ROSSI-RAPPRESENTATIVA, E’ DIVORZIO: “CICLO FINITO, QUESTE SCONFITTE DEVONO FARCI RIFLETTERE”

ROSSI-RAPPRESENTATIVA, E’ DIVORZIO: “CICLO FINITO, QUESTE SCONFITTE DEVONO FARCI RIFLETTERE”

Di Alessandro Bastianelli.

Aleggiava nell’aria da tempo, precisamente dalla precoce eliminazione della sua rappresentativa al Torneo Delle Regioni. Adesso la voce prende definitivamente i contorni dell’ufficialità.

Maurizio Rossi lascia la Rappresentativa Juniores del Lazio, a distanza di un mese dalla fallimentare esperienza in Lombardia. Lascia però a conclusione di un lavoro importante con le varie Rappresentative, che lo hanno portato a vincere quattro titoli in sette anni di lavoro, mantenendo comunque le deleghe all’attività di base del Settore Giovanile Scolastico.

Naturale che non ci sia soltanto amarezza, ma anche un po’ di orgoglio nelle sue ultime parole prima dell’addio, rilasciate in esclusiva a Sport in Oro. Senza farsi mancare qualche piccolo appunto che, col senno del poi, sarebbe dovuto non rimanere inascoltato.

Rossi, dopo sette anni finisce la sua avventura al timone di una Rappresentativa regionale.

Com’è possibile passare dal successo strepitoso della scorsa stagione ad una debacle del genere?

Non vorrei rubarle il mestiere (ride ndr), ma vorrei chiedermi anche: com’è possibile che, in un anno storico per i club laziali a livello nazionale, le nostre rappresentative abbiano conseguito tre eliminazioni al primo turno?

Io le mie risposte le avrei, anzi ne ho una sola: non eravamo assolutamente nella condizione fisica adeguata per un torneo del genere, programmato per giunta a inizio Giugno.

I ragazzi erano ormai scarichi, fermi da molto tempo e senza il ritmo partita. Non correvamo come gli altri, ci sono mancate aria e gambe.

Eppure qualcuno aveva anche parlato di frizioni fra staff e giocatori, di ragazzi poco motivati e senza voglia di vincere..

Sono tutte falsità.

Ai miei giocatori non posso rimproverare certamente la motivazione, tant’è che ce la siamo sempre giocata ad ogni gara. Tanto chi gioca in Eccellenza, quanto chi ha disputato la Juniores Elite voleva concludere benissimo il proprio percorso in Rappresentativa, ho visto tanta delusione e mortificazione nel gruppo al termine della seconda partita.

La verità è che non si può pensare di fare un torneo del genere senza una preparazione fisica adeguata.

Io avevo posto questa esigenza al Comitato, chiedendo un piccolo ritiro e qualche allenamento in più per ridare vigore ai ragazzi, ma sono rimasto inascoltato.

Le sconfitte delle Rappresentative impongono una riflessione all’interno del nostro Comitato.

Secondo lei quanto può aver influito il limite di due convocazioni per squadra? E’ una regola da rivedere?

Non credo abbia avuto il suo peso decisivo, d’altronde non dimentico che i titoli con la Juniores e con i Giovanissimi li abbiamo vinti con questo limite.

Piuttosto che rinnegare tutto preferisco porre l’attenzione sul contesto generico che ci ha portati al Torneo Delle Regioni in Lombardia. Forse, in casi di emergenza, si potrebbe concedere una piccola deroga sul limite dei due convocati, ma in generale è una norma che ritengo giusta, che può dar spazio a tutti i più meritevoli.

Nella crescita dei ragazzi, invece, quanta influenza ha la regola degli Under, che ne prescrive l’utilizzo di quattro in Eccellenza e tre in Promozione?

Non si rischia di bruciare un ragazzo di 17-18 anni buttandolo nella mischia da regolamento e non per merito?

Su questo discorso dovremmo ragionare a 360°, senza farci prendere dagli eventi del momento.

Io credo che la regola degli Under, in sé, sia molto positiva e utile al giovane in crescita, ma è forse la forma che andrebbe modulata diversamente.

Non mi riferisco neanche al numero di Under in campo, bensì sul loro utilizzo: solitamente un Under viene impiegato come laterale di fascia, perché lì il suo impatto è minore, ma questo non aiuta nella crescita del ragazzo.

Se i giocatori vengono schierati nel loro ruolo naturale la regola è ben applicata, se invece vengono adattati e sacrificati stiamo sbagliando. Forse ci vuole un pizzico di coraggio in più anche da parte degli allenatori, ma noi abbiamo avuto tantissima difficoltà nel cercare centrali di difesa, registi e punte fra i campionati di Eccellenza. Al di là di Valentini dell’Almas, non avevo un giocatore di ruolo con esperienza in prima squadra nei ruoli nevralgici del campo.

Se i presupposti generali non sembrano in discussione, non è proprio un’annata da cancellare allora.

Ma no, guardi, le ripeto che non dobbiamo far l’errore di gettar via il bambino con l’acqua sporca, il risultato di un Torneo, seppur di importanza capitale a livello federale, non deve influenzare troppo negativamente la valutazione dell’annata del Lazio; ce lo ricordano sia i successi dei nostri club che quelli della stessa Rappresentativa Juniores, vincente al Wojtyla e sconfitta in finale al Caput Mundi.

Il mio grande rammarico è quello di aver chiuso negativamente, e senza la possibilità di difendere il titolo del 2014, la mia esperienza alla guida di una Rappresentativa.

Forse avrei dovuto lasciare lo scorso anno da vincente, magari avrei lasciato un ricordo migliore (ride ndr), ma a parte gli scherzi i motivi di questo fallimento sono da ricercare nella preparazione condotta verso il Torneo.

Se si gioca a Giugno, con i campionati fermi da un mese, non si può pensare di mandare una squadra a fare un torneo così dispendioso senza un recupero di preparazione.

Io qualche segnale l’avevo lanciato, ma non mi hanno potuto, o voluto, ascoltare.

Se potesse scattare una foto con il ricordo più bello di questi sette anni, quale istante inquadrerebbe?

Sarebbe facile rispondere le vittorie, io invece dico le sconfitte, riferendomi alle due finali perse contro la LND al Caput Mundi.

Forse quei risultati sono stati un po’ sottovalutati, ma io credo che nelle ultime due annate abbiamo fatto due ottimi tornei, persi entrambi contro una squadra di livello superiore in due finali ben giocate, dove soltanto gli episodi hanno fatto la differenza.

Arrivare così vicino a vincere un torneo internazionale e ricco di sorprese e insidie come quello è stata sicuramente una bella avventura, almeno un titolo lo avremmo meritato.

Termina un ciclo, ma non l’attività di Maurizio Rossi all’interno del Comitato Regionale.

Non le è venuta voglia di tornare ad allenare un club?

Ci siamo già confrontati con il Presidente Zarelli sulla questione, il mio impegno al fianco della Federazione regionale non è in discussione e continuerò a supervisionare il lavoro di base del Settore Giovanile Scolastico.

Ho comunque voluto ribadire anche al presidente la mia voglia e curiosità nel cimentarmi con un’esperienza diversa, diciamo che la mia è una posizione tutt’ora aperta.

Qualora arrivasse un’offerta ed un progetto importante, non esiterei a prenderla in considerazione, o per lo meno a vagliare tutte le possibilità del caso.