GRIFONE MONTEVERDE-BOCCACCIO: E’ UFFICIALE. IL TECNICO: “FELICE DI TORNARE, ANCHE SE QUALCUNO MI ASPETTERA’ AL VARCO…”

GRIFONE MONTEVERDE-BOCCACCIO: E’ UFFICIALE. IL TECNICO: “FELICE DI TORNARE, ANCHE SE QUALCUNO MI ASPETTERA’ AL VARCO…”

A cura di Andrea Dirix – dirix.andrea@libero.it

 

La notizia circolava insistente ormai da giorni ed oggi ha finalmente assunto i caratteri dell’ufficialità: Massimiliano Boccaccio, Chicco per gli amici, è il nuovo allenatore del Grifone Monteverde.

Quarantotto anni compiuti da un pugno di giorni, in passato ha allenato la Juniores Nazionale del Rieti, con cui conquistò il titolo italiano, il San Filippo Neri ed il Fregene nel massimo campionato regionale.

Negli ultimi anni è tornato a dedicarsi al settore giovanile, guidando gli Allievi Nazionali e la Primavera della Salernitana.

Di recente ha invece svolto l’incarico di osservatore per lo stesso club amaranto, nonchè per altre società quali l’Entella ed il Taranto.

Manca dall’Eccellenza nostrana dalla stagione 2010/11, quando subentrò dopo poche partite all’esonerato Camillo a Fregene.

Gli appassionati associano il suo nome soprattutto al triennio vissuto sulla panchina del San Filippo Neri, quando guidò la squadra di patron Antinori dalla Promozione in Eccellenza (i romani giunsero secondi alle spalle della Corneto Tarquinia di Davide Cacciatori e poi vennero ripescati, ndr) e l’anno seguente con un roster in cui spiccava il talento di gente come Chirico, Ranieri, Pelliccioni, Sabatino e Parravicini contese fino all’ultima giornata la piazza d’onore al Civitacastellana, giunto poi secondo alle spalle dell’Ostiamare di Pirozzi.

Abbiamo sentito le sue prime impressioni pochi istanti prima che dirigesse la sua prima seduta di allenamento al Villa dei Massimi.

 

Boccaccio, bentornato.

Cosa si prova a rientrare nel giro a distanza di qualche anno?

“Le sensazioni sono positive.

Sono pronto e felice di mettermi a disposizione del club.

E’ vero, manco da qualche anno.

Certo, eravamo tutti più giovani all’epoca…”.

A chi lo dice.

Il suo nome è legato principalmente a quella bella favola del San Filippo Neri.

Che ricordi ha di quei giorni?

“Eravamo una bellissima squadra.

Un gruppo di amici che negli anni sono rimasti uniti e che ancora si vedono regolarmente.

Molti hanno smesso, ma qualcuno gioca ancora come Sabatino, Moccia, Carra e Reibaldi.

In questi anni matrimoni e battesimi me li sono fatti tutti (ride)“.

Che calcio ritrova?

“Se devo essere onesto, negli ultimi tempi non ho seguito moltissimo le dinamiche del calcio laziale.

Ai tempi del San Filippo Neri conoscevo praticamente tutti i giocatori della categoria, mentre ora dovrò ricominciare quasi da zero.

Da osservatore esterno, la mia opinione è che ora il calcio sia molto cambiato.

L’epoca dei grandi investimenti è ormai tramontata e di riflesso il livello si è abbassato.

L’aspetto positivo è che con tanti giovani in campo si assiste a partite dai ritmi più veloci di prima”.

Cosa le manca in particolare dei tempi di via Borgosesia?

“Mah, probabilmente prima i rapporti umani avevano un loro peso, adesso vedo troppe cose strane in giro…”.

Riallacciandomi a questa considerazione, so che lei ed il presidente Ulisse siete legati da rapporti di antica data…

“Ci conosciamo da trent’anni, si può dire che siamo amici da una vita.

Il presidente mi ha chiesto la disponibilità ed io gliel’ho data volentieri.

Credo che abbia pensato a me perchè sono abituato a lavorare con i giovani ed il Grifone Monteverde dedica gran parte delle sue energie alla valorizzazione dei ragazzi ed alla loro crescita”.

Però Ulisse ha un po’ la fama di mangia-allenatori.

La cosa non la spaventa neppure un po’?

“Nel calcio è molto difficile trovare un presidente “tranquillo”.

Negli ultimi anni ho vissuto da vicino realtà come Salerno e Taranto e posso garantire che lì per un tecnico è ancora più complicato.

Quando ho deciso di accettare l’incarico, al presidente ho fatto solo una richiesta”.

Quale?

“Gli ho chiesto di non rovinare la nostra bella amicizia a causa del calcio (ride)“.

Tra poco dirigerà il suo primo allenamento.

Conosce già qualche elemento presente in rosa?

“Tovalieri lo affrontai quando giocava nella Primavera della Roma.

Per il resto conosco La Ruffa e Ruggiero”.

Domenica esordirà in panchina su un campo ostico come quello di Montefiascone.

Che partita si aspetta?

“Non sarà una gara facile.

So che hanno perso domenica e quindi avranno voglia di riscattarsi.

Il loro capitano è Marco Cesarini, che ebbi tanti anni fa da esordiente alla vecchia Pro Calcio Italia.

Era un bravissimo ragazzo, lo rivedrò con piacere”.

Cosa spera di ottenere da questa nuova avventura calcistica?

“Il Grifone Monteverde non ha velleità di successo finale, quindi la speranza è quella di disputare un campionato tranquillo, provando a lanciare quale ragazzo verso le categorie superiori.

Qualcuno mi aspetterà al varco: dirà che Boccaccio manca da troppi anni in questa categoria e che ormai è abituato a lavorare con i giovani.

Mi auguro di smentire queste persone e di fare un buon lavoro”.