Un’avventura unica, in uno stadio unico, a tanti chilometri da casa, e con un finale da brividi.
Questa è stata la stagione di Michele Maragliulo, giovane direttore sportivo romano, capace, a soli 26 anni, lui che è un classe ’89, di affrontare a testa alta il ruolo da Ds in un club storico come la Triestina.
Dopo un anno a Trieste, Maragliulo torna a casa, torna nella Capitale: “E’ stata un’esperienza incredibile. Trieste è unica, c’è un calore intorno alla squadra fuori dal normale: sembra una tifoseria del Sud trapiantata nel Nord. Quella passata è una stagione che mi ha formato, mi ha dato tanto. Il campionato affrontato con la Triestina è stato molto difficile, considerato che al Nord c’è tanta qualità. La squadra si è compattata ed è riuscita a salvarsi,grazie a leader come Piscopo, Arvia, Bedin, Proia e Rocco. Ci tengo a ringraziare il Presidente Marco Pontrelli per l’opportunità che mi ha concesso. Gli sarò per sempre grato”.
Un anno difficile, la salvezza ottenuta solo al 120′ dell’ultima gara, con una rovesciata da brividi di Rocco: “Non ci credevo. E’ stata un’emozione indescrivibile. La squadra era a pezzi fisicamente in quel momento, e quella giocata inaspettata ci ha fatto esplodere di gioia. Meritavamo la salvezza, e conquistarla così è stato ancora più bello”.
Maragliulo fa ritorno a Roma, anche se ancora non sa quello che farà nella prossima stagione: “Chiaramente dopo un’esperienza di questo tipo mi piacerebbe continuare con una prima squadra. Provengo dal settore giovanile, lo amo profondamente, e continuerò il mio rapporto con l’Atletico 2000, che considero la mia casa in questo momento, però mi piacerebbe continuare a confrontarmi con il calcio “dei grandi”. Non ho fretta di trovare squadra, anche perchè, per come sono fatto, cerco un progetto serio, sano e competente, non una realtà improvvisata che non dia garanzie per il futuro. Ho avuto un paio di colloqui informali, ma ancora niente di definitivo”.