DIRIX RELOADED #7 – SOLIMINA A CATINELLE

DIRIX RELOADED #7 – SOLIMINA A CATINELLE

Una storia di Eccellenza a cura di Andrea Dirix – Capitolo 7

 

Parrà quasi antistorico e tedioso scriverne, tanto inchiostro è già stato versato sull’argomento e tale è la ritrosia del sottoscritto nel trattare in questa rubrichetta temi già ampiamente sviscerati da chi ne sa più di me, ma di certo sulla giornata appena consumata aleggiava più o meno indistinta la sagoma dell’evento che ha ampiamente connotato l’ultima settimana.

Pur non essendo presente ieri al Rocchi, Solimina c’era eccome.

C’era nei pensieri dei tifosi che ne invocavano il pronto ritorno e forzatamente c’era anche in quelli di coloro che lo avevano bandito senza colpo ferire dopo il pari ladispolano.

L’assioma primo dal quale si deve partire per rispetto nel trattare questa umbratile vicenda è il seguente: chi investe ha assoluto e pieno potere decisionale sui prodotti del proprio investimento.

È una legge economica delle più banali e noi ad essa ci inchiniamo ossequiosi.

Ciò detto, qualche passaggio nella trama ci è sfuggito e deve essere accaduta la medesima cosa anche ad altri, visto che gli ultimi sette giorni sono volati via sull’onda di ogni possibile dietrologia.

Le più accreditate?

Pirozzi ingaggiato perché allineato ad una corrente affine alla famiglia Camilli che peraltro si sta adoperando al fine di risolvere definitivamente la questione-stadio.

Pirozzi ingaggiato per anticipare un’eventuale trattativa con il Rieti, nel caso in cui patron Fedeli si fosse definitivamente stancato di Punzi.

Robe degne di un romanzo di Tom Clancy.

Il motivo della cacciata del tecnico romano non risiede ovviamente nei punti collezionati sotto la sua gestione e questo lo ha ammesso anche Vincenzo Camilli.

Mi rifiuto di pensare che la causa scatenante siano cambi non corretti durante il match del Martini Marescotti, pur se avessero generato quell’onta suprema del pari dei tirrenici.

Dubito che mai avremo la spiegazione vera, nuda e cruda, dei motivi che hanno condotto i vertici gialloblu al famoso vertice notturno della scorsa settimana.

Venendo contro ai miei principi deontologici ed alla naturale curiosità che ogni essere dotato di intelligenza deve, a mio avviso, possedere, spero con tutto il cuore che si tratti di qualcosa che le parti non chiariranno mai.

Mi auguro che la spiegazione reale non sia la massificazione di un concetto che molti ventilano, ossia che la proprietà si augurava un cammino incontaminato fino al prossimo maggio.

Mi rifiuto di crederlo.

La Viterbese Castrense ha le qualità e le potenzialità per varcare i novanta punti ed andare in carrozza in Serie D, ma non deve pensare di spazzare via gli avversari come l’acceleratore del Cern.

Per vincere un campionato non è necessario trovare la particella di dio.

È sufficiente far valere i propri mezzi.

I gialloblu hanno probabilmente la rosa più opulenta che mai si sia vista in queste latitudini e ciò farà la differenza per inerzia.

Non occorrono atteggiamenti naif e vagamente snob per guadagnare galloni.

In questo c’è da migliorare.

Gli avversari odierni della Viterbese Castrense non si chiamano Acireale e Crotone, ma Ladispoli e Fregene.

Di questo bisogna prendere atto e di questi bisogna aver rispetto, perché è semplicemente il calcio che fissa le regole, i parametri ed i contesti.

Quando e se Romondini e compagni avranno vinto questo campionato, li celebreremo come avranno meritato, ma al pari di coloro che con identici sacrifici saranno giunti alla fine di questa stagione.

