Fonte Meravigliosa, Mondella si racconta: “Faccio calcio per amore, qui si respira professionismo”

Fonte Meravigliosa, Mondella si racconta: “Faccio calcio per amore, qui si respira professionismo”

a cura di Ruggero Gaetani

 

Nello sconfinato mondo del calcio giovanile, dietro ogni squadra c’è un cuore pulsante, un allenatore che non solo insegna il gioco, ma trasmette valori, passione ed esperienza. È sicuramente questo il caso di Stefano Mondella, allenatore del Fonte Meravigliosa Under 15, una figura il cui nome è sinonimo di dedizione e conoscenza nel panorama calcistico giovanile.

Oltre ad essere un allenatore di esperienza decennale, Mondella rappresenta un ponte tra il passato e il presente del calcio, custode di ricordi preziosi del suo importante trascorso sui campi da gioco, compresa la sua esperienza nella Roma Primavera, condividendo momenti indelebili con leggende come Francesco Totti.

Direttamente dal campo di gioco il Mister ci offre un’istantanea del suo percorso con il Club della Famiglia Neri, che con la categoria Under 15 Élite sta ben figurando nel Girone B, occupando saldamente la seconda posizione, e rappresentando sicuramente una delle sorprese più liete del campionato con grandi possibilità di essere una mina vagante nelle fasi finali.

 

Nel vostro immediato futuro c’è la Spes Artiglio, squadra ostica in piena lotta salvezza: come sta preparando la gara?

“La nostra mentalità è sempre quella di giocare il più possibile la palla, perciò quando affrontiamo partite del genere fra le mura amiche sappiamo che i nostri avversari tendono a chiudersi cercando di sfruttare le dimensioni leggermente inferiori del nostro campo. Da parte nostra dovremo essere bravi ad avere pazienza per colpire al momento giusto, cercando di non farci sorprendere da eventuali ripartenze, dato che loro davanti hanno velocità, ma abbiamo un sistema collaudato con difensori in grado di leggere bene le situazioni senza palla. In queste partite bisogna saper sfruttare anche gli episodi che possono capitare, e devo dire che con la maturità mostrata fin qui dai ragazzi posso stare tranquillo, visto il bel campionato che stiamo facendo”.

 

A proposito del vostro percorso fino ad oggi, per lei è una sorpresa?

“Questo gruppo arriva da una stagione importante svolta sotto la guida di un bravo mister che è Daniele Alcini. Con il mio arrivo il lavoro è continuato con l’idea di proporre un tipo di calcio adatto alle caratteristiche dei nostri giocatori, quello della costruzione dal basso agevolata da centrocampisti dotati di testa e piedi. Ora c’è la moda dei giocatori alti e fisici, ma il calcio secondo me è fatto in gran parte dalle qualità tecniche, e fortunatamente i miei hanno nelle loro corde la possibiltà di fare la maggior parte di ciò che mi piace. Purtroppo nel calcio esistono anche gli infortuni, che nel nostro caso hanno colpito uno dei nostri giocatori più in forma, Buccioni, che sarà assente un mese, ma fa parte del gioco. Questo per dire che è normale ci siano  le domeniche in cui  bisogna fare di necessità virtù per un motivo o per l’altro, ma non entriamo mai in campo con l’intenzione di snaturarci in base all’avversario, e ripeto grazie al materiale che ho a disposizione sono avvantaggiato in questo”.

 

Nel corso della stagione avete dimostrato di sapervi rialzare dopo le poche battute d’arresto che avete avuto: cosa la soddisfa di più di questo aspetto?

“Sottolinei un giusto aspetto, quello del saper reagire, che devo dire mi ha soddisfatto molto. Dopo la nostra prima sconfitta, meritata perchè loro sono una grande squadra, con l’Urbetevere, la domenica successiva affrontavamo la Lodigiani. In queste situazioni è facile perdere anche un po’ di convinzione, invece siamo andati a vincere 1-0 contro una squadra con la quale potevamo tranquillamente accettare la sconfitta. Nell’altra sconfitta con il Ciampino, questa volta secondo me immeritata, saremmo pututo calare un po’ di morale essendo uno scontro diretto, invece i ragazzi non hanno minimamente accusato il colpo mettendo in fila prestazioni di grande livello nelle settimane successive a quella partita.. questo è un gruppo che il sacrificio ce l’ha nel DNA: sono sempre tutti  presenti se c’è da fare un allenamento in più, alle sedute in palestra, seguono tutti l’alimentazione che gli viene consigliata, insomma la loro forza è proprio il lavoro. Quindi il 90% del merito è sicuramente loro, per il resto non posso che non ringraziare il mio staff con in primis il mio collaboratore tecnico Ciro Kianersi che sta con me al campo 24 ore al giorno, il Prof. Massimiliano Caristi e il dirigente Francesco Antinone che ci seguono con amore e competenza, e tutta la Società Fonte Meravigliosa nella figura del Direttore Riccardo Neri che ci mette a disposizione tutto il necessario per lavorare in un clima da professionismo”.

 

Ha un grande passato da calciatore: cosa è cambiato da allora e cosa vuole trasmettere ai ragazzi della sua esperienza?

“Dico sempre ai ragazzi quanto sono fortunati ad essere nati in questa epoca calcistica: con le tecnologie ed i mezzi attuali tutti hanno possibiltà di emergere, se accompagnati dalla testa giusta e la voglia di lavorare. Nella mia epoca ciò era impensabile, perchè prima di tutto contava il talento. Sono un classe ’76, ho disputato un Torneo di Viareggio perso in Semifinale contro una squadra di ’74 che aveva Del Piero, Manfredini, Loria, Cammarata, Squinzi e Binotto, gente che ha fatto 300 presenze in Serie A, nella Roma ho vinto il primo Scudetto Allievi dell’era Sensi, la Coppa Italia Primavera, e quando Totti ha esordito in Prima Squadra a Brescia il Corriere titolava “Mondella non fa rimpiangere Totti”. Questo per ribadire quanto più talento ci fosse prima ma pochi di noi sono riusciti ad emergere per mancanza di mezzi e conoscenza. Per questo voglio che i ragazzi capiscano quanto sia importante avere la giusta mentalità ed inseguire il proprio obiettivo. Per quanto mi riguarda sono orgoglioso del mio passato, ho girato tanto e mi sono divertito, poi nel 2008 ho preso il patentino Uefa B e nel 2016 Uefa A, sono diventato un professionista ma lo faccio prima di tutto per amore, vivo dentro al campo. Formiamo giocatori internamente ed esternamente al Fonte Meravigliosa, con lezioni private dai bambini del 2016 a giovani promesse del calcio italiano come per esempio Pisilli. Qui nel Club si vuole fare calcio anche fuori dal campo, oltre alle due ore della seduta di allenamento: una volta si pulisce lo spogliatoio, una volta si pulisce il circolo, insomma cerchiamo di coinvolgere il più possibile sotto ogni aspetto, cercando di trasmettere ai ragazzi un’esperienza di vita”.