A cura di Roberto Matrisciano
Una carriera spesa sui campi più importanti del panorama calcistico nazionale, fatta di 160 presenze in Serie B e 49 in Serie A, più le esperienze in Grecia ad inizio carriera e in Svizzera, a Lugano, verso la fine. In mezzo a tanti momenti felici, purtroppo c’è stato spazio anche per alcuni meno positivi, come la nota storia di Bari, con l’accusa e la successiva squalifica di sei mesi per omessa denuncia, riguardanti alcune partite truccate del club pugliese.
Da li alla fine della carriera il passo è stato veloce, e Massimo Bonanni, seppur ancora molto giovane, ha deciso di ricominciare la sua vita calcistica da allenatore, oramai diventato il vero e proprio obiettivo per la sua futura carriera. Dallo scorso Gennaio, quando prese il posto di Guido Rossi, è il nuovo allenatore del La Rustica, ma ancora un calciatore, quando decide di infilarsi di nuovo gli scarpini per aiutare la propria squadra.
I playoff solo sfiorati nella passata stagione, hanno rappresentato la prima delusione della sua nuova avventura, ma quest’anno l’ex di Roma e Lazio è deciso e più caparbio che mai nel voler riportare Spinetti e compagni nel massimo campionato regionale.
Mister, partiamo subito dalla vostra classifica attuale, nettamente migliorata rispetto alle prime uscite.
Cosa è cambiato nelle ultime giornate?
” Stiamo andando meglio perché sono i risultati che lo dicono, ma io fin dall’inizio sono stato sempre soddisfatto della mia squadra.
Anche quando i risultati non arrivavano, non mi sono mai allarmato perché vedevo sempre il giusto atteggiamento, sia negli allenamenti che nelle gare di campionato “.
Secondo molti addetti ai lavori il La Rustica anche nello scorso campionato era una squadra importante, ma arrivò quarta e non si qualificò per i playoff.
In questa stagione l’ossatura è rimasta la stessa, ma ancora non avete trovato una buona continuità e il girone sembra essere ancora più complicato.
Cosa manca davvero a questa squadra per riuscire a rendere secondo il suo potenziale?
” Sicuramente nella passata stagione è stato molto deludente non raggiungere i playoff, in quanto era un nostro obiettivo e che avevamo a portata di mano.
Abbiamo tutti la consapevolezza di essere una buona squadra, abbiamo cambiato poco e il problema in quel senso non si pone.
Io penso che riusciremo a fare la differenza quando riusciremo a giocare tutte le partite cercando di imprimere sempre il nostro gioco, il nostro ritmo, come siamo riusciti a fare nelle ultime due gare.
Dobbiamo trovare continuità sotto questo aspetto, solo dopo potremmo parlare di obiettivi importanti da raggiungere
Personalmente poi, voglio fare bene anche per ripagare la fiducia che la società ha riposto in me, affidandomi il La Rustica come prima esperienza da allenatore “.
Le prossime due gare, in trasferta con il Tor Pignattara e in casa con il Cantalice, sembrano essere alla vostra portata.
La vostra svolta passa da queste due sfide?
” Domenica sarà una partita fondamentale.
Se pensiamo che il Tor Pignattara sarà una squadra facile da battere perché ha solo un punto in classifica, allora abbiamo già perso in partenza.
Sono reduci da un pareggio importante in casa dell’Atletico Olevano, risultato che li potrebbe sbloccare mentalmente.
In più giocheranno davanti al proprio pubblico, dunque mi aspetto un avversario che scenderà in campo con il coltello tra i denti.
È chiaro che per noi è troppo importante dare seguito alle recenti vittorie, e nelle prossime due sfide ci giochiamo tanto “.
Nel mezzo ci saranno anche i Sedicesimi di Coppa Italia.
Ritiene di avere una rosa adatta per lottare su entrambe le competizioni?
” La squadra è stata costruita per far bene su tutti e due i fronti.
Vogliamo cercare di vincere proponendo calcio, e cercheremo di farlo in ogni partita.
La Coppa Italia per noi è un obiettivo importante quanto il campionato “.
Fino a poco tempo fa ancora era un protagonista in mezzo al campo, ma ormai è quasi un anno che ha iniziato questa nuova avventura alla guida di una squadra di Promozione.
Quali sono le prime differenze che ha notato tra i due ruoli?
” Forse ancora non noto tutte le diversità tra fare il giocatore e l’allenatore, perché quando la squadra ha bisogno, scendo ancora in campo.
Sicuramente posso dire che quando passi dall’altra parte della barricata non è mai facile, perché devi prendere delle decisioni, devi essere in grado di gestire un gruppo e comunque sento di avere più responsabilità di quando ero un calciatore.
Sotto certi punti di vista forse nel dilettantismo è ancora più complicato allenare, perché non si ha molto tempo per preparare le partite, dovendo far fronte anche agli impegni lavorativi dei giocatori, e quindi il poco tempo che si ha bisogna sfruttarlo al massimo.
Io mi ritengo molto fortunato perché a disposizione ho dei ragazzi molto motivati e disponibili, che con il loro atteggiamento vogliono far crescere me in questo mio nuovo ruolo, come io cerco di far crescere loro trasmettendogli la mia esperienza maturata sui campi “.
Allora ormai ha deciso, da “grande” vuole fare l’allenatore?
” Erano calate le motivazioni nel fare il calciatore, e quello che vorrei fare in futuro è esattamente questo.
Allenare è ormai l’obiettivo per la mia carriera “.
Nella sua importante carriera da calciatore, qual’è il ricordo più bello?
” Me ne vengono in mente due, e senza dubbio l’esordio in Serie A non lo dimenticherò mai.
Avvenne con la maglia del Palermo nella trasferta di Parma, e la partita finì in pareggio.
Un altro giorno speciale fu la firma con la Lazio, un’emozione davvero forte.
Comunque, ripensando a tutta la mia carriera, posso davvero dire con tutta sincerità che i momenti positivi superano di gran lunga quelli negativi “.