Di Alessandro Bastianelli.
Una salvezza tranquilla, la crescita di diversi under di valore, la consapevolezza di aver dato tutto e di aver ricevuto ed imparato tanto.
Dopo sei mesi, ventuno giornate e trentaquattro punti conquistati, le strade di Davide Guida e del Fregene si dividono.
Più che di rottura, però, occorre parlare di separazione fisiologica al termine di un progetto importante, seppur di breve durata. A svelarci i retroscena è lo stesso ex tecnico di Urbetevere e Albalonga.
Davide, vai via da Fregene allora. Un addio preventivato o qualcosa non è andato come doveva?
Tutt’altro, gli obbiettivi sono stati raggiunti e direi che i numeri sono sotto gli occhi di tutti. Anzi, ne approfitto per ringraziare sia i vertici societari, a partire da Corinaldesi sino a Manfra, sia lo staff tecnico composto dal prepatore Pompa, il direttore Mezzatesta ed il massaggiatore Bruno, che insieme a me e Felice Murazzani hanno costruito questa impresa.
Ho preso una squadra al quart’ultimo posto in classifica e l’ho riconsegnata a fine anno in ottava posizione, salva con tre giornate d’anticipo. Il risultato premia soprattutto l’impegno dei ragazzi, i veri protagonisti di un percorso fantastico.
Ci sono alcuni aspetti sul quale avremmo potuto fare di più, ma la situazione di partenza non era facile ed anche così possiamo ritenerci soddisfatti.
Spiegaci meglio. Cosa sei riuscito a dare in più e cosa altro avresti voluto trasmettere al tuo gruppo?
Beh, sulle mie mancanze fareste bene a chiedere a loro, magari sapranno indirizzarvi meglio (ride ndr).
Per quanto mi riguarda, posso dire che abbiamo lavorato molto sull’aspetto tattico, una fase sul quale erano davvero carenti, ma certamente per colpe non loro: era tutto l’impianto difensivo a non funzionare, la fase di non possesso non aveva ancora gli automatismi che abbiamo trovato nei mesi successivi a Novembre.
Sono stati molto bravi a sapersi adattare alla nuova metodologia di allenamento,si è subito instaurato grande feeling tra noi. In alcuni momenti della stagione però ci siamo un po’ seduti, come si dice in gergo, vuoi perchè ci sentivamo sicuri del risultato, vuoi anche per l’età di questa categoria.
Salutandoci, gli ho proprio ricordato questo: il calcio delle prime squadre non aspetta nessuno e non accetta pause e riflessioni. Il senso di sacrificio, la voglia di essere calciatori sono, nel dilettantismo ancor più che nel professionismo, una parte fondamentale del sistema.
Mi ricollego ad una frase di Maurizio Sarri, che ho avuto la fortuna di conoscere qualche settimana fa assistendo ai suoi allenamenti: è inutile fare il gestore di uomini, con me bisogna andare a mille all’ora.
Un consiglio nobile, senza dubbio. Qualcuno però ha già esordito in prima squadra..
E’ stata la ciliegina sulla torta della stagione, il momento del raccolto.
Qualche ragazzo si è aggregato in pianta stabile alla prima squadra, che con Manfra e Caputo ha sposato in pieno la linea verde adottata dalla società. Con Corinaldesi si era parlato anche di questo al momento del mio arrivo e quando ci siamo salutati la soddisfazione reciproca era ben tangibile.
Adesso sta ai ragazzi confermare quanto di buono promesso.
Per il tuo futuro personale, vedi già qualcosa oltre l’orizzonte?
Per adesso ancora nulla, sapevo di andare via ma non ho nulla di concreto sotto gli occhi, sono stato concentrato soltanto sulla nostra stagione fino a pochi giorni fa.
In tutta sincerità, non mi precludo nulla in maniera assoluta, ho sempre cercato di trovare progetti piuttosto che piedistalli su cui poggiarmi, ed un’altra sfida in stile Urbetevere, con una società che abbia le ambizioni e i mezzi per fare un campionato importante, la accetterei con molto piacere.
Settore giovanile o prima squadra non fa la differenza, il metodo con cui imposti il lavoro è la chiave con cui decidere a chi legarsi.
Passando ad altro, ti ho visto spesso da spettatore sia sui campi del settore giovanile che delle prime squadre.
La scorsa settimana sono arrivati i primi verdetti dal campionato di Eccellenza, l’Albalonga ed il Trastevere sono in Serie D, mentre Sp. Città di Fiumicino e una fra Serpentara e Colleferro andranno ai play off.
Il campo ha consegnato gli esiti giusti, secondo te?
Direi che ci siamo divertiti come non accadeva da molti anni. Il girone A ha offerto tensione e spettacolo sino all’ultima giornata, nonostante il livello tecnico sia ben livellato rispetto agli scorsi anni. Sono dispiaciuto che il Fregene non ce l’abbia fatta, ma sono di parte (ride ndr), sarebbe stato bellissimo coronare la fantastica rincorsa messa in atto da Caputo e dai suoi giovani con i play off. Credo che abbia vinto la squadra più attrezzata, un Trastevere che da subito voleva ritagliarsi un posto importante nella nostra regione.
Anche nel B credo che il verdetto del campo sia veritiero. Sono felice per l’Albalonga, piazza a cui mi legano tanti ricordi e tanti rapporti personali.
I biancocelesti hanno fatto un campionato strepitoso al pari della Serpentara, condotta da un allenatore che ritengo un fenomeno per questa categoria, Fabio Lucidi. La Nuova Itri ed il Colleferro forse saranno rimaste deluse, ma alla fine i veri valori vengono fuori, e comunque per i rossoneri c’è ancora un altro match ball importante. Lo spettacolo non è ancora finito, secondo me!