ECCELLENZA, LARIANO: FIORE TRA SUCCESSI E LOTTA PER LA SALVEZZA

ECCELLENZA, LARIANO: FIORE TRA SUCCESSI E LOTTA PER LA SALVEZZA

Adesso ogni piccolo campioncino classe 1995 gode di una meritata popolarità frutto di una carriera in rampa di lancio che li ha portati giusto nel sabato santo ad aggiundicarsi il torneo delle regioni 2013 con pieno merito superando 2-1 la Lombardia nella categoria Juniores. Uno di questi è il terzino-ala sinistra del Lariano Mattia Fiore. Dopo questo alloro sportivo, cerca anche la salvezza con la sua squadra nel gruppo B di Eccellenza laziale e di far decollare in modo definitivo una vita sportiva che lo vede tra i volti nuovi più interessanti della nostra Regione. E considerando che in Italia siamo storicamente carente nel settore terzini sinistri, ecco un calciatore tutto da scoprire.

A cura di Giovanni Crocè

Il terzino sinistro-ala del Lariano (Eccellenza B) con la coppa di vincitore del Torneo delle Regioni 2013 vinta sabato scorso
Il terzino sinistro-ala del Lariano (Eccellenza B) con la coppa di vincitore del Torneo delle Regioni 2013 vinta sabato scorso

Mattia Fiore, romano, romanista, terzino sinistro campione d’Italia, manca solo la salvezza col tuo Lariano…

Certamente, ed è di sicuro il coronamento ad una prima stagione tra i dilettanti ad alto livello che mi darebbe una felicità enorme, visto e considerato che il grande salto dagli Allievi Elite ad una Prima squadra lo tentano in tanti, ma non pensavo di riuscire a raccogliere subito così tante soddisfazioni calcistiche. Sarebbe bellissimo perchè è ancora più difficile. Con il Comitato Regionale Juniores abbiamo mostrato di essere i più bravi anche sotto età ma in una prima squadra diventa tutto più difficile, margini di errore ancora più ridotti. Speriamo di farcela, perchè secondo me possiamo.

La tua carriera è iniziata all’Almas e poi proseguita tra Tor Tre Teste, Pro Roma, Romulea e ancora Tor Tre Teste, ricordi?

Il mio percorso sportivo non è stato con un unica maglia e questo mi ha aiutato a vedere nuove metodologie, cambiare mister, compagni, società ti aiuta a confrontarti con tanti moduli tattici e realtà diverse e mi ha insegnato ad adattarmi in fretta alle situazioni, cosa che mi porto anche fuori dal campo. Ho il campo come giudice unico delle mie prestazioni e il calcio come vera grande passione della mia vita, e per il calcio lotterò sempre per arrivare ad alto livello. D’altronde io l’anno scorso ero tra gli Allievi della Tor Tre Teste di Mister Fabi, uno a cui sarò sempre grato come tutta la società prenestina e tutte quelle dove mi sono formato. Solo con mister Alessandro di Nunno alla Tor Tre Teste non giocavo, ed ecco perchè i giovanissimi fascia B li ho finiti alla Romulea, poi dopo il Pro Roma, dove con mister Alberghini sono tornato a giocare sempre, e anche la Tor Tre Teste l’anno passato mi ha rivoluto con sè: non ero neppure in rappresentativa allievi l’anno scorso, ma adesso mi godo questo momento molto bello.

La tua storia parla per te ma se dovessi indicare chi davvero ti ha instradato al calcio, chi indichi?

Tutti in famiglia, me compreso, sappiamo che mio nonno Luigi, detto Gino, è una parte decisiva e fondamentale della mia vita e del mio essere calciatore perchè finchè è stato in vita, mi ha sempre sostenuto e portato agli allenamenti dovunque, anche lui è stato calciatore, attaccante tra i dilettanti della Pegliese, e la passione vera per questo sport me l’ha trasmessa lui. Ho anche un tatuaggio che lo ricorderà per sempre: un pallone e degli scarpini di quelli vecchio stampo, per tenere sempre sulla pelle il calcio vecchia scuola, quello che lui amava e che ha tramandato anche a me, valori unici che oggi non sempre ci sono, come quelli di appartenenza alla squadra. Mia mamma inizialmente, come tutte le mamme italiane, non voleva farmi giocare a calcio, ora mi porta spesso a Lariano per gli allenamenti, ma con mio papà che doveva gestire un negozio, non ci fosse stato lui da piccolo per me sarebbe stata dura anche solo andarmi ad allenare. Lui è tutto per me, anche ora che non c’è più, ed è ovvio che la prima persona a cui ho pensato quando sabato abbiamo alzato la coppa di campioni d’Italia Juniores dilettanti in Sardegna, era lui, nonno Gino.

