ROCCASECCA-MANCONE, L’ADDIO E’ UFFICIALE. IL TECNICO: “SPENDERE PER ALLENARE? SE AVESSI I SOLDI, MI COMPREREI UNA CASA…”

ROCCASECCA-MANCONE, L’ADDIO E’ UFFICIALE. IL TECNICO: “SPENDERE PER ALLENARE? SE AVESSI I SOLDI, MI COMPREREI UNA CASA…”

Era una possibilità concreta da tempo ed oggi è divenuta una certezza.

Davide Mancone ed il Roccasecca si separano.

Il tecnico lascia il club biancazzurro dopo una collaborazione durata sei anni, salvo la breve parentesi spagnola ad Alicante, durante la quale ha riportato due volte i ciociari in Eccellenza (la prima volta con Riccio, la seconda da allenatore in pectore, ndr), ha contribuito concretamente a riqualificare il settore giovanile e nell’ultima stagione ha conseguito una tranquilla più salvezza di quella arrivata ai play-out dodici mesi prima.

Ex difensore centrale di Cassino, Isola Liri, Gaeta e Lupa Frascati e tecnico tra i più promettenti della nostra regione, a giudizio non solo di chi scrive ma anche di numerosi addetti ai lavori, Mancone si è concesso ai nostri microfoni per una breve intervista a tutto tondo.

 

Possiamo dire ufficialmente che non guiderai il Roccasecca nella prossima stagione?

“Sì, lo confermo.

Ho manifestato alla società l’intenzione di rifiutare la riconferma sulla base della mancanza di stimoli personali.

Ringrazio comunque il Roccasecca per la possibilità offerta”.

mancone roccasecca

 

Cosa ti ha indotto a non proseguire la tua avventura su quella panchina?

Ripetere gli stessi gesti e gli stessi protocolli per sei anni alla fine stanca.

Sono dell’opinione che allenare non sia un lavoro normale.

Se lo fai tanto per timbrare il cartellino, finisci per inficiare il tuo lavoro e quello di chi ti sta intorno”.

Provi amarezza per come si è conclusa la tua storia da tecnico a Roccasecca?

No, era terminata male la volta precedente.

Ieri, nell’incontro con De Carolis, a tratti si è sfiorato il romanticismo e per due che in campo interpretavano il proprio ruolo con grinta e che non hanno mai lesinato complimenti è stata una bellissima soddisfazione.

Penso di aver fatto il mio dovere, ho accompagnato la società ad un livello accettabile.

Per il salto di qualità adesso ci penseranno loro…”.

So che da qualche tempo hai cominciato una collaborazione con il settore giovanile dell’Udinese.

Puoi parlarcene?

“Sono un osservatore addetto al controllo delle scuole calcio affiliate e segnalo giovani.

È divertente”.

mancone udinese

E’ un ruolo che ritieni congeniale alle tue caratteristiche?

“Senza voler peccare di presunzione, io posso fare tutto nel calcio, anche il presidente, oltre che l’allenatore.

Non ho le capacità economiche per farlo però”.

Se le avessi, ti compreresti una società o una panchina?

“Nessuna delle due.

Se avessi soldi mi comprerei una casa”.

Alcuni tuoi colleghi hanno diversificato la propria attività, magari riproponendosi come direttori sportivi.

Una situazione del genere la prenderesti in esame?

“Io sono un animale da campo, non faccio il commercialista.

So che non in molti hanno potuto verificarlo, ma è la descrizione che mi piace dare di me stesso e me la do da solo”.

Se potessi tornare indietro al momento in cui mentalmente hai deciso di provare a fare l’allenatore, una volta appesi gli scarpini, faresti nuovamente questa scelta?

“Certo.

La mia vocazione era quella.

Giocare a calcio era una passione non un lavoro per me, allenare invece l’ho visto sempre come una vocazione”.

Facciamo un gioco.

Anno 2016: fare l’allenatore tra i dilettanti nel Lazio è…?

Non l’ho ancora compreso.

Ai posteri l’ardua sentenza”.

Cosa provi quando vedi un collega che ogni anno trova puntualmente una panchina, senza magari aver vinto nulla da tecnico?

“A dire il vero, nulla di particolare.

Io ho vinto solo un Campionato di Promozione, quindi non posso certo pretendere più di quel che ho avuto.

Ho avuto le mie occasioni e ne sono riconoscente sia al Roccasecca che all’Hercules”.

Supponiamo che domani ti chiami una società di Promozione.

Tu ascolti cosa ha da proporti, prendi in considerazione concretamente l’idea o rifiuti a prescindere perchè ormai vuoi cimentarti in categorie diverse?

Io ascolto sempre tutti, perchè mi hanno insegnato a rispettare sempre chi ti propone di lavorare.

Oggi il mio sentimento è non lavorare per caso.

Se ci sono buoni stimoli bene, altrimenti posso fare altro”.

lucidi serpentara

Mi fai tre nomi di allenatori che stimi?

“Lucidi, Lucidi e Fabio lucidi, senza mancare di rispetto a nessuno.
Però ce ne sono tantissimi veramente bravi ma non li conosco approfonditamente”.
Continueresti ad allenare tra i dilettanti qui nel Lazio oppure ti vedi magari in un’altra regione?
“Vediamo quel che arriva per il momento non ho preclusioni ma nemmeno idea (sorride)…”.