Primus inter pares e non la regina altera e saccente di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Ho conosciuto ed apprezzato l’uomo ed il tecnico Sergio Pirozzi anni fa, quando lui si faceva largo in questa categoria prima di spiccare il volo verso altre avventure più degne del suo talento.

Lui conosce bene le insidie di questo torneo ed a lui mi rifaccio, perché noi appassionati abbiamo bisogno di avere un rapporto “umano” con la Viterbese Castrense.

Le categorie hanno percorsi tortuosi, ma molto semplici.

Ci sarà tempo per approcciarsi in modi diversi e secondo strategie di comunicazione alternative a quelle care al mondo dei dilettanti, ma quel tempo non è ancora venuto.

Pirozzi sarà utilissimo in questo frangente e la spia rossa lampeggiante del dopo-Fregene, con annessi minacciati provvedimenti a carico dei calciatori, va spenta al più presto.

Occorre gettarsi alle spalle prima possibile le scorie tossiche di una settimana evitabile, riavvolgere il nastro e ripartire.

Magari dedicando pure un piccolo elogio a quella banda di ragazzini che ieri ha strappato un pari più che meritato alla Palazzina.

Onore a Mosciatti ed ai suoi furetti, che restano ultimi, ma dalla prestazione di domenica ricevono in dote una scarica adrenalinica che potrà dare buoni frutti in futuro.

Intanto il Rieti ringrazia e scava un solco piccolo per una squadra, ma gigante per la propria autostima.

Al Città di Cerveteri pare abbiano fatto assai male le quattro reti rifilate due settimane fa alla Nuova Sorianese.

Le ultime due trasferte hanno riempito la porta e la sporta dei verdazzurri di doni sgraditi.

Undici reti subite in 180’ non sono un gran segnale neppure se affronti in sequenza Grifone e Rieti.

Urge una reazione immediata con il Civitavecchia, in aperta polemica con le giacchette nere da qualche tempo a questa parte.

Anche al cospetto della formazione di Camillucci qualcosa non è riuscito grato ai nerazzurri, che tuttavia da qualche settimana rimandano l’appuntamento con i tre punti e questo è un aspetto sul quale Castagnari dovrà continuare a lavorare.

I cimini hanno ritrovato la via del gol dopo un paio di settimane di astinenza e questo è il lato positivo.

Anche loro però rimandano l’appuntamento con la vittoria e continuano a subire sorpassi da formazioni meno accreditate di loro ai piani nobili.

Domenica al Comunale arriverà il Villanova, ossia la squadra che nelle ultime tre uscite non ha subito neanche un gol e nelle ultime quattro ne ha vinte tre e pareggiata una.

Occhio a non sottovalutare il momento dei tiburtini, anche se con il Città di Monterotondo ha giocato un ruolo anche una manciata di fortuna.

Ed occhio a considerare con sufficienza il rendimento del Ladispoli, che sulla falsariga di quanto già prodotto l’anno passato sta proseguendo sulla strada tracciata: umiltà, poche chiacchiere ed un gruppo coeso come ne vedo pochi in giro.

Doti che echeggiano spesso nei resoconti di Scorsini, altro tecnico bravo e poco reclamizzato.

Storicamente le sue squadre segnano poco ma incassano ancora meno.

Incamerata questa informazione, andate a leggervi le statistiche del Real Monterosi: in sette uscite i biancorossi hanno segnato solo cinque reti e ne hanno subite appena quattro.

I dodici punti all’attivo sono l’esaltazione della concretezza e dello spirito operaio di una squadra che merita un plauso sincero.

L’ultima giornata di campionato ha offerto anche altre indicazioni però.

Una è che la Caninese dovrà reperire un rigorista sul mercato dicembrino, visti gli infelici esiti dei tentativi con l’Empolitana.

L’altra è che il Montefiascone, episodio di Villanova a parte, lontano dal Fontanelle sembra più fragile di un Murano d’autore.

Felicitazioni per il Montecelio e complimenti a Salfa che esalta la sua sola performance da tecnico dei tiburtini, guidando la squadra al suo primo successo in campionato.

