PORCELLI NON FA SCONTI AL SUO LA STORTA: “E’ LA SQUADRA PIU’ SCARSA CHE ABBIA MAI ALLENATO”

PORCELLI NON FA SCONTI AL SUO LA STORTA: “E’ LA SQUADRA PIU’ SCARSA CHE ABBIA MAI ALLENATO”

La soddisfazione per una salvezza che, grazie ai tre punti conquistati domenica ai danni della Guardia di Finanza, ora appare assai vicina si mescola all’amarezza di quel che non si è potuto progettare a causa delle note difficoltà di impiantistica del club ed alla delusione generata in lui da un organico che, salvo rare eccezioni, non gli ha dato le risposte che si aspettava.
Pino Porcelli non ci gira intorno.
La schiettezza dell’uomo è nota e lui vuole ribadirla ai nostri microfoni.
Dopo un biennio sulla Cassia, il suo futuro sembra lontano dal La Storta.
Lui lo conferma, lasciando aperto solo un piccolo spiraglio.
E tra una riflessione e l’altra commenta senza peli sulla lingua anche i campionati in corso…

 

Porcelli, il successo sulla Guardia di Finanza appare quasi decisivo in ottica-salvezza.
“Quella di domenica scorsa è stata una vittoria fortemente voluta da me e da un gruppo, sul quale però mi sento di dire una cosa…”.
Prego.
“E’ senza dubbio il più scarso che io abbia mai allenato e badate bene che io in panchina siedo da venticinque anni.
Di questa squadra salvo solo quattro o cinque elementi, per gli altri non farebbe alcuna differenza giocare in Promozione oppure in Terza Categoria.
Questa gente preferisce partecipare ai tornei amatoriali, piuttosto che allenarsi seriamente.
Spesso ho dovuto svolgere delle sedute con soli dieci giocatori presenti.
C’è voluta la pazienza mia e del nostro preparatore atletico Mirko Federici per arrivare alla fine.
A voi pare una cosa normale?”.
Non le pare un affondo troppo duro?
“Ma io l’ho già detto a quattr’occhi a chi di dovere.
D’altronde, nessuno mi ha mai imposto di dire questo o quello, perché tutti sanno che io dico sempre ciò che penso.
Questi ragazzi non hanno la testa giusta, mi hanno fortemente deluso”.
Una delusione che riguarda anche il terreno di gioco.
“Abbiamo una struttura da terzo mondo, siamo una delle poche società di Promozione ad avere ancora un campo in terra battuta.
Non voglio comunque farne una colpa alla società.
Nell’attuale situazione è già difficile capire se domani avremo ancora un campo…”.
Dalle sue parole sembra improbabile che resti a La Storta anche l’anno prossimo.
“Nella mia carriera non sono mai rimasto più di due anni nello stesso club, perché dopo cominciano ad emergere i difetti e le pecche reciproche.
L’unica eccezione resta la Romana Gas.
Ora come ora non vedo però l’opportuna programmazione.
Diciamo che c’è un grande punto interrogativo.
Non escludo neppure di ripartire dal settore giovanile, magari allenando una formazione di Allievi Elite”.
Intanto, domenica farete visita alla Boreale.
“Mi aspetto una partita difficile, è ovvio.
Sarò franco, cercherò comunque di impostare una partita a viso aperto.
Se proviamo a difenderci come contro l’Atletico Vescovio, prendiamo una goleada.
Meglio allora provarci, fermo restando che i tre punti che ci mancano per essere completamente al sicuro possiamo conquistarli in una delle successive partite, quindi non faremo drammi in caso di sconfitta”.
Chi vincerà il campionato tra Tolfa ed Atletico Vescovio?
“Io credo che le posizioni non varieranno di qui alla fine.
Al terzo posto chiuderà la Boreale”.
Qual è stata la maggior delusione del torneo, secondo lei?
“Pur essendo amico del loro tecnico e della dirigenza, credo che tale titolo spetti alla Compagnia Portuale, che ha perso per strada punti in maniera anche clamorosa contro squadre decisamente inferiori come lo stesso La Storta”.
Voglio pungolarla anche sull’Eccellenza.
È davvero un campionato così livellato verso il basso?
“Il livello si è abbassato per tanti motivi.
Fino a due, tre anni fa i giocatori facevano questo per mestiere, mentre oggi non è più così.
Adesso devono andare a lavorare e spesso ci si allena la sera.
Poi c’è il problema dei giovani.
L’anno prossimo entreranno in scena i ’98, appena usciti da un campionato Allievi Elite.
In ogni squadra dovranno essercene almeno tre più altri nove del ’95, ’96 e ’97.
La mia opinione è che si dovrebbe allestire una situazione a scalare, con la fascia d’età più giovane, in questo caso i ’98, che parte dalla Promozione, quella intermedia (i ’97) in Eccellenza ed i ’96 in Serie D.
In questo modo si darebbe loro modo di crescere ed acquisire esperienza ed i vari campionati disporrebbero di giocatori più pronti.
Sul fatto che questo sia un campionato scarso ha ragione un certo mio ex amico che lo ha dichiarato.
Però non degli ultimi cinquant’anni.
Diciamo degli ultimi tre”.
Che opinione si è fatto del Girone A di Eccellenza?
“Seguendolo dal di fuori, anche grazie alla vostra trasmissione, ho notato che molte squadre si sono alternate in testa alla classifica, ma secondo me non erano molto felici di essere lassù.
