A cura di E. A. Graziano
Camaleontico.
E’ questa la parola chiave che ben riassume la classifica del girone A di Eccellenza che vede 10 squadre che si contendono la testa della stessa in due punti di differenza.
E’ questa la parola che fa da leitmotiv nelle dichiarazioni di mister Amici che ai nostri microfoni, chiarisce i motivi della débâcle della scorsa settimana contro il Grifone e le dinamiche di questo Campionato.
” Senza Rieti e Viterbese a competere, il Campionato quest’anno si è livellato perché gli organici di chi compete sono molto simili.
Fino a domenica eravamo primi, la sconfitta contro il Grifone ci ha catapultato in decima posizione, ma pur sempre a due punti dalla prima.
E’ un campionato dove tutto può succedere che pur sembrando una frase fatta, rappresenta bene la realtà di quanto sta accadendo: questo è un girone dove non esistono squadre leader e squadre materasso, tutti possono competere e giocarsela alla pari in tutte le partite.
Forse si riuscirà a delineare i primi profili di pretendenti al titolo non prima di dicembre e della conclusione del girone di andata.
Solo allora ci si potrà sbizzarrire con pronostici e ipotesi di ogni tipo”.
Mister a cosa riconduce la sonora sconfitta rimediata domenica contro il Grifone?
Cosa è mancato al suo Montecelio? O cosa ha avuto in più il Grifone?
“Il calcio è fatto di episodi.
Poi sicuramente dobbiamo dar merito ai ragazzi di Boccaccio.
Noi abbiamo sbagliato l’approccio mentale alla partita e meritavamo di perdere, ma il risultato è impietoso per la partita giocata e le occasioni avute.
Certo, rimanere in dieci ha condizionato l’esito della partita.
Perdere il nostro portiere titolare per un fallo da ultimo uomo discutibile, ha compromesso il risultato.
Non avremmo comunque meritato di vincere, ma forse avremmo perso meglio di come è avvenuto.
A noi è mancato il sano agonismo e il Grifone non è rimasto a guardare”.
Alla luce di quanto ci siamo detti, si sente di definire degli obiettivi stagionali?
“Noi vogliamo far bene in Campionato ed in Coppa Italia.
Avendo contribuito alla vittoria sebbene con un’altra società, mi sento un po’ detentore di quel titolo.
Non ho alcuna intenzione di rinunciarci a priori.
E siamo ben consapevoli che l’avversaria del Cre.Cas che andremo ad incontrare è una formazione ben attrezzata, sia come squadra che come società.
Uscire al primo turno da questa competizione se non un fallimento, sarebbe quantomeno un episodio difficile da digerire.
Aver cambiato panchina ha acceso ancora più in me la voglia non solo di far bene, ma di ripetermi come allenatore in lizza per questo importante titolo
Fra la mia ex-squadra e la contendente al titolo dello scorso anno (la Viterbese, ndr.) c’erano molte differenze soprattutto in termini di budget.
Quella vittoria ha avuto un sapore migliore anche per questo motivo: io c’ho creduto e i ragazzi c’hanno creduto indipendentemente dai pronostici della vigilia e dalle difficoltà incontrate”.
Mister proprio l’incontro che vi accingete a giocare domenica contro il Ladispoli di mister Solimina, profuma dell’amarcord di quella finale a lei tanto cara, sebbene sedendo entrambi su panchine differenti.
Che sapore ha la partita di domenica per lei?
“Per Claudio Solimina ho una stima profonda sia come persona che come uomo di calcio.
E’ un professionista ed un vincente.
Sulla panchina della Viterbese ha scontato il fatto che più volte hanno interrotto il suo progetto: se gli avessero consentito di lavorare con continuità, avrebbe avuto anche risultati migliori di quelli conseguiti.
Detto ciò il passato rappresenta un bel ricordo, almeno per quanto mi riguarda in questo caso, ma ciò che conta è il presente ed il futuro: domenica sarà una partita difficile, ma importante.
Auguro il meglio a Claudio e alla sua squadra ma spero – precisa con tono ironico – a partire dalla giornata successiva alla nostra sfida.
Il mio auspicio è di disputare una buona gara dove a vincere sia il calcio: per questo mi auguro anche un fischietto all’altezza della situazione in modo che gli episodi non condizionino l’esito della gara” .
In chiusura mister, qual è il messaggio che sente di indirizzare ai suoi ragazzi alla vigilia della partita di domenica prossima?
” Occorre specchiarsi di meno, non concedere momenti di pausa ed entrare in campo con il sano agonismo sportivo e calcistico, ma sempre nel rispetto della compagine avversaria.
Il mio è un buon gruppo in cui vanno migliorati alcuni meccanismi di gioco sul campo, ma anche comportamentali.
Chiunque può essere un discreto calciatore, ma è con il giusto carattere che si diventa buoni calciatori”.
Che poi è la differenza fra un campione e un buon calciatore.
E’ tutta questione di mentalità.