Il Coni fa l’assist e Gravina batte il rigore a porta vuota: Lega Dilettanti commissariata

Il Coni fa l’assist e Gravina batte il rigore a porta vuota: Lega Dilettanti commissariata

Vi proponiamo integralmente l’interessante pezzo di Michele Spiezia tratto dal sito www.storiesport.it circa il possibile commissariamento della Lega Nazionale Dilettanti.

Potete leggerlo anche al seguente link:

 

Il Coni fa l’assist e Gravina batte il rigore a porta vuota: Lega Dilettanti commissariata

 

Va di fretta Gabriele Gravina.

Ha fretta di battere il calcio di rigore, gonfiare la rete e poi finalmente esplodere in un urlo liberatorio: vittoria.

La porta ormai è spalancata, non c’è nemmeno il portiere avversario titolare, il sostituto barcolla sulla linea bianca, stretto tra i pali di una porta troppo grande per le sue spalle, non ha nemmeno una squadra a sostenerlo.

Tutto intorno è una corrida, il destino è segnato.

L’interregno del veneto Ettore Pellizzari non è durato nemmeno venti giorni: seduto da vicario sulla poltrona della Lega Nazionale Dilettanti abbandonata dal presidente Cosimo Sibilia ormai accerchiato, vinto, smontato (leggi qui), poltrona abbandonata rassegnando le dimissioni due giorni prima del consiglio direttivo della Lnd che nelle Marche avrebbe dovuto approvare il bilancio della Lega.

Annunciato da almeno tre mesi, nel palazzo della sede di piazzale Flaminio è arrivato il tempo del commissario.

Di Giancarlo Abete, per due volte presidente federale, il mentore dell’attuale inquilino di via Allegri, l’uomo e politico scelto per portare gli ultimi resistenti del pallone italiano (sulla scena resta ormai solo il consigliere federale Claudio Lotito) – i Dilettanti – dalla propria parte. Commissariati, ricondotti all’ovile, ridimensionati: presto perderanno una fetta consistente del proprio peso elettorale.

La quota del 34% scenderà di parecchio, si attesterà intorno al 25%: le promesse elettorali sono promesse, Gravina deve soprattutto dare maggiore peso alle Lega A, deve assolutamente eliminare qualsiasi possibilità di veto, deve cancellare l’ostruzionismo al progetto di riforme che ha in testa per ottenere credito e sostegno dal Governo, per non perdere il proprio consenso: riforma dei campionati, fondi di private equity in Lega A.

Il terreno doveva essere completamente liberato, bonificato.

L’area adesso è ormai libera.

Sul dischetto è rimasto solo un pallone da calciare.

A porta vuota.

Da calciare, e di fretta. Così di fretta tanto da convocare un consiglio federale d’urgenza – di solito la prassi prevede almeno sette giorni di preavviso – per domani alle ore 16.

La convocazione è arrivata nel giorno della partita decisiva per l’Italia che si gioca la qualificazione diretta ai Mondiali a Belfast, capitale decenni fa martoriata dalle bombe.

La bomba “Dilettanti” invece aveva una miccia lunga, fili intrecciati che andavano sciolti con la pazienza e il sangue freddo d’un consumato artificiere.

E così, dopo averla piazzata con cura, dopo aver costretto fila nemiche ad arrendersi e a passare di campo, ecco il momento di disinnescarla.

Una lunga guerra.

Nel consiglio federale convocato d’urgenza per domani, l’ordine del giorno è uno soltanto, scremando le due righe – comunicazioni del presidente, varie ed eventuali – di prassi. “Situazione della Lega Nazionale Dilettanti: provvedimenti conseguenti”.

Quattordici presidenti di Comitati regionali Lnd (Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Molise, Piemonte Val d’Aosta, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria) che in una lettera gli hanno chiesto di commissariare la Lega e di chiudere così definitivamente l’era Sibilia, la decadenza dell’intero Consiglio direttivo dopo le dimissioni dell’onorevole avellinese, il tentativo di quest’ultimo di restare a galla (leggi qui) passando la palla bollente nelle mani del vice-presidente vicario Pellizzari per poi ripartire all’assalto dei nemici e dei traditori, l’approvazione del bilancio (sul quale gravava e gravano punti interrogativi e una probabile bocciatura se fosse stato messo ai voti) che da statuto Lnd sarebbe passata con il sì del solo vice-presidente vicario, il tentativo di evitare l’immediato commissariamento con la convocazione dell’assemblea elettiva per il 22 gennaio, scelta presa da Pellizzari appena il giorno prima del consiglio federale del 4 novembre scorso che avrebbe già dovuto mettere la parola fine all’intera vicenda.

Undici giorni fa Gabriele Gravina aveva allora scelto la strada della cautela: invece di far mettere ai voti la decisione, ai consiglieri federali aveva letto una relazione chiusa con la decisione di chiedere un parere al Collegio di Garanzia del Coni.

Temeva possibili ricorsi, temeva tempi lunghi per la decisione, non voleva e non poteva chiudere l’anno senza ancora aver messo il punto.

E così ecco la decisione di chiedere un parere al Collegio di Garanzia: lo statuto della Lnd risponde ai principi informatori della Figc che deve rispondere a quelli fissati dal Coni?

Le anomalie – il bilancio non approvato dal consiglio direttivo, la singolarità del bilancio della Basilicata ancora da approvare, le voci su bilanci di altre Regioni quantomeno carenti – e la richiesta di ben più del 50% dei Comitati regionali – come possono essere affrontate? La palla l’avrebbe così passata direttamente al Collegio di Garanzia del Coni.

Eppure l’art. 34 paragrafo 12 dello Statuto riconosce la facoltà di richiedere alla Corte Federale d’Appello di esprimersi sulla legittimità relativa a conflitti di norme e statuti anche della leghe e delle componenti tecniche.

Niente da fare.

Forse, chissà il passaggio endofederale avrebbe potuto far nascere qualche intoppo.

E così il 4 novembre aveva spedito la palla nella metà campo del Coni, lì al Coni dove dall’estate Gravina siede in Giunta, lì al Coni dove ha saldato un asse di ferro con Giovanni Malagò, un tempo amico e alleato proprio di Sibilia (astutamente chiamatosi fuori dalla contesa, «la situazione Dilettanti? Una questione tutta interna al calcio»), lì al Coni dove alcuni giudizi mancano ancora delle motivazioni (è il caso della Basilicata, è il caso della Lombardia tanto che Pasquali, sfidante a gennaio di Tavecchio che intanto fa il commissario straordinario del comitato provinciale di Bergamo, s’è rivolto al Tar), lì al Coni dove è appena arrivato il via libera.

In appena dieci giorni il parere è arrivato.

Il pallone adesso è sul dischetto.

C’è solo da calciarlo.

Domani la Lnd sarà ufficialmente commissariata.

Il finale di partita era scritto da tempo.