Rotta verso Zenith Audax-Aprilia, parla Mancini: “Il secondo posto era un’ossessione, ora coroniamo questo sogno”

Rotta verso Zenith Audax-Aprilia, parla Mancini: “Il secondo posto era un’ossessione, ora coroniamo questo sogno”

Dopo quasi due settimane di break dall’ultima fatica di campionato, l’Aprilia di Mauro Venturi si accinge a percorrere l’insidiosa ma affascinante strada dei play-off.

Partite un po’ a rilento in campionato, le rondinelle hanno avuto il grande merito di costruirsi questa chance attraverso un sontuoso girone di ritorno che ha permesso ai biancazzurri di lasciarsi alle spalle avversari di livello come Vis Artena, Audace e Colleferro.

Gli ultimi giorni, oltre che a corroborare mente e muscoli dopo una stagione logorante, sono serviti anche per conoscere il nome della prima rivale negli spareggi nazionali.

A dispetto dei pronostici della vigilia, che indicavano nel Baldaccio Bruni l’avversaria più probabile, l’Aprilia dovrà incorciare i tacchetti con lo Zenith Audax, formazione di Prato che nei soli diciassette anni trascorsi dalla sua fondazione ha bruciato le tappe, scalando categorie come Messner valicava le montagne.

Mentre lo Zenith Audax emetteva i suoi primi vagiti, proprio nei confini della Toscana Mirko Mancini viveva la sua prima esperienza lontano da casa di una carriera che gli avrebbe regalato non poche soddisfazioni.

La Lodigiani lo aveva appena mandato in prestito per qualche mese a Pistoia, laddove stava consumando le ultime stille di una vita agonistica quasi completamente tinta di arancionero quell’Andrea Bellini, oggi stimatissima guida tecnica degli amarantoblu.

Corsi e ricorsi, storie di ieri, di oggi ed anche rivincite.

Perchè alla fine prendersele non guasta mai.

Il calcio e la vita, prima o poi, il conto te lo presentano ed il centrale apriliano vuole passare alla cassa.

 

Mirko, in quali condizioni arriva l’Aprilia a questi play-off?

“Nel corso del campionato abbiamo speso tantissime energie all’inseguimento di un secondo posto che alla fine era diventato quasi un’ossessione.

Negli ultimi giorni abbiamo ricaricato le pile ed atteso con ansia il nome della formazione toscana che avremmo dovuto affrontare.

Ora siamo pronti e proveremo a realizzare questo sogno”.

Dopo un avvio di stagione non semplice, siete stati protagonisti di una formidabile rimonta dopo il giro di boa.

“Inizialmente abbiamo pagato a caro prezzo le due sconfitte nelle prime giornate e poi quella al Salveti contro il Cassino, ma da gennaio in poi abbiamo avuto davvero un rendimento da grande squadra.

Trovare continuità durante la stagione è sempre molto complicato, non puoi sempre spingere sull’acceleratore.

Piano piano, però, abbiamo acquisito consapevolezza nei nostri messi e raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati.

Credo che la partita-chiave per noi sia stata quella di Pomezia.

Quelle contro le formazioni che non hanno più obiettivi da raggiungere sono notoriamente le gare più difficili.

Quel giorno siamo stati artefici di una grande prestazione, segnando quattro reti ad una signora squadra e ci siamo presi quel secondo posto che poi non abbiamo più lasciato”.

Merito anche dell’ottima stagione che hai disputato.

“Alla tenera età di trentasei anni raggiungere obiettivi del genere rappresenta una grande soddisfazione.

Il calcio per me è essenzialmente passione: mi alleno sempre con l’entuisiasmo di un bambino, seguo una dieta ferrea e cerco sempre di migliorarmi.

Possiamo dire che senza calcio non saprei davvero stare.

Con buona pace di coloro che mi davano per finito, quest’anno ho giocato quasi tutte le partite e quelle poche in cui non sono stato presente le ho saltate per una botta, non per guai muscolari o per usura.

Mi godo questa rivincita e contestualmente ringrazio la società e lo staff che hanno dato a noi tutti quel quid in più che ha fatto la differenza”.

Domenica tornerai in Toscana, una regione dove hai giocato in passato.

“Sono stato a Pistoia nella stagione 2000/01, un anno di transizione ma comunque importante perchè fu la mia prima esperienza lontano da casa.

Di quell’annata conservo ricordi stupendi ed amici che presto andrò a trovare.

In Toscana il calcio è vissuto in una maniera molto diversa rispetto a quanto avviene nella nostra regione e la qualità della vita è altissima”.

Play-off e toscana: un binomio che dovrebbe ricordarti qualcosa…

“La memoria non può non andare al doppio confronto tra Lupa Frascati e Fortis Juventus.

Rispetto a quello che ci aspetta credo però che ci siano delle fifferenze.

Intanto, a differenza dell’Aprilia, quella Lupa Frascati aveva cominciato il campionato come la squadra da battere ed invece chiudemmo alle spalle del San Cesareo con più di un rimpianto.

Poi la Fortis era imbottita di giocatori che venivano dal Viareggio e che avevano molta esperienza di Serie C e D, mentre lo Zenith ha caratteristiche diverse…”.

Loro hanno scalato diverse categorie negli ultimi anni e sono alla prima assoluta in un contesto di play-off.

“Il fatto che siano arrivati fino a questo punto dimostra che alla base c’è una società seria, stabile e che ha una struttura solida.

Dalle informazioni che abbiamo raccolto sappiamo che ci troveremo di fronte una squadra giovane, dinamica ed in grande salute.

Sarà un avversario duro da affrontare, il fatto che abbiano segnato quattro reti in finale alla favorita la dice lunga sulle loro condizioni.

Massimo rispetto per lo Zenith e che vinca il migliore, sperando che sia l’Aprilia (sorride)…”.

In occasioni del genere su quale fattore bisogna puntare per avere la meglio?

“Io credo che, a questo punto della stagione, contino più le condizioni in cui ci si arriva piuttosto che il valore intrinseco della squadra.

Il doppio confronto è una roba particolare.

Fino al triplice fischio non puoi dire che hai vinto.

Guai a dare qualcosa per scontato”.

Te la senti di lanciare un appello ai tifosi?

“Quest’anno purtroppo non ho visto tanto seguito ed è un peccato per una realtà bella ed importante come Aprilia.

Noi portiamo sul petto lo stemma di questa città e cerchiamo di onorarlo ovunque, quindi mi auguro che almeno per questi play-off ci sia una cornice di pubblico importante.

Il sostegno dei tifosi sarebbe importante per provare a tornare su quei palcoscenici che questo club merita”.

Se si materializzasse questo sogno, saresti disposto a rimanere anche nella categoria superiore?

“Il mio futuro è da scrivere.

Sto prendendo il patentino da allenatore, anche se vorrei continuare a giocare un altro paio d’anni.

Adesso sono in balia degli eventi.

Dopo i play-off vedremo quali saranno i programmi della società ed insieme prenderemo una decisione”