Quattrotto, made in Ostia sognando Reina: “l’Ostiamare non deve porsi limiti”

Quattrotto, made in Ostia sognando Reina: “l’Ostiamare non deve porsi limiti”

Di Alessandro Bastianelli.

Essere under, fare la Serie D, sapere di arrivare più tolleranza ma meno margini di errore, pena il ricambio con un altro.

Questo lo strano, paradossale, destino di molti portieri del quarto campionato d’Italia, a cui Alessio Quattrotto sembra sfuggire.

Il portiere classe ’97 è infatti un prodotto doc del settore giovanile biancoviola. Al quinto anno di stanza all’Anco Marzio, il giovane estremo difensore ha acquisito continuità anche in prima squadra, alternandosi con un’istituzione come Davide Barrago.

Merito non solo della giovane età, ma anche dell’esplosività e della reattività indispensabili per un portiere moderno. Con annesso un mancino di qualità, altro requisito preferibile del portiere anni 2010.

Con la pausa per il Torneo di Viareggio a spezzare il campionato, lo abbiamo intervistato per analizzare il momento biancoviola dal suo punto di vista: che il portiere avesse una prospettiva più ampia è cosa risaputa..

Buongiorno Alessio, la pausa arriva in un buon momento per l’Ostiamare.

Dopo tre vittorie consecutive non era forse meglio giocare ancora?

«In realtà credo che ci faccia bene fermarci e rifiatare, abbiamo speso molto nell’ultima serie di partite.

Oltretutto affronteremo una formazione che sta ritrovando entusiasmo. Mi dicono che i tifosi sono tornati a seguire la Torres, che con il nuovo allenatore sta giocando su altri livelli rispetto a questo inverno.

Servirà molta personalità per tornare da Sassari con un risultato positivo, ma abbiamo tempo per prepararci bene».

Tre vittorie nelle ultime tre partite vi rilanciano in alto.

E’ una grande stagione per l’Ostiamare, questi play off sono alla vostra portata?

«Sicuramente adesso siamo più tranquilli di qualche mese fa, l’obiettivo è raggiunto e possiamo giocare con tranquillità.

Nello spogliatoio abbiamo fatto una specie di patto: gli obiettivi dobbiamo porli noi stessi, nessuno deve sentirsi appagato perché abbiamo una bella occasione davanti.

Se manterremo questa personalità non vedo perché porci limiti…».

Per il titolo invece quale squadra vedi favorita?

«Il Rieti, senza dubbio.

Gli amarantocelesti mi hanno fatto una grossa impressione, non solo per i gol che ci hanno fatto. Hanno qualità e quantità e alcuni giocatori decisamente di altra categoria, basti pensare che contro di noi fu Marcheggiani a dare il cambio a Scotto, infortunato.

Credo siano la squadra da battere».

Ti alterni con un grande portiere come Davide Barrago.

Che rapporto c’è fra voi?

«Sono davvero onorato di giocare ed alternarmi con Davide Barrago.

Oltre ad essere forte, ha una personalità da leader. Ultimamente Davide ha giocato poco, ma è stato il nostro primo tifoso dalla panchina, mai una parola fuori posto o una lamentela, un grande esempio per tutti.

Ha un carattere forte e tosto, in più ci fa morire dalle risate, per noi è fondamentale averlo in squadra e per me fonte di stimolo e miglioramento».

In cosa puoi migliorare e quale credi che sia il tuo punto di forza.

«Sono apprezzate le mie qualità con i piedi e la mia reattività, ho un bel sinistro con cui aiuto la squadra nei disimpegni.

Devo migliorare molto sulle uscite alte e basse, un argomento delicato per i portieri, specialmente per me che non spicco in altezza.

Il mio punto di riferimento è Reina, è un portiere a cui somiglio molto: non altissimo, bravo coi piedi e nella reattività.

Mi manca anche un po’ di pazzia, sono un po’ troppo tranquillo per essere un portiere. Ma ci sto lavorando su (sorride ndr)».

Tu ed Enrico Ferrari siete gli unici due superstiti della finale Allievi Elite persa con il Savio nel 2014.

Ti senti legato all’Ostiamare?

«Sono qui da cinque anni dopo l’esperienza all’Urbetevere. Sono fortunato perché gioco per la mia città, questo è un grande stimolo per me oltre che un onore.

Aver perso quella finale un po’ mi pesa, anche a distanza di anni, ma l’ho presa come un passaggio della mia carriera qui all’Anco Marzio. Spero di restare ancora a lungo».

Cosa ti servirà per continuare a giocare a questi livelli dopo la fine dell’età di Lega? La regola degli under prima vi aiuta, poi vi penalizza…

«Il prossimo anno e mezzo sarà un periodo fondamentale per me.

Innanzitutto dovrei crescere qualche centimetro, ma almeno su quello non dipende da me (sorride ndr).

Penso che la costanza e la dedizione in allenamento siano importantissimi a questi livelli, non puoi mai sentirti arrivato e devi lavorare molto sulla testa per tenere bene il tuo obiettivo personale in mente».

Scontato chiederti quale è il tuo.

«Sarebbe fantastico riuscire a guadagnarmi una speranza nel professionismo con questa maglia, io ci credo e ci provo tutti i giorni durante gli allenamenti, ma serve ancora tanto sacrificio e lavoro».