LA SABINA, PARLA GENTILI: ” A CORI ELIMINATI INGIUSTAMENTE. ORA VOGLIO CORPO E MENTE SOLO SUL CAMPIONATO”

LA SABINA, PARLA GENTILI: ” A CORI ELIMINATI INGIUSTAMENTE. ORA VOGLIO CORPO E MENTE SOLO SUL CAMPIONATO”

A cura di Roberto Matrisciano 

Vincenti ma Arrabbiati.

Questo forse è il giusto riassunto dell’attuale stato d’animo del La Sabina e del suo tecnico Fabio Gentili, il giorno dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia ad opera del Cori di D’Andrea, maturata, secondo la capolista del girone B, anche per via di alcune decisioni arbitrali piuttosto strane e penalizzanti. Sarebbe comunque troppo riduttivo riassumere la straordinaria stagione dei reatini solo in quest’ultima partita, e il tecnico ex Cre.Cas ci fa un’ampia panoramica di quello è stato e che sarà, sulla panchina del “Valle Tonda”.

Iniziamo dal Mercoledì di coppa.

Quanto vi brucia questa eliminazione?

” Tanto, soprattutto per come è maturata.

Fermo restando che il Cori è una grande squadra, e lo penso davvero, in almeno cinque occasioni siamo stati penalizzati da alcune decisioni arbitrali davvero strane e discutibili.

Il loro primo gol, su calcio di rigore, è nato da un fallo non fischiato a nostro favore, poi loro sono ripartiti, ma il fallo del mio giocatore è stato commesso abbondantemente fuori area.

Poi c’è stato il gol annullato a Prioteasa, e non si è capito perché.

Ma è stato proprio l’atteggiamento in generale a lasciarmi perplesso, direi proprio che non siamo stati fortunati.

Non penso altro, perché altrimenti non avrebbe senso che facessi l’allenatore.

Purtroppo siamo incappati in una giornata non felice del direttore di gara, come possono capitare a chiunque, ma che purtroppo ci ha penalizzato

Ora rituffiamoci subito nel campionato, perché sta arrivando il momento caldo della stagione”.

È comunque soddisfatto della prestazione dei suoi?

” La squadra mi ha dato una grande risposta dopo la sconfitta dell’andata.

C’è rammarico per come è andata a finire, ma la consapevolezza di aver fatto una grande gara.

Poi, se andiamo a vedere l’età media delle due formazioni, notiamo che la nostra tocca i ventitre anni, mentre la loro arriva a ventinove, e questo lo abbiamo pagato.

Con questo voglio dire che in gare ad eliminazione diretta, o di andata e ritorno, la maggiore esperienza può essere un fattore decisivo, soprattutto sotto il punto di vista della malizia e del saper affrontare determinate situazioni.

Certo, c’è anche il rovescio della medaglia, e la giovane età del gruppo può incidere positivamente sul campionato, un torneo più lungo rispetto alla coppa, nella quale possiamo fare la differenza per freschezza fisica, voglia di emergere e di scoprire il sapore della vittoria “.

All’inizio della stagione si pensava ad una squadra competitiva, che poteva far bene.

Ma nessuno avrebbe scommesso che a Febbraio potevate avere così tanti punti sulla seconda in classifica.

Qual’e il vostro segreto?

” Semplicemente ad inizio stagione ho fatto costruire una squadra ad alto tasso tecnico e molto giovane, perché mi sono sempre trovato molto bene ad allenare i ragazzi.

Ad essere sincero neanche io mi sarei aspettato tale rendimento e vantaggio sulle inseguitrici.

I playoff erano un obiettivo, ma non pensavo alla prima posizione.

A Dicembre siamo stati bravi a completare la rosa con gli innesti di Buscia e Di Benedetto, che ci hanno permesso di alzare il nostro livello sia in quantità che in qualità.

Al momento tutte queste scelte stanno pagando, ma voglio rimarcare il fatto che il campionato è ancora lungo, molto lungo “.

Visto il vantaggio accumulato, ora dipende tutto da voi.

Come pensa di gestire il vantaggio?

” C’è tanto equilibrio, ma se riusciamo a tenere un buon vantaggio nelle prossime sei gare, allora siamo ad un buon punto.

Ma questo girone non mi fa dormire sonni tranquilli, infatti se vediamo con attenzione tutta la classifica, notiamo molte squadre racchiuse in pochissimi punti.

Valle del Tevere, La Rustica, Poggio Fidoni, hanno tutte squadre importanti, e le difficoltà che hanno incontrato nel loro tragitto, soprattutto le prime due, fa capire meglio la qualità e soprattutto l’agonismo che regna in questo girone.

Per rendere meglio l’esempio, le dico che la trasferta di Domenica con la Giov.Hel., rappresenta un ostacolo non indifferente, nonostante ci siano più di venti punti tra noi e loro.

Nonostante le cessioni, sono una squadra organizzata e già so che sarà una battaglia sportiva sul campo, proprio come tante altre partite in cui l’abbiamo spuntata di un solo gol, e poi dovremmo essere bravi a lasciarci alle spalle l’amarezza per l’ eliminazione dalla Coppa Italia “.

Ritornando alla coppa, notiamo come le semifinaliste sono quasi tutte partecipanti nel girone C, e se fosse stato per l’ harakiri del Montespaccato ci sarebbe stato l’en plein.

Lei questo girone lo ha disputato da protagonista la scorsa stagione sulla panchina del Cre.Cas.

Ma è davvero così superiore rispetto agli altri?

” Si, senza dubbio è quello più completo.

Storicamente le società di Roma e Roma Sud sono più attreezzate, in grado di costruire squadre importanti.

C’è da fare anche un discorso mediatico dietro, in quanto è quasi sempre stato il girone più seguito.

Mi ricordo lo scorso anno, proprio quando ero al Cre.Cas., l’attenzione era rivolta molto sulla sfida tra noi e il Serpentara, e per farvi capire la durezza del girone, a noi non bastarono undici vittorie di fila per vincere il campionato, anche se poi trionfammo in Coppa Italia “.

La sfida di Forano con la Valle del Tevere dell’ 8 Marzo, la ritiene quella decisiva?

” A livello psicologico può incidere molto, sia in caso di sconfitta, che di vittoria.

Vedremo con quanto vantaggio arriveremo all’appuntamento, anche se dopo quella gara, mancheranno ancora otto gare, praticamente un’eternità.

Ad esempio nel turno successivo, ci sarà La Rustica-Valle del Tevere e noi in casa con il S.Angelo Romano.

È ancora tutto possibile, ancora non abbiamo fatto nulla, anche se a fine Marzo, proprio come in ogni stagione, sarà molto più facile arrivare a delle conclusioni su come andrà a finire “.

Nonostante la giovane età, questo gruppo ha dimostrato di non esaltarsi e non rilassarsi troppo dopo le vittorie, e la classifica sta lì a dimostrarlo.

È proprio in questi casi che si vede la mano dell’ allenatore?

” A livello mentale cerco sempre di dare equilibrio, insisto molto su questo punto.

È fondamentale non deprimersi dopo le sconfitte, così come evitare troppi entusiasmi ed illusioni dopo le vittorie.

Trovare questo equilibrio è troppo importante per raggiungere ogni obiettivo, e questo è stato reso possibile anche grazie alla disponibilità dei ragazzi, che hanno sempre avuto i comportamenti giusti.

Guardare una partita alla volta, perché la prossima è sempre la più importante, è questo il nostro motto “.

A cosa sarebbe disposto a rinunciare pur di portare La Sabina in Eccellenza?

” È un paradosso, ma sarei disposto a ricominciare anche dalla Promozione.

La vittoria finale sarebbe il giusto premio per i tanti sacrifici fatti da tutto il gruppo, e a me interessa quello, ho sempre messo gli interessi della squadra davanti alle mie soddisfazioni personali.

Avrà comunque degli obiettivi personali da voler raggiungere?

” Non nego che un domani mi piacerebbe allenare a grandi livelli, ma in questo nostro calcio dilettantistico, e con questa situazione attuale non è facile emergere.

Ma un sogno nel cassetto ce l’ho, ed è quello di portare il Monterotondo a grandi livelli.

Quando ho allenato lì, si faceva calcio quasi come a livello professionistico.

Mi piacerebbe portare questa piazza agli antichi fasti, anche allenando il settore giovanile.

Sono convinto che con qualche sforzo in più, e con progetti seri, si può portare il Monterotondo a fare la Serie D, con la possibilità di approdare anche tra i professionisti, la piazza lo meriterebbe e ci sarebbe un gran seguito.

Accorpare tutte queste squadre sparse per la città, farne un unico polo, e provare la risalita, sarebbe la soluzione migliore. ”