Un portiere notissimo agli addetti ai lavori Mario Izzo pur essendo solo del 1991, con stagioni su stagioni ad alto livello tra Ostiamare, San Cesareo, Pisoniano, Albalonga, Fregene ma ora il ritorno alla base alla Pescatori Ostia, dove ha iniziato a giocare da bambino nella scuola calcio dei gialloverdi del borghetto prima di andare al Savio ed iniziare il suo personalissimo giro del Lazio. Ma lui, spiega, si dice “felice perchè pur non ricevendo alcun rimborso, sono in una squadra che punta a vincere e rinverdisco i ricordi più belli di quando, per me, questo campo era tutto”.
A cura di Giovanni Crocè
Mario Izzo, fisico alla Peruzzi e stima immutata da parte di tutti i tuoi preparatori, eppure, sei dovuto ripartire dalla squadra dove hai iniziato a giocare, come mai?
La verità è che questo era l’unico posto dove giocherei sempre gratis a parità di proposte, ed oltretutto è ad un minuto da casa mia, nessuno sforzo e massimo piacere nel parare per questi colori. Qua tra me, Benvenuti e Calicchia, che sono i miei coetanei con cui giocavo fin dalla scuola calcio a ragazzi come De Gennaro, con cui sono grande amico soprattutto grazie alle vicende fuori dal campo, la parte più bella è che sono arrivato due settimane fa, ma conosco tutti. Purtroppo l’allenatore del Fregene che c’era prima dell’attuale (Vigna, n.d.r.) non mi vedeva proprio come si suol dire, e entro il 17 di settembre dovevo trovare una nuova soluzione per non stare fermo fino a dicembre. Con il D.s. Tortolano ci abbiamo messo trenta secondi a metterci d’accordo e li ringrazio. Ma sottolineo che con il presidente Ciaccia e la dirigenza del Fregene tutta non c’è stato mai nessun problema. Putroppo con questa regola devastante degli under, a 22 anni pur di giocare si è disposti anche a scendere di livello, ma punto a risalire presto.
Mario, hai girato tanto, ma hai fatto anche il grande salto da una squadra all’altra di Ostia, vestendo sia la maglia biancoviola che quella gialloverde, ti hanno mai rimproverato qualcosa?
Non ero molto preoccupati di questo ma so che ci poteva stare qualche sfottò soprattutto per parte di chi tifa Pescatori Ostia, ma per fortuna a parte qualche battuta, anche grazie al mio passato qua, non ho avuto problemi nè da una parte nè dall’altra. Mi fa piacere rimarcare però che tanti ragazzi della Pescatori Ostia vengono spesso poi richiesti dall’Ostiamare, segno che la nostra scuola calcio non ha nulla da invidiare a quella lidense, anzi. A me interessa solo giocare e migliorare, al resto non penso, perchè sono un tipo capace di farsi scivolare tutto addosso. Anche quando allenato da mister Ferazzoli ho vinto il campionato a San Cesareo, quasi mi dovevano squotere per farmi esultare (dice ridendo n.d.r)
Adesso voi nel gruppo A siete in ottima posizione, avete superato il turno in coppa e dopo il pari contro il Città di Fiumicino vi aspetta il Focene, dove gioca un’altro ragazzo, la punta Mucili, che ha fatto la scuola calcio con te: lo temi?
Temerlo no, perchè non bisogna avere paura di nessuno, ma so quanto è forte, soprattutto perchè da bambini facevamo più di una sfida: a volte gli paravo davvero tutto, ma anche lui mi ha fatto dei grandissimi gol. Io tendo spesso a dimenticare gli errori ma anche le grandi parate: di questo tiene conto ancora oggi mio padre, che mi segue dappertutto ed è il mio primo tifoso.
Se dovessi ricordare invece il più grande attaccante mai affrontato o avuto in squadra?
Rimango legato alla forza di “Sandrone” Bucri, di Ostia come me, che ho avuto il piacere di avere come compagno di squadra quando ero all’Albalonga, perchè aveva una forza trascinante, faceva decine di reti anche bellissime nonostante la stazza ed era, è, una persona positiva, divertente, che rimarrà nella mente di tutti gli appassionati di calcio dilettante.
Dove potete arrivare voi della Pescatori quest’anno? Potete ambire alla promozione?
Tecnicamente non ci manca nulla: forza fisica, velocità, panchina di qualità, affiatamento: tutti noi in rosa abbiamo almeno una annata nel settore giovanile della Pescatori se non di più, mister Fàraco compreso: lottiamo davvero per la maglia, non è una frase fatta, e soprattutto in casa tendiamo a dare il massimo ancora più che in trasferta perchè fin da bambini vigeva il motto, che tutti sanno, ovvero che “al Borghetto non si passa”. Possiamo farcela poi vedremo strada facendo. Tornare in eccellenza con questa maglia francamente non avrebbe eguali!
Il tuo modello di portiere e la tua fede calcistica?
Anche qua sono un tipo strano, credo, perchè sono cresciuto senza avere un vero idolo, come detto erano più gli osservatori esterni a dirmi che per struttura fisica e coraggio nelle uscite ricordavo Angelo Peruzzi, ma me interessava parare il più possibile e basta, sono sempre stato un tipo concreto, senza fronzoli. Per il resto tifo Milan pur essendo nato a Roma e cresciuto ad Ostia, ed in famiglia sono vere scintille quando con mio papà, di origini campane, c’è Milan-Napoli, altro che Ostiamare-Pescatori! Ah, se posso aggiungere una cosa….
Dicci, Mario….
Capisco che per la presenza concomitante nel gruppo A di Rodolfo Morandi, Ostiantica, Città di Fiumicino, Focene e Palocco, tanti allenatori, addetti ai lavori e calciatori siano convinti che per noi giocare con loro sia un derby, ma forse l’unico vero derby che noi sentiamo tale, nello spogliatoio della Pescatori Ostia, è quello col Morandi, perchè è una squadra di Ostia. Ma il vero sogno, in qualunque categoria, per tutti, inconfessabile ma reale, sarebbe tornare presto a giocare proprio Ostiamare – Pescatori in una sfida ufficiale. Tutti gli altri sono sfide di zona, ma perfavore, non chiamateli derby!
Sarà fatto, un saluto a te e buon campionato Mario…
Grazie a voi, grazie per l’intervista e invio un saluto a tutta la redazione di Sportinoro e a tutti gli appassionati, soprattutto quelli di fede gialloverde ostiense!