Albalonga – Rieti, parola a Dionisi: “Domenica non sarà decisiva, ma conteranno motivazioni e gruppo”

Albalonga – Rieti, parola a Dionisi: “Domenica non sarà decisiva, ma conteranno motivazioni e gruppo”

Dionisi Rieti rid

Di Alessandro Bastianelli.

Ministro della difesa, cuore reatino o vecchia volpe, usate le locuzioni nostalgiche che preferite.

Matteo Dionisi vive però la sua stagione al Rieti con serenità e professionalità, quella che tutti si aspettano da un giocatore del suo pedigree.

Fratello di Federico, calciatore del Frosinone, difensore vincente da Rieti, a Padova sino a Pordenone (dove condivise i successi con Carmine Parlato, suo attuale allenatore), Matteo vive con serenità e professionalità un’annata che potrebbe essere storica per la sua città, che guarda caso è la stessa per la quale gioca.

Domenica si metterà al centro della difesa, insieme a Scardala, impegnato a fronteggiare i movimenti di Nohman, gli inserimenti di Sabatini e via dicendo.

Domenica c’è Albalonga – Rieti, una partita non proprio come le altre, e Dionisi ce la presenta in un’intervista rilasciata alla redazione di Sportinoro.

Matteo, il Rieti sta dimostrando un’ottima continuità, ma i risultati conseguiti sinora passano in secondo piano se pensiamo all’imminente sfida con l’Albalonga.

Secondo te ci si gioca la stagione domenica?

«Mi sembra eccessivo definirla “la gara dell’anno”, anche se è una partita molto importante.

Vero che stiamo in ottima forma, ma mancano ancora tante partite a fine campionato e il risultato di domenica non sarà decisivo per il nostro destino.

È una partita che ha il suo valore, un impegno che va preso con le molle e con concentrazione, dal momento che affrontiamo un’ottima squadra che sta facendo benissimo».

Voi potete chiudere i giochi per la C, l’Albalonga potrebbe riaprirli.

Per un calciatore quale dei due stimoli è più forte?

«È una bella domanda, da dentro ti posso dire che le motivazioni faranno sicuramente la differenza. Ne abbiamo tante sia noi che loro, e chi riuscirà a gestirle meglio avrà un vantaggio nello sviluppo della gara.

Continuo a pensare che un passo falso di una delle due squadre non sarà decisivo, e questo lo dico soprattutto pensando a noi: se pensiamo che una vittoria domenica ci spiani la strada verso la Serie C, o che una sconfitta comprometta tutto, ci sbagliamo di grosso: i conti si fanno a Maggio e dobbiamo affrontare questa partita con la consapevolezza che rappresenti una tappa nel nostro percorso».

Claudio Corsetti, Albalonga
Claudio Corsetti, Albalonga

L’Albalonga non avrà Corsetti, squalificato. Credi che cambieranno qualcosa per ovviare a questa pesante assenza?

«Anche a noi mancherà un giocatore importante come Giacomo Biondi, le assenze fanno parte del gioco e ricordo che ci sono tanti ragazzi validi dietro i titolari.

Non credo in cambi di approccio, nessuno si vuole snaturare, in gare come queste si parte dalle certezze: sia noi che loro disponiamo di rose lunghe che ci permettono tante scelte».

Tu sicuramente tornerai al centro della difesa, dopo alcune apparizioni come terzino.

Come ti trovi da esterno?

«Conosco mister Parlato da tanti anni, lui sa come posso essere utile alla causa, non ho problemi a giocare in fascia né ad accomodarmi eventualmente in panchina, perché Parlato fa giocare chi merita».

Già che ci siamo, tracciami un ritratto di mister Parlato: è lui il vero segreto del Rieti quest’anno?

«Il mister è esperto ed è molto bravo a farsi capire ed a trasmettere ai giocatori le sue idee di calcio, ho giocato con lui a Padova e Pordenone e lo stimo tantissimo, la sua bravura rappresenta un valore aggiunto.dionisi padova

Detto questo, qui a Rieti si partiva però da una base importante: abbiamo trovato un gruppo che lo scorso anno ha fatto bene senza raccogliere ciò che meritava, una struttura societaria forte e adeguata all’obiettivo che ci siamo predisposti, ed un ambiente vivo e appassionato.

Il vero segreto qui a Rieti è che ogni componente è valida e di livello, tutti lavorano con professionalità in vista dell’obiettivo, dal gruppo alla dirigenza, al Presidente Curci che ci sta sempre vicino».

Tu la C con il Rieti l’hai già fatta da giovane, senti qualche responsabilità in più?

«Giocare e vincere un campionato da ragazzino (nel 2004 ndr) è stato meraviglioso, rivivere un’annata di vertice con anni di esperienza alle spalle ha un sapore diverso, ma egualmente emozionante.

Magari io, Stefano e Mati (Scardala e Cuffa ndr) abbiamo più esperienza fra i pro, ma qui ci sono ragazzi giovani come Luciani e Tirelli, tanto per fare due nomi, che stanno maturando moltissimo anche sotto il profilo mentale.

Scardala
Scardala

La mia responsabilità è quella di trasmettere ai giovani la serietà necessaria per portare a termine un obiettivo impegnativo, ma affascinante, come il nostro».

Tuo fratello Federico ti sta dando qualche consiglio per questa sfida?

Curci e Marcheggiani
Curci e Marcheggiani

«Mai dati consigli a vicenda, anzi! Fra di noi ci prendiamo spesso in giro, lui è juventino mentre io sono milanista, già da questo puoi immaginare come sono le nostre discussioni sul calcio (ride ndr).

A parte gli scherzi, le ultime vicende familiari che abbiamo vissuto ci hanno unito ancora in più, ci vogliamo molto bene e viviamo la nostra fratellanza in maniera goliardica, ma con affetto.

Siamo orgogliosi delle soddisfazioni che ci siamo tolti, senza nessuna invidia o rimpianto, stiamo spesso insieme, abbiamo due figlie piccole, siamo una famiglia molto unita».

Carmine Parlato Allenatore Rieti
Carmine Parlato Allenatore Rieti

Hai giocato quasi sempre fuori regione, rientrando soltanto nel 2009 e nel 2011.

Come valuti il livello del calcio laziale rispetto alle altre regioni?

«Il calcio laziale è un mix fra tecnica e forza fisica, ci sono le sarde nel girone che aumentano la fisicità del girone, è un campionato tosto da giocare, non puoi rilassarti mai.

Al nord è radicalmente diverso: c’è un gioco più pulito, giocatori più tecnici, strutture migliori e una filosofia diversa»

Non ti chiedo un pronostico perché immagino la tua risposta, però ti chiedo quale dei tuoi compagni di squadra potrebbe fare la differenza.

«Domenica spero che farà la differenza il gruppo, perché sinora è stato il nostro punto di forza

Se siamo dove siamo adesso è grazie al gruppo, tutti, nessuno escluso. Credo che ci meritiamo quel che stiamo vivendo e lavoriamo per continuare a fare bene».