Insieme Formia, la coppa è tua: Ad Artena fanno festa gli uomini di Gioia, ora c’è il Budoni nella fase nazionale

Insieme Formia, la coppa è tua: Ad Artena fanno festa gli uomini di Gioia, ora c’è il Budoni nella fase nazionale

LUISS – INSIEME FORMIA  1-3

 

LUISS: Tolomeo, Di Costanzo (33’st Salustri), Attia (30’st Sarrocco), Le Rose, Carbone, Rezzi, Fraticelli, Fabio (16’st Spizzichino), Rekik, Biraschi (23’st Renzetti), De Vincenzi. A disp. Poli, Pelullo, Neccia, Taricone Danesi, Rubolino. All. Stendardo

INSIEME FORMIA: Scognamiglio, Savarise (23’st Cesani), Martino, Viscovich (40’st Conte), Medici, Cabrera (16’st Cusanno), Jawara (1’st Ragosta), Gaita, Durazzo, Gabionetta (43’pt Djalo), Schiavullo. A disp. Mancino, Buglia, Sequino, Palma. All. Gioia

Arbitro: Ercole di Latina

Marcatori: 5’st rig. Viscovich, 15’st Attia, 29’st Djalo, 37’st Durazzo

Note: Giornata soleggiata ma fredda.

Espulsi Carbone (L) al 5’st per condotta fallosa e De Vincenzi (L) al 33’st per doppia ammonizione.

Ammoniti: Cabrera (IF) e Salustri (L).

 

La Coppa Italia di Eccellenza 2022/23 finisce nella bacheca dell’Insieme Formia, che al Comunale di Artena ha piegato con merito una Luiss che è comunque uscita dal campo a testa altissima nonostante sia stata costretta a chiudere addirittura in nove uomini a causa delle espulsioni di Carbone e De Vincenzi.

Tutte nella ripresa le quattro reti che hanno segnato il tabellino di un match che ha liberato la gioia dell’appassionata tifoseria formiana.

Classica fase di studio nei primi minuti, da segnalare solo un giallo sventolato dal direttore di gara sotto il naso di Cabrera per un fallo tattico.

Poi al decimo Durazzo gode di una discreta libertà e prova a scaldare il destro dai venti minuti: pallone sul fondo.

Tre minuti più tardi è Gabionetta a provarci su calcio di punizione quasi all’altezza del vertice destro dell’area di rigore avversaria, ma anche in questo caso la mira è imprecisa.

Al 18’ finisce fuori anche la punizione tirata da De Vincenzi sul versante opposto.

Quattro minuti dopo un uno-due della Luiss libera la percussione di Rezzi, ma il mancino dal limite del numero 6 biancorosso è strozzato e dopo una deviazione viene disinnescato dalla retroguardia ospite.

La Luiss però cresce ed al 22’ una ripartenza sull’asse De Vincenzi-Biraschi spedisce quest’ultimo al cospetto di Scognamiglio, bravissimo a chiudere lo specchio ed evitare il vantaggio degli universitari.

La partita è vivace.

Al minuto numero 25 una lunghissima rimessa laterale battuta da destra da Savarese diventa di fatto un cross in area per la testa di Jawara che però non riesce ad inquadrare la porta di Tolomeo.

Al 34’ altra ripartenza degli uomini di Stendardo con De Vincenzi che sventaglia a destra per Rekik e poi si fionda verso il secondo palo, ma non riesce per pochissimo ad arrivare sul cross del compagno.

Tre minuti più tardi un’azione un po’ confusa termina con una conclusione al volo stilisticamente apprezzabile di Schiavullo che prova dai venti metri, ma il portiere romano blocca in due tempi.

Al 41’ proteste formiane per un contatto in area-Luiss, ma Ercole sorvola e nella circostanza Gabionetta accusa un problema muscolare e costringe Gioia ad operare il primo cambio, inserendo Djalo.

Nell’azione successiva Durazzo trova il gol, ma la bandierina di Ciufoli di Albano Laziale era già alta da qualche secondo.

Segnalazione corretta, la posizione era chiaramente irregolare.

Dopo l’intervallo il tecnico dell’Insieme Formia si gioca il secondo slot dalla panchina: fuori il guizzante ma inconcludente Jawara e dentro l’esperto Ragosta.

Al 5’ l’episodio che spacca l’inerzia del match: la Luiss perde una palla sanguinosa al limite della propria area di rigore e Carbone stende nei suoi sedici metri Djalo.

Rigore e rosso per il centrale dei romani, con Viscovich che dal dischetto è glaciale: piattone mancino aperto e Tolomeo spiazzato.

La Luiss accusa il colpo ed un paio di minuti dopo il numero uno dei romani è bravo ad arrivare sul diagonale di Ragosta.

Al 13’ Cabrera, già ammonito, interviene rudemente su un avversario all’altezza della trequarti formiana, ma Ercole non estrae il secondo cartellino ai danni del mediano dell’Insieme Formia, scatenando le ire della Luiss.

Poco male, perché sugli sviluppi del calcio di punizione susseguente si sviluppa una mischia incredibile di fronte a Scognamiglio, finché la sfera termina tra i piedi di Attia che trova il guizzo giusto per firmare l’1-1.

I due tecnici cambiano: Gioia sceglie saggiamente di tirar fuori dalla mischia Cabrera, inserendo Cusanno.

Stendardo risponde con Spizzichino per Fabio.

La partita è intensissima.

Nonostante l’inferiorità numerica, la Luiss si batte leoninamente.

Al 23’ arriva un altro cambio per parte: i romani si giocano la carta-Renzetti, i sudpontini scelgono Cesani.

Al 25’ Djalo scalda il destro, ma spedisce altissimo, imitato centoventi secondi dopo da Rekik sul versante opposto.

Ad un soffio dalla mezz’ora un calcio di punizione dalla trequarti per l’Insieme Formia innesca una mischia furibonda in area e Carlos Djalo riesce a metterci il piede ed a far esplodere nuovamente la tribuna formiana.

Ormai è una partita a scacchi in campo e sulle panchine: Stendardo inserisce Sarrocco ed il neo-entrato ha sulla testa la palla del pareggio, ma la sua deviazione su corner di Rekik si spegne sul fondo.

Al 33’ De Vincenzi, già ammonito, reagisce ad una marcatura troppo stretta di Cusanno.

Gesto che per il direttore di gara vale il secondo giallo: Luiss in nove.

Con gli universitari comprensibilmente in affanno, al 37’ l’Insieme Formia chiude i giochi: pennellata da sinistra di Ragosta e comodo tap-in di Durazzo che firma la rete del 3-1.

Nel finale, i biancazzurri potrebbero implementare ulteriormente il bottino, ma sprecano un paio di contropiede interessanti.

Finisce con la festa formiana che si accende alle pendici dei Monti Lepini e che, dopo aver attraversato i Monti Aurunci, proseguirà per tutta la notte sulle rive del Golfo.

Applausi per la formazione di Roberto Gioia, che ora rappresenterà il Lazio in ambito nazionale, affrontando i sardi del Budoni, ma altrettanti ne vanno tributati anche agli uomini di Guglielmo Stendardo, che hanno portato una squadra universitaria laddove nessun ateneo in Italia era mai arrivato prima d’ora.