Di Alessandro Bastianelli.
La vittoria con la Roma e la bella prestazione a Manchester hanno portato il sarrismo sulla bocca di tutti: negli articoli dei quotidiani sportivi, persino sulle riviste meno inclini al calcio, si parla della mini-rivoluzione che Maurizio Sarri sta portando nel calcio, tanto a livello metodologico quanto di stile.
Ma il sarrismo, prima ancora che un argomento utile per riempire le colonne o le scalette televisive, è uno strano crogiolo di idealismo e cultura del lavoro. Spirito e materia, che si amalgamano nelle vite dei tanti Sarri che allenano in provincia, lontano dalle prime pagine e dalle esclusive Sky o Premium.
Marco Mariotti, che con Sarri ci ha anche lavorato sette anni fa a Grosseto, in B, è uno di questi.
«Ho mandato un messaggio a Maurizio dopo la gara di Champions per fargli i complimenti, ogni tanto ci sentiamo e sono felice che uno come lui sia arrivato a quei livelli – ci rivela il tecnico dell’Albalonga, contattato per un’intervista.
A livello di metodologia, Sarri è fra i primi cinque-sei in Europa. Credo che tutti noi allenatori, di qualsiasi livello, dovremmo prendere spunto da lui, sia dai suoi metodi di allenamento, sia dagli atteggiamenti che ha con i grandi giocatori: lo rispettano tutti, ha una grande credibilità fra i giocatori più carismatici, è un suo grosso merito essersi adattato a quei contesti lì, molto delicati».
Una doverosa premessa per un allenatore che, nonostante la dittatura del risultato, cerca sempre di far giocare a calcio le proprie squadre.
In questo momento ad Albano stanno arrivando anche i risultati, con l’Albalonga terza a 4 punti dalla vetta:
«La vittoria con il Cassino ci ha restituito qualche punto perso qua e là.
La classifica la guardiamo poco, siamo concentrati sul lavoro e al campo sento l’entusiasmo in tutte le componenti, dal gruppo ai dirigenti sino al Presidente.
Ci godiamo questo momento, quando hai i risultati dalla tua puoi anche giocare con tranquillità come stiamo facendo adesso».
Con gli ultimi due risultati infatti i castellani hanno ripreso contatto dal Rieti e dall’Atletico, che si sono affrontate domenica scorsa nello scontro diretto.
Spettatore interessato Mariotti, che in settimana ha rivisto la partita su Rete Oro News.
«Rieti e Atletico sono due grosse squadre, ma attenzione: non sono le uniche che puntano al primo posto – incalza Mariotti.
Io ricordo sempre che dietro ci sono squadre come Nuorese e Latina che hanno organici da primo posto e grande tradizione e pubblico, ma non escluderei neanche la possibilità che un’altra Arzachena possa imporsi.
Di outsider ne vedo parecchie: ci sono il Cassino, il Trastevere, il Monterosi, l’Ostiamare, ed anche noi scendiamo sempre in campo per vincere.
Difficile ora fare una griglia di favorite, anche perché a Dicembre, come ogni anno, il campionato cambierà volto..».
Intanto domenica al Pio XII arriverà proprio l’Ostiamare, compagine fra le più rognose e motivata a far bene dopo i due punti persi con il San Teodoro.
«Ostia è una piazza dove si lavora bene da anni – sottolinea l’ex allenatore della Nuorese – sia con i giovani che con la prima squadra. Non devo certo ricordare il curriculum di gente come D’Astolfo, Roberti e Proietti, poi hanno quel Bellini a centrocampo che è un grande valore aggiunto per corsa e dinamismo. Dobbiamo stare attenti, sono una squadra che ci somiglia anche nella maniera in cui cresce i giovani».
Ed è proprio sui giovani, e sul lavoro programmato per i prossimi anni ad Albano, che Mariotti vuole rimarcare l’impegno preso con l’Albalonga:
«In tanti ci chiedono se vogliamo mettere dentro qualcuno a Dicembre, ma io dico che siamo apposto così: sono orgoglioso della mia squadra e dei miei giocatori, che hanno ancora tanto potenziale, noi ce la giochiamo con tutti.
Al di là dei “vecchi”, qui vorremmo fare un discorso pluriennale basato sulla valorizzazione dei nostri giovani, abbiamo tanti ragazzi fra il ’96 ed il ’99 che nei prossimi anni potranno dare tanto a questa piazza.
Quando dico che dobbiamo apprendere da Sarri per metodologia, mi riferisco proprio a quel che stiamo provando a fare ad Albano: impostare una metodologia, scegliere gli uomini e i calciatori con le caratteristiche giuste e lavorare, lavorare tanto, senza proclami: solo con il lavoro possiamo far diventare grande l’Albalonga.
Io sono sicuro che possiamo farcela – chiosa Mariotti – perché tutto quel che facciamo è come se fosse frutto di un’unica mente. Con il Presidente e con Giorgio Tomei, un grande dirigente, ragioniamo come se fossimo un corpo unico.
Questa armonia può fare la differenza».





