembrano aver smarrito una buona porzione di quella brillantezza che li aveva contraddistinti nella prima fase della stagione.

Ieri hanno perso male contro l’Albalonga, all’ottavo successo nelle ultime nove uscite, ma domenica venderanno certamente cara la pelle, perchè negli anni abbiamo scoperto di quale entità sia la rivalità da quelle parti.

Si prospetta una domenica da bere tutta d’un fiato, perchè nel frattempo la temibile armata laurettiana riceverà la visita di un Gaeta tornato al successo, ma pur sempre alle prese con una porzione di classifica tutto meno che gratificante.

Contro il Ciampino sono tornati i tre punti, ma non si è comunque persa l’occasione per polemizzare contro l’arbitraggio.

La sensazione dell’osservatore esterno è che in questa stagione dalle parti del Golfo si sia preferito puntare l’indice contro i fattori esterni piuttosto che cercare di ovviare alle proprie mancanze.

Che sono state tante e non di piccola entità.

Gli uomini di Vulpiani e Carletti ospiteranno invece la stra-capolista Lupa Castelli Romani, che ieri ha regalato il pallone dell’hattrick a Fanasca ed ha festeggiato il ventiduesimo successo in campionato.

I frascatani vogliono e possono superare quota 90 punti per consegnare agli annali del nostro calcio una cavalcata esemplare ed esemplificativa di ciò che significa il vero “dominare”.

Gli aeroportuali stanno costruendo in prevalenza al Fuso una salvezza che ormai è ad un passo e proveranno a mettere i bastoni tra le ruote alla prima della classe ed a lume di naso potrebbe venir fuori uno spettacolo più che gradevole ed un buon numero di gol, viste le caratteristiche delle due squadre.

Parlando di salvezza, ormai possono esser considerate al riparo da qualsiasi sopresa negativa sia il Roccasecca dell’ottimo Mancone, che ieri ha rimontato e battuto a domecilio un Lariano al quale non è bastato il ritorno nell’undici di partenza di Scacchetti dopo qualche settimana di enigmatica assenza, che il Real Pomezia che nel girone di ritorno si è avvitato su se stesso, non riuscendo a ripetere lo splendido percorso dei primi tre mesi di torneo.

Quanto meno il successo di ieri ai danni del Ceccano ha disincastrato la situazione da un’antipatica impasse psicologica.

I fabraterni di Farinelli ed il Cecchina di Conte dividono l’ultima piazza anche se mercoledì i rossoblu ciociari recupereranno con il Morolo dell’ex Adinolfi che, per festeggiare l’incombente compleanno (è oggi, dunque auguri), è passato al De Fonseca, guadagnando una lunghezza sulla zona ad alto rischio, con la concreta possibilità che tra quaratotto ore la situazione risulti ancor più incoraggiante.

In zona play-out una ciociara (il Monte San Giovanni Campano) e tre pontine.

Tra queste la più scontenta dopo la giornata di ieri è senza dubbio la Pro Cisterna che non ha gradito neanche alla lontana il metro di giudizio del signor Robustelli di Albano, in occasione del derby perso a Borgo Podgora.

Per Mancini e compagni quella di domenica sarà una gara-spartiacque: o si batte la Semprevisa al Bartolani o si pensa ad arrivare nelle migliori condizioni possibili, di classifica e di capacità fisiche, ai futuri play-out.

Ragionando del Girone A, il secondo pareggio consecutivo a reti inviolate del Rieti allo Scopigno chiarisce una volta per tutte come non fosse Punzi la ragione di tutti i mali sabini e, di riflesso, come non detenga Gasparri le qualità dello stregone o del taumaturgo.

Gli amarantocelesti sono ora a tre punti dalla Viterbese Castrense che sembra aver ritrovato la scintilla perduta sotto il profilo caratteriale e testimonianza ne sia l’esser venuti a capo di un avversario rognoso come il Montecelio di Oddi nonostante l’inferiorità numerica per un’ora e passa.

Può essere stata la domenica della svolta?

Io credo sia più probabile che sia la prossima, quando il Rieti scenderà al Ferraris di Villanova con l’obiettivo di cacciar via le streghe e soprattutto una Nuova Sorianese che ancora ritiene possibile l’aggancio ai danni di Artistico e soci.

Molto dipenderà dalla formazione di Di Loreto che tallona da vicino proprio i cimini e che ieri ha festeggiato il tredicesimo successo in campionato, recriminando ancora per la salata multa arrivata a margine della sentenza-Amassoka.

Intrecci valutati con attenzione a Soriano dove si sta già preparando con cura certosina la prossima sortita romana nella tana di un Futbolclub che ieri è uscito con le ossa rotte e l’umore a pezzi dalla trasferta al Pierangeli.

Poco, pochissimo è piaciuto l’arbitraggio di Centi di Viterbo.

Molto è piaciuto, di contro, lo spirito del Montefiascone che contro il Ladispoli si è ritrovato a percorrere più volte la tratta inferno-paradiso.

Alla fine, Grimaldi ha accompagnato Del Canuto a riveder le stelle ad una distanza di sicurezza dalla zona play-out che domenica vivrà un quadro molto complicato, vista la contestuale messa in scena di Monterotondo-Empolitana, Caninese-Città di Cerveteri e Fonte Nuova-Città di Monterotondo.

Prevarrà la paura di perdere o il desiderio di guadagnare qualcosa sulle altre, anche in chiave-classifica avulsa?

Non è dato sapere, tanto è inesplicabile il comportamento delle forze in ballo.

Non appena proviamo ad elogiarne la volontà di ripresa, capitolano.

Allorchè ci arrischiamo a darle per spacciate, ecco che invece risorgono come la fenice.

Più prudente, allora, richiamarsi all’epochè, ossia alla sospensione del giudizio tanto cara agli scettici, piuttosto che correre il rischio di prendere epocali cantonate.