Parlare con lui è sempre un piacere, perchè è come sfogliare una raccolta di giornali sportivi degli ultimi dieci anni.
Nelle cronache destinate al calcio che noi amiamo lui c’è sempre, da Ostia a Bassano Romano, da Monterosi a Soriano nel Cimino e ritorno.
Sul petto ha una buona collezione di medaglie, ma ti dà sempre la sensazione di guardare avanti e mai indietro.
Ed indietro non ha mai tirato neppure la gamba.
In campo, come nella vita.
Comincia su basi solide la chiacchierata con Simone Merelli, trentuno anni di vita vissuta con una buona percentuale di questi dedicati al calcio.
So che è fermo da quasi un mese.
Come sta?
“Purtroppo ho subito la frattura dell’indice della mano sinistra e mi sono dovuto operare.
Ora va meglio, anche se potrò tornare a disposizione del mister solo a partire dal prossimo 26 gennaio”.
Niente derby con la Nuova Sorianese dunque.
“No, e mi dispiace molto non esserci perchè tenevo molto a quella partita.
Sarà la partita degli assenti, visto che anche Maestà e Lazzarini saranno out.
Vorrà dire che insieme a Donninelli che ora ha smesso la partita vera la giocheremo sugli spalti”.
Immagino ci sia in ballo qualche scommessa tra voi…
“C’è un pranzo in palio, lo pagherà chi perde.
Peccato che Maestà abbia accampato un impegno personale per domenica.
Secondo me, la verità è che questo Real Monterosi gli fa paura…”.
Se dico Nuova Sorianese, cosa le viene in mente?
“Una bella avventura.
D’altronde, quando vinci, tutto quanto ti sembra più bello.
Il gruppo vero si è composto a dicembre, perchè di quello che aveva cominciato in estate eravamo rimasti solo io e Peppe Iacomini.
Ricordo con grande piacere il presidente, una persona dall’entusiasmo travolgente.
Soriano deve tenersi ben stretto Torroni”.
Se dico Camillucci, invece?
“Con il mister sono rimasto in buoni rapporti e non ho paura di dire la mia sull’argomento, perchè lui conosce benissimo il pensiero.
A Camillucci è stata data un’opportunità importante lo scorso anno, perchè in passato non aveva mai allenato in categoria ed era ancora acerbo.
Lui è stato bravo ad aggiornarsi anche sui metodi di preparazione, ma ha ricevuto anche una grande mano dalla squadra.
Una volta salita in Eccellenza, categoria profondamente diversa dalla Promozione, la società gli ha messo a disposizione giocatori dalla spiccata personalità.
So che loro hanno provato ad aiutarlo, ma credo che nel mister si fosse radicata la convinzione che non lo seguissero ed è finita come tutti sappiamo…”.
Ora c’è Scarfini.
E’ la soluzione giusta?
“Direi di sì, ed aggiungo che se fossero partiti con lui, forse adesso avrebbero qualche punto in più.
Lo dico con rispetto nei confronti di tutti, ma io sono una persona schietta e mi piace dire ciò che penso”.
A proposito di schiettezza, settimane fa Iannotti ha dichiarato in trasmissione che, se il Real Monterosi avesse chiuso il campionato al terzo posto, lui si sarebbe ritirato.
Vuole rispondere?
“Conosco Stefano, siamo amici e so come è fatto.
Anche lui è uno che non le manda a dire, però gli consiglio di stare attento, perchè questa squadra non ha intenzione di smettere di stupire ed a maggio potrebbe essere costretto a trovare un buon chiodo…”.
Però domenica avete perso male…
“Sì, ma abbiamo disputato una grande partita per oltre un’ora.
Non so cosa sia accaduto nella fase finale del match.
Forse abbiamo avuto semplicemente paura di vincere o forse si è trattato di un black-out che poi abbiamo pagato a carissimo prezzo.
Peccato che questo sia avvenuto in occasione della partita che forse avevamo interpretato meglio quanto a fase offensiva”.
Quella difensiva è un vostro fiore all’occhiello.
“Subiamo pochissimo e questo mi piace molto, perchè sono dell’avviso che una squadra costruisca le proprie fortune, cominciando dalla solidità difensiva”.
Che mi dice su Scorsini?
“Quando sono tornato a Monterosi non lo conoscevo.
Chi mi diceva una cosa e chi un’altra su di lui.
Ora che lo “vivo” da qualche mese posso parlarne solo bene.
Il mister è una grandissima persona, sempre pronto a stimolarti ed aggiornatissimo sulle avversarie.
La prima cosa che ha fatto è stato pensare alla difesa ed ha avuto ragione al 100%.
Scorsini ha dato un’impronta importante al Real Monterosi, non siamo lassù per caso e faremo di tutto per restare nei piani alti fino a maggio.
Abbiamo intenzione di scrivere altre belle pagine nella storia calcistica di questa società”.
Il campionato chi lo vince?
“La Viterbese Castrense, non ho dubbi.
E’ la squadra più forte ed andrà in D.
Ed aggiungo che il Rieti dovrà prestare grande attenzione alla Nuova Sorianese, che ha le carte in regola per insidiare ai sabini il secondo posto, ma che non dovrà più scialacquare punti preziosi come quelli lasciati alla Caninese…”.
Dopo oltre due lustri sui campi della nostra regione, quali corde si devono toccare per trovare ancora l’entusiasmo?
“Nonostante sia sposato da cinque anni, l’entusiasmo non è ancora venuto meno.
Scherzi a parte, per me il calcio è divertimento puro.
L’ho sempre vissuto secondo tale principio e sarà così per sempre.
Anche quando smetterò di giocare”.
E dopo allenerà?
“Non credo che sarei in grado di farlo.
Un tecnico, suo malgrado, deve essere dotato di alcune caratteristiche forzatamente negative che io non sento di possedere.
Piuttosto, penso che mi piacerebbe molto fare l’osservatore ed andare in giro a scovare talenti”.
Chiuda gli occhi e peschi dal suo archivio qualche faccia del passato.
Con chi le piacerebbe condividere nuovamente lo spogliatoio?
“Mi viene in mente Giordano Fioretti.
Ve lo ricordate?
Giocavamo insieme a Bassano Romano, lui era un animale ed io gli dicevo sempre che sarebbe arrivato.
Ora gioca a Catanzaro.
Ricordo con affetto anche Pozzebon.
So che ora è entrato in orbita-Chievo e gli auguro tutte le fortune”.
E lei non ha rimpianti per la sua carriera?
“Se devo essere onesto, non ne ho troppi.
Tutto sommato, è andata bene così.
Forse l’unico risale a quando decisi di rescindere con il Siena perchè, dopo avermi impiegato con la Primavera, il club aveva deciso di appoggiarmi in una D toscana.
Io ringraziai e me ne tornai a Roma per giocare nell’Ostiamare.
Se potessi tornare indietro, forse mi comporterei in maniera diversa, ma allora avevo diciotto anni ed ero una testa calda…”.
Pazienza, Merelli se lo è comunque goduto il calcio dilettante laziale.