Il particolare tatuaggio che Mattia Fiore ha in ricordo di suo nonno Luigi, anche lui calciatore
Il particolare tatuaggio che Mattia Fiore ha in ricordo di suo nonno Luigi, anche lui calciatore

Tu come hai raccontato non eri neppure convocato nel gruppo 1995 che ha vinto il torneo anche con gli allievi di Giannichedda, come ti sei trovato in questo gruppo?

C’era qualche piccolo dubbio perchè in ogni gruppo sportivo o di lavoro che sia so che si deve entrare sempre sicuri di sè ma in punta di piedi, del resto la scuola Tor Tre Teste è storica su questo approccio. Ma loro avevano già vinto, io arrivavo dopo qualche ottima presenza col Lariano, e devo dire che era come se fossi sempre stato con loro. Qualcuno in  verità già lo conoscevo per ricordi di infanzia, perchè io essendo romano del quartiere Cinecittà, avevo fatto le scuole elementari con Luca Bendia, il nostro trequartista del Cr Lazio, e poi sapete quante sfide anche con Gelonese, Attili e Placidi, miriadi di Tor di Quinto-Tor Tre Teste e Savio-Tor Tre Teste con tutti questi ragazzi. Non ero proprio a digiuno di conoscenze.

Chi ti ha sopreso di più tecnicamente e umanamente del gruppo Cr Lazio?

E’ facile dire che mister Giuliano Giannichedda sia un grande mister dopo che ho giocato 4 gare su 6 del torneo delle regioni 2013 da titolare (le altre presenze nel suo ruolo le ha fatte Emanuele Rausa della Juniores della Vigor Perconti) ma davvero si vede che sa come gestire un gruppo e che ha giocato ad alto livello. Ha una parola per tutti e non perde mai la calma, sa come motivarci e farci “abbassare la cresta” se ci gasiamo. Era abbastanza arrabbiato dopo i primi 20 minuti con la liguria, dove rischiavamo di perdere all’esordio, ma con le sue parole ci ha sciolto e abbiamo iniziato a giocare il nostro calcio. Tecnicamente poi secondo me Perelli, Attili e Bendia nei loro ruoli sono stati pazzeschi, abbiamo vinto anche perchè miglioravamo di gara in gara da vera squadra.

Il tuo modello di calciatore?

Non è nel mio ruolo, te lo diranno in tanti, ma se sei della Roma e romano prima di tutto viene capitan Totti. Poi se guardo ai terzini, c’è Paolo Maldini, l’ho ammirato in video ed è il migliore di sempre tra gli italiani, e Gareth Bale, che non è proprio un terzino o un ala, ma è semplicemente tutto, perchè sa fare di tutto e da fenomeno, il gallese del Tottenham. I modelli ci sono, vediamo di fare un decimo di quello che hanno fatto e stanno facendo questi tre e siamo a posto.

Quali sono le tue aspettative a breve-medio termine?

La salvezza è fondamentale perchè io resterei volentieri a Lariano in eccellenza, credo che quello sia un momento fondamentale che influenzerà anche eventuali trattative di mercato ancora molto lontane.

Il calciatore più forte con cui hai mai giocato?

Il gruppo 1995 della Tor Tre teste giovanissimi era pazzesco, pensate a Sistopaoli ora a perugia, o al portiere della Roma primavera Riccardo Tassi, che però con me in campo giocava da difensore centrale ed era pure insuperabile, pensate come è strana la vita….

Hai giocato già contro Roma e Lazio Primavera in tornei importanti come il Wojtyla, ci sono differenze tra voi e loro?

Più che altro atletiche, perchè loro sono nel circuito professionistico da prima di noi, ma già con mezza stagione in Eccellenza, saltano la Juniores Elite, vi assicuro che quando ci abbiamo giocato contro, eravamo già simili al loro rendimento e tecnicamente ho visto un solo grandissimo giocatore contro di noi, il laziale Keita: che dire, si vede che viene dalla scuola Barcellona, un funambolo. Ma il sogno di molti di noi è quello di provare presto nel professionismo o quantomeno in serie D, siamo qua per diventare calciatori veri.

Grazie a te Mattia, e buona salvezza!

Speriamo Bene, anche perchè sarebbe una stagione magnifica, io terzino, riconvertito da esterno alto, tutto così nuovo per me. Forza Lariano!