Da oggi comincerà l’era-Oddi.

La domanda che riproponiamo anche da queste colonne è tuttavia la seguente: in caso di possibile chiamata di Papadopulo da parte di un club di A o di B, come si comporterà l’ex difensore laziale, fidatissimo secondo dell’allenatore pisano?

Attenderemo gli eventi.

A sud sono rimaste in due le squadre senza macchia e senza paura.

Sono le protagoniste più attese, le due formazioni ancora imbattute del torneo.

Caduta la testa del Ceccano di Farinelli, arresosi ai colpi dello scatenato Lariano Rocca di Papa Nemi di questi tempi, solo Lupa Castelli Romani e Colleferro rimangono immacolate alla voce sconfitte.

Separati da due punti e con l’undici di Pino Di Cori a crogiolarsi nel mezzo, castellani e rossoneri si osservano a distanza e proseguono la propria marcia.

Difficile trovare note di demerito alle squadre di Gagliarducci e Baiocco.

Miglior attacco e miglior difesa la prima, forse troppo leziosa e poco incisiva come lo era stato in altre occasioni la compagine frascatana, che contro il Gaeta ha corso il concreto pericolo di regalare un insperato pari ad una formazione, quella biancorossa, alle prese con oggettive difficoltà.

Compatta e dotata di un Tornatore che pare baciato dalla grazia divina, tanto rende etereo e nobile tutto ciò che ultimamente fa, quella dei presidenti Talone e Bucci.

Sarà un bel duello, aperto magari ad altri protagonisti, chissà.

Del Lariano abbiamo già detto e scritto a profusione nelle ultime settimane ed altrettanto ci è accaduto di fare circa la bella Vis Artena d’inizio stagione, anche se nell’ultima uscita è franata nelle sabbie mobili di Monte San Giovanni Campano.

Poco male, avrà modo di riabilitarsi in futuro.

Ultimamente abbiamo avuto modo di sintetizzare il pensiero di numerosi protagonisti di casa-Albalonga e tutti, da Lauretti a Forcina passando per Tomei, hanno precisato che l’obiettivo degli azzurri è non avere obiettivi certi.

Che sia questo il segreto che li ha condotti a scalare silenziosamente posizioni su posizioni fino a ritrovarsi alle pendici del podio?

Tre indizi fanno una prova e tre vittorie di fila fanno una rimonta.

Una strategia che forse sta provando a percorrere anche l’Atletico Boville, che dopo i travagli d’inizio anno sembra aver dipanato la matassa ed ora cerca una collocazione più consona in questo campionato.

La classifica peraltro è molto corta.

Tra il sesto ed il sedicesimo posto corrono appena tre punti e questo incoraggia sogni proibiti, ma anche facili illusioni, quindi prudenza.

Il Roccasecca passa con irrisoria facilità dall’entusiasmo di una vittoria appagante alla rabbia di una sconfitta evitabile.

Il Formia ringrazia ed incamera tre punti che di questi tempi sono ossigeno per polmoni esangui.

Il Ciampino si scuote e dopo un mese d’apatia festeggia i tre punti.

Ora nervi saldi ed un approccio diverso anche in trasferta, come auspicato dalla dirigenza.

In coda muove lievemente la classifica la Pro Cisterna di Venturi, che sfiora il successo sullo Sporting Real Pomezia.

Dopo un paio di reti annullate e l’indecifrabile espulsione di Persia, i romani riescono a trovare il pari all’ultimo secondo con Nardi.

Nell’occasione, Roversi ci mette la faccia ed anche tutto il resto, prendendosi un calcione involontario che mette paura a tutto il Bartolani.

Per fortuna resterà solo un grande spavento per un lieve trauma cranico.

Auguri all’ex Tir di Fidene e Pisoniano ed in bocca al lupo a tutti coloro che avranno letto questo articolo.

Del doman, nel nostro calcio, non v’è certezza…