Con gli attuali problemi economici le squadre ci pensano non una ma mille volte prima di salire di categoria.
Il Villanova, ad esempio, aveva tutti gli strumenti per andare in Serie D, ma secondo me penserà prima a rafforzare ancor di più il proprio settore giovanile, prima di provarci concretamente”.
Se questa è la premessa, quale delle formazioni attualmente in lizza ha le carte in regola per lei?
“Beh, il Fregene c’è già stato in passato, mentre il Trastevere ha un tecnico che di quella categoria ha una grossa esperienza.
Probabilmente però quella più pronta in assoluto è lo Sporting Città di Fiumicino.
Secondo me, il campionato lo vinceranno loro, mentre secondo arriverà il Trastevere”.
Anche in questo caso le chiedo qual è stata la delusione del torneo?
“In primis il Real Monterosi e poi la Nuova Sorianese.
Hanno cominciato con tutta una serie di pre-ritiri, ritiri eccetera…
Io sono dell’opinione che chi fa atletica deve occuparsi di atletica, chi fa la boxe deve pensare alla boxe ed il calcio lo deve fare chi di calcio capisce”.
Chi si aggiudicherà, di contro, il Girone B?
“Qualche settimana fa, sul vostro sito avete fatto un sondaggio a tal proposito ed io ho espresso la mia preferenza per l’Albalonga.
Gagliarducci sarà anche un allenatore estroso, ma per me è il più bravo di tutti.
Con il suo carattere burbero riesce a tirar fuori il meglio dai suoi calciatori.
Anzi, al mio amico Raffaele Minichino voglio dare un suggerimento…”.
Quale?
“Si prepari ad invitare i castellani, perché domenica batteranno la Nuova Itri ed in D ci andranno loro.
Al secondo posto chiuderanno proprio i pontini”.
C’è un giocatore che, se ne avesse la possibilità, allenerebbe con piacere?
“Il mio pallino resta Romondini, l’ho sempre seguito.
Ha le qualità tecniche e caratteriali che piacciono a me”.
Recentemente si è fatto un gran parlare di arbitri di fuori regione
Lei cosa ne pensa?
“Secondo me, quelli che vengono mandati a dirigere le partite nella nostra regione sono i più scarsi.
Non è un premio, bensì una punizione.
La politica degli scambi non mi trova minimamente d’accordo.
La nostra classe arbitrale rappresenta un fiore all’occhiello.
In questa stagione non mi sono mai imbattuto in un direttore di gara impreparato”.
Altro giro, altra polemica: che ne pensa del turno infrasettimanale di domani?
“Credo sia stato un errore fissarlo per questa fase della stagione.
Adesso i giocatori sono cotti e si rischia seriamente di compromettere la regolarità del campionato.
L’anno prossimo lo farei disputare nella parte iniziale del campionato e magari giocando nel tardo pomeriggio”.
Di recente c’è stato chi ha puntato l’indice contro quegli allenatori che utilizzano le cosiddette “carovane” di giocatori.
Qual è il suo pensiero in merito?
“Io credo che sia giusto che un tecnico provi a portare con sé quei sei o sette giocatori di cui si può fidare.
La persona che recentemente hai intervistato e che ha contestato questo modo di fare è stata in realtà tra le prime ad attuarlo ed io stesso ho imparato da questa persona”.
Disponendo della fatidica bacchetta magica, quale dei tanti problemi del nostro calcio proverebbe a risolvere?
“Penso che ridurrei il numero delle squadre dei vari campionati.
Sedici potrebbe essere la quota di partecipanti giusta.
Inoltre, aprirei ai play-off e farei disputare la Coppa Italia solo ad un certo numero di formazioni”.
In che senso?
“Si potrebbe farla giocare alle prime otto classificate della stagione precedente con l’ovvia esclusione di chi è salito di categoria.
In questo caso troverebbero stimoli per la fase conclusiva del campionato anche le squadre di metà classifica.
Non sarebbe neppure male farla cominciare durante la fase di preparazione…”.
Provi a voltarsi indietro ed a tracciare un bilancio personale.
A suo avviso, il nostro calcio regionale è migliorato o peggiorato da quando è entrato a farne parte?
“Penso che a livello tecnico sia certamente peggiorato per colpa dei tanti allenatori scarsi che gravitano nei settori giovanili.
Ho visto personaggi che fanno i dirigenti per tre mesi e dopo ottengono una panchina.
Si guarda troppo al business e troppo poco alla crescita dei ragazzi.
Parlando di dilettanti, invece, direi che a causa della poca disponibilità economica si inserisce in squadra gente non idonea a partecipare ad un campionato di un certo livello.
Nella mia stessa squadra ci sono giocatori che qualche anno fa avevano addirittura smesso con il calcio e che adesso sta ricevendo telefonate da altri club in vista della prossima stagione.
Vogliamo poi parlare di programmazione?
Qui se salta uno sponsor, spesso la stagione è compromessa.
Lanciare giocatori verso il professionismo, oggi come oggi, è quasi impensabile.
Casi come quelli di Materazzi e Moscardelli rimarranno isolati per molto tempo”.