Pomezia, l’onestà di “Callejon” Gamboni: “Noi obbligati a vincere. Gagliarducci? Secondo lui ho buttato dieci anni…”

Pomezia, l’onestà di “Callejon” Gamboni: “Noi obbligati a vincere. Gagliarducci? Secondo lui ho buttato dieci anni…”

(Nella foto in evidenza Tommaso Gamboni, in compagnia di Nazareno Cerusico, Alessio Bizzaglia e Federico Coculo)

 

 

Archiviato il rinvio della gara casalinga contro il Latina Scalo Sermoneta, arrivato a causa delle avverse (eufemismo) condizioni climatiche che domenica scorsa hanno imperversato nella nostra regione, il Pomezia si prepara in vista del match di domenica prossima a Ciampino contro l’Almas.

La sosta forzata è servita per immettere nuova benzina nelle gambe dei protagonisti di una formazione, quella rossoblu, che è ben conscia di ricoprire il ruolo di favorita d’obbligo del torneo.

Tra una seduta d’allenamento e l’altra abbiamo intercettato una delle punte di diamante della squadra di Gagliarducci, quel Tommaso Gamboni che potrebbe tranquillamente passare per una sorta di Callejon dei dilettanti, e non solo per la somiglianza nelle movenze.

Trentatre anni all’anagrafe, Gamboni è da anni uno dei calciatori più considerati nel panorama calcistico nostrano ed è uno dei pochi riconfermati dal club di via Varrone dopo l’altalenante stagione scorsa.

 

Tommaso, domenica mi pare evidente che non si potesse davvero giocare la gara in via Varrone.

“Ad un certo punto l’arbitro era indeciso sul da farsi, allora sono andato nello spogliatoio e sono tornato con il bagnoschiuma e gli ho detto: “Potremmo giocare a calcio saponato!”.

Scherzi a parte, non c’erano davvero le condizioni per scendere in campo…”.

Quest’anno si respira un’aria diversa al Comunale.

“La differenza rispetto alla passata stagione è tanta: l’anno scorso non c’era un vero gruppo e questo è stato il problema più evidente.

Senza gruppo non vai da nessuna parte nel calcio.

Adesso invece la musica è cambiata: ci conosciamo tutti molto bene, sappiamo pregi e limiti gli uni degli altri ed esiste un grande rispetto reciproco.

In squadra c’è gente di spessore.

Penso a Baylon, per esempio, ma anche a Fanasca, a Giannone, a Tajarol”.

gamboni-pomezia

Sembrate tutti molto proiettati verso l’obiettivo finale.

Questo campionato sembrate volerlo vincere a tutti i costi.

“Più che volerlo, dobbiamo vincerlo.

Lo dobbiamo innanzitutto ad Alessio Bizzaglia che ha compiuto sforzi enormi per questa società.

Noi dobbiamo ripagarlo a tutti i costi.

A lui sono molto legato: ci mette il cuore ma, se si accorge che giochi solo per speculare, va letteralmente in tilt.

Personalmente posso dire che mi ha sempre trattato come un figlio e spesso mi dice che devo chiudere la carriera qui a Pomezia”.

E tu cosa gli rispondi?

“Dico che, se arriviamo in Serie D, rimango volentieri.

La mancata riconferma a Monterosi mi è pesata moltissimo, ma ormai è acqua passata.

Penso di avere altre tre o quattro stagioni di calcio nelle gambe, dopo mi piacerebbe fare il dirigente…”.

CAPPONI E GAMBONI

Non sono pochi quelli che pensano che avresti potuto ambire ad un calcio diverso da questo…

“E’ vero, ma è andata così.

Magari se fossi nato una decina di anni più tardi, visto il livello generale del calcio in Italia, qualcosina in più avrei potuto farla”.

Anche Gagliarducci la pensa così.

“A modo suo.

Pensa che in occasione della prima di campionato, quando ho realizzato la rete del definitivo 3-1 contro l’Aces Casal Barriera, il mister mi ha quasi insultato dalla panchina”.

Prego?

“Mi ha detto: “Se ti decidi a fare qualche taglio in più, ne fai trenta di gol quest’anno!”.

gagliarducci

Non ha tutti i torti, però sono certo che ti fa pure qualche complimento.

“Te li fa, ma a modo suo e magari anche nei momenti meno attesi.

La stessa domenica, per esempio, mentre eravamo a pranzo con la squadra mi ha guardato negli occhi e poi mi ha detto: “Secondo me, tu hai buttato dieci anni di carriera giocando in Eccellenza”.

Il mister è fatto così, ormai mi basta guardarlo per capire cos’ha in testa (sorride)…

La sua maggiore qualità è anche il suo peggior difetto: le cose te le dice sempre a viso aperto.

In passato qualcuno c’è rimasto male, io ormai lo conosco bene e metabolizzo”.

E’ azzardato se ti accosto a Callejon per movenze e caratteristiche?

“Parliamo di un mostro, però più di qualcuno ha fatto questo paragone.

Lui è fenomenale nel trovare i tagli sul secondo palo, io devo impegnarmi nel cercarlo di più quel movimento”.

Il ruolo da favoriti comporta oneri ed onori: vi aspetteranno tutti al varco.

“E’ una difficoltà che mi è capitato spesso di affrontare in carriera.

Quando parti per vincere, sai che ogni domenica puoi affrontare gente che vuole superarti e dimostrare di valere più di te.

Al primo passo falso, tutti saranno pronti a puntare il dito contro di noi, ma dobbiamo accettarlo”.

Cosa che immagino abbiate fatto quando avete sposato il progetto di una squadra imbottita di giocatori di grande valore.

“Abbiamo una rosa in grado di vincere tutto, anche la Coppa Italia.

A Casal Barriera è toccato a Scacchetti partire dalla panchina, mentre dalle distinte di domenica era emerso che

sarebbe toccato a Giannone.

Sappiamo che può succedere.

A nessuno fa piacere cominciare dalla panchina, ma deve andarci bene per forza.

Gagliarducci ci ha spiegato la situazione con chiarezza fin dall’inizio e noi dobbiamo accettarla e fare di tutto per conquistarci, settimana dopo settimana, un posto nell’undici”.

Questo alimenta competizione però…

“E’ una competizione positiva, d’altronde le squadre non ti chiamano semplicemente perchè ti chiami Gamboni.

Se toppi una stagione, poi fatichi a trovare sistemazione.

Ieri, per esempio, abbiamo fatto un allenamento eccezionale, andavamo a tremila all’ora.

La squadra è cresciuta moltissimo rispetto al primo match stagionale, quando eravamo imballati.

Adesso stiamo molto meglio”.

L’Almas, vostra prossima avversaria, è dunque avvisata.

“Punteranno a fare bella figura, come tutti del resto.

C’è gente in giro che sembra non avere altro obiettivo stagionale, se non quello di battere il Pomezia.

Noi dobbiamo semplicemente pensare al nostro obiettivo”.

 

 

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