Lodigiani, le emozioni di Picci: “Ambiente eccezionale, sono grato di essere qui”

Lodigiani, le emozioni di Picci: “Ambiente eccezionale, sono grato di essere qui”

A cura di Matteo Lanzi

L’arte di sapersi reinventare, di andare oltre le vedute comuni di una carriera normale. Nonostante tutto, nonostante l’età. E’ in parte questa la storia di Antonio Giulio Picci, uno degli attaccanti più famosi ed apprezzati dell’intero calcio dilettantistico nazionale. Giramondo per vocazione, Picci ha calcato nella sua carriera i campi di mezza Italia, toccando l’apice nell’esperienza in serie B al Brescia, ma passando per piazze come Bari, Francavilla, Torre del Greco, Trani, Barletta, Lamezia Terme e tante altre. Ora, alla soglia dei 38 anni, una scelta di vita che si chiama Lodigiani. Un club storico per continuare a scrivere la sua di storia, inseguendo nuovi traguardi.

Antonio, iniziamo con una battuta: hai girato diverse regioni, il Lazio era una delle poche che ti mancava.

E’ vero, ormai penso me ne mancassero solamente 2 o 3 (ride, ndr). Sicuramente non potevo chiudere la carriera senza un’esperienza qui, è una regione con grande tradizione“.

Cosa ti ha spinto a sposare il progetto Lodigiani?

Non ti nascondo che le proposte erano molte, anche allettanti. L’elemento che ha fatto la differenza è stata la passione e la serietà mostratami da subito dal Presidente Andrea Simonetti e dal direttore generale Patrizio Melfa. Alla mia età sono tanti gli elementi da prendere in considerazione su questo tipo di scelte, ma quando ti senti voluto ed apprezzato come è stato nel mio caso è difficile rifiutare. Oltre a questo, una menzione particolare meritano le strutture che questa società offre: un centro sportivo come La Borghesiana non ha eguali a livello di Eccellenza, non ci manca veramente nulla. Un progetto enorme in una società storica, un amore a prima vista. Cosa altro sarebbe servito?

La Lodigiani è una società storica, che in passato ha toccato anche le vette del professionismo. Cosa conoscevi di questa realtà?

Per uno come me era impossibile non conoscere la Lodigiani: me la ricordo ai tempi della Serie C, anche se all’epoca veniva ancora affiancato il titolo della Cisco. Ciò che rappresenta presente, passato e futuro di questa società è lo storico Presidente Malvicini: lui è il fondatore ed a 91 anni ha ancora la forza di seguire con passione questi colori. Spesso, prima degli allenamenti, ci facciamo lunghe passeggiate nel centro sportivo e mi parla di tanti bei ricordi del passato. La sua passione è un motore inesauribile“.

Sei arrivato nel nostro calcio come un giocatore conosciuto ed apprezzato a livello nazionale. Come ti hanno accolto i compagni?

Ho il piacere di condividere lo spogliatoio con dei ragazzi eccezionali. Il gruppo è molto giovane ma di alta qualità: si allenano tutti con dedizione e metodo, aspetto non comune al giorno d’oggi. Molti di loro stanno trovando parecchio spazio anche a causa dei tanti infortuni che stiamo avendo, ma i risultati parlano chiaro. Mi sento come un fratello maggiore, sempre pronto a guidarli ed a consigliarli“.

Un inizio di stagione positivo per te ma, in generale, per tutta la squadra.

A 38 anni non è facile mantenere questi rimi, anche se comunque lo scorso anno ho messo a segno 31 reti…(ride, ndr). Sono contento del mio avvio anche perché non è facile essere protagonisti in questo girone: il livello è veramente alto ed ogni partita non è mai scontata, è necessario sudare fino all’ultimo anche con squadre sulla carta inferiori. Noi siamo una neopromossa ma stiamo recitando un ruolo da protagonisti. Il nostro obiettivo è fare bene ma non dobbiamo montarci la testa: l’importante è ottenere la salvezza il prima possibile per poi ambire alle zone medio-alte della classifica. A dicembre poi si tireranno le somme: magari con qualche investimento della società si potrà alzare ancora di più l’asticella…“.

Domenica big-match con il Colleferro, una delle candidate alla vittoria finale.

Penso che siano, insieme al Terracina ed all’Unipomezia, la squadra più attrezzata del campionato. Sarà una battaglia, ma come detto in questo girone non ci sono mai partite facili“.

Il nostro è un calcio d’alto livello che però ha perso quella passione a cui eri abituato al Sud.

Effettivamente qui non c’è l’attaccamento che trovi al Meridione da parte dei tifosi. Ciò è anche comprensibile: nella capitale la Roma e la Lazio la fanno da padrone, mentre in Puglia ad esempio si tifa più la squadra della propria città. C’è un maggior campanilismo, ma a volte questo è un bene: nella mia carriera posso dire di aver giocato partite di Serie D davanti a 10-15 mila tifosi, mica male!

Come si fanno 9 gol in 10 partite a 38 anni?

Il segreto è la fame: non credo di avere mezzi tecnici fuori dalla norma, ma quello che mi fa andare avanti è la voglia di lavorare, l’ambizione, il sogno di crescere ancora e raggiungere nuovi traguardi. Ho vinto 7 campionati nella mia carriera, 5 in Serie D e 2 in Eccellenza ma non mi voglio fermare. Nel calcio serve sacrificio“.

Un consiglio da dare sicuramente ai ragazzi più giovani.

Spesso arrivo al campo d’allenamento anche 2-3 ore prima e mi fermo a vedere gli allenamenti delle giovanili. Sono tutti ragazzi preparati e di gran qualità: auguro ad ognuno di loro un gran bene e cerco di stargli vicino il più possibile. Devono ambire a fare grandi cose, ma nulla è possibile senza l’amore per questo sport e la voglia di sacrificarsi ogni giorno“.

Insomma, Picci non si ritira.

Non ci penso neanche. Ogni anno, quando firmo per una squadra, prometto che andrò avanti se farò almeno 10 gol, quest’anno già a Novembre sto a 9 (ride, ndr). Mi sento bene e finché il fisico e la testa me lo permettono andrò avanti. Poi se i gol arrivano vuol dire che ancora ci so fare…“.

Ti vedi nel progetto Lodigiani anche oltre questa stagione?

Perchè no? Ripeto, la passione e la serietà della Presidenza e del direttore Melfa mi hanno convinto fin da subito ed ogni giorno che passa sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta. Sarò sempre grato a loro per quest’occasione. E’ difficile, devo ammetterlo, star lontano dalla mia famiglia, soprattutto dai 2 miei figli Giulia e Nicholas, che vivono in Puglia e possono venirmi a vedere solo durante il week-end. Lo faccio anche per loro, sono la mia forza”.

Non resta allora che augurarti un futuro roseo nel nostro calcio.

Il vostro è un movimento fantastico, avvalorato da addetti ai lavori di grande esperienza come quelli presenti nella vostra trasmissione: sto imparando a conoscervi e siete sicuramente la punta di diamante regionale a livello di comunicazione“.

Un personaggio che forse mancava nel Lazio: sicuramente un valore aggiunto per l’esperienza, la voglia e la passione che trasmette. Valori che si sposano perfettamente con quello che rappresenta la storia ed il nome della Lodigiani.