Di Alessandro Bastianelli.
L’ottavo posto in campionato ottenuto dal Tor Sapienza potrebbe far intendere una stagione anonima, ma il calcio non è solo numeri: essi vanno interpretati e messi a confronto con i contesti vissuti dai protagonisti.
I gialloverdi, società di puro settore giovanile dopo la rinuncia alla prima squadra di due anni fa, non hanno vissuto una stagione esaltante nel loro complesso. Colti da una crisi dirigenziale, privi di uomini in grado di legare alla società (ed ai risultati) gli svariati gruppi dopo l’abbandono di Dell’Uomo, i gialloverdi rischiano di perdere molte categorie dall’Elite.
I 2001 sono già retrocessi, mentre gli Allievi ed i Giovanissimi saranno costretti a disputare i play out, ultima spiaggia di un girone di ritorno terribile per entrambi.
Solo la Juniores Elite ha ottenuto una tranquilla salvezza, un campionato dignitoso arricchito dalla soddisfazione di poter sfoggiare il capocannoniere del girone B.
Jacopo Contò, classe 1996, è stato la punta di diamante di un gruppo solido e determinato, l’unico in grado di affrontare le difficoltà sfoggiando il sorriso, a volte amaro, e la coesione necessaria per giungere intatti al traguardo.
Attaccante moderno, esplosivo e reattivo nel breve ma dotato anche di una buona tecnica individuale, Jacopo ha guidato il suo Tor Sapienza alla salvezza siglando la bellezza di 22 reti, numeri che lo rendono il giocatore più prolifico del raggruppamento centro-meridionale, davanti a bomber, come Demofonti, Proia, Compagnone ed Abruzzetti, che la flora dell’area di rigore la vivono come il loro habitat naturale.
Siamo andati ad intervistarlo per ricordare i momenti più belli della stagione, per carpire sogni e speranze del puntero di Tor Sapienza.
Buongiorno Jacopo, visto che siamo in periodo di maturità.. sei pronto per l’interrogazione? Che tipo di giocatore sei, caratteristiche tecniche e idolo calcistico.
Questa la so!
Ho segnato tanti gol quest’anno, ma non mi ritengo un attaccante che opera solo nell’area di rigore, un semplice “rapace”. Mi piace giocare per la squadra e provare ad aiutare i compagni cercando di saltare l’uomo per avere la superiorità numerica.
Il mio idolo calcistico è sempre stato Roberto Baggio, un giocatore sconosciuto al calcio di oggi. Era fantasioso, aveva classe e soprattutto velocità, cosa che lo rendeva micidiale nell’uno contro uno. Con i debiti paragoni, provo ad ispirarmi a lui.
Vedo che in storia sei preparato. Fra i 22 gol che hai segnato quest’anno, qual è il più bello?
Senza dubbio quello contro il Colleferro, siglato in casa loro. Arriva un traversone dall’esterno, io colgo l’attimo e mi getto in tuffo sul pallone, a “pesce” si direbbe in gergo. Lo incrocio bene e scavalco il portiere, un gol che ricorderò sempre, mi hanno detto che ricordavo Van Persie ai mondiali..
Oggi sei in vena di paragoni importanti. Passiamo invece alla stagione vissuta dalla tua squadra: siete il gruppo che ha risentito di meno dei problemi societari del Tor Sapienza, avete ottenuto una salvezza tranquilla, tenendovi sempre ad almeno dieci-quindici punti dalla zona play out.
Come avete affrontato il mare in tempesta?
Ci siamo affidati ad un grande condottiero, mister Di Carlo. Siamo partiti molto bene, portandoci anche a ridosso della zona play off grazie a un periodo di forma importante.
Poi non siamo riusciti a fare quel salto di qualità che ci avrebbe permesso di occupare posizioni di vertice in classifica. Volevamo forse strafare, ed il troppo “stroppia”.
Mister Di Carlo ci ha tenuto uniti, dandoci la forza e l’umiltà per affrontare i periodi negativi, noi siamo stati bravi a capirlo e abbiamo risposto da grande gruppo.
Qual è stato il momento più difficile della vostra stagione e come vi siete rialzati?
Credo il periodo invernale, a cavallo fra il girone di andata e di ritorno. Incappammo in tre sconfitte ed in due pareggi che ci demoralizzarono molto, ma poi reagimmo alla grande contro il Pomezia vincendo per 3 – 0.
E’ stato uno spartiacque che ci ha ricondotto in zona tranquillità, lì è uscito tutto il nostro carattere.
Chi è il compagno che ti manda più spesso in gol?
E’ il capitano, Acciani, un grande amico dentro e fuori dal campo.
Lui è un numero dieci, un rifinitore, dai suoi piedi sono arrivati molti dei gol che ho segnato ed inoltre siamo riusciti a legare tanto anche fuori dal campo.
E il difensore che ti ha messo più in difficoltà?
Diciamo che spesso mi raddoppiano, quindi non posso darti un solo nome, ma ti dico una squadra in particolare: Vigor Perconti.
Hanno un reparto difensivo eccezionale, subiscono poco e sono bravi nell’anticipo, rendono davvero difficile la vita di un attaccante.
Quando segni, a chi dedichi i tuoi gol?
Alla mia famiglia, che mi segue sempre, ovunque andiamo, ed alla mia ragazza, Federica.
Con loro passo anche tanto del mio tempo libero, diciamo che glielo devo visto lo spazio che il calcio occupa nella mia vita. Gli allenamenti ti rubano tanto tempo e quando non devo giocare a pallone, o studiare, non ho dubbi con chi passare il tempo.
Siete un gruppo formato da molti ’96, per voi sarà l’ultimo anno da vivere tutti insieme, poi incrocerete altre strade.
Ti senti di dire qualcosa ai tuoi compagni dopo due anni passati insieme?
Beh non sono solo due anni, ma tre, visto che con alcuni di loro giocavo insieme fin dagli Allievi.
La scorsa stagione ho avuto un infortunio terribile, la rottura del legamento crociato, che mi ha impedito di giocare per tanti mesi. Non è facile riprendersi da questo tipo di imprevisti: anche quando sei guarito hai paura, non sai se riuscirai a tornare quello di prima e devi riprendere confidenza con il tuo corpo quasi partendo da zero.
Mi sento soprattutto di ringraziarli perchè per me hanno fatto tanto anche solo con la loro presenza, e se ho segnato così tanto il merito è anche loro. Gli obbiettivi si raggiungono insieme, remando tutti nella stessa direzione come abbiamo fatto quest’anno.
Per chiudere, nel tuo futuro cosa vedi? Hai qualche interessamento da qualche prima squadra? Come affronterai il passaggio fra i “grandi” ?
Intanto all’orizzonte ci sono le nubi della maturità, dovrò dribblare prima loro (ride ndr).
Ho avuto diversi interessamenti, anche da qualche squadra di Serie D che si è messa sulle mie tracce, ma non si è ancora concretizzato nulla.
Io cerco di vivere il calcio come un divertimento, ma so benissimo che per sognare ci vuole anche la testa. Il calcio è sacrificio, impegno e umiltà, è voglia di dimostrare giorno dopo giorno quel che si è in grado di fare. Se qualcuno mi darà l’opportunità, sono pronto all’appuntamento anche con i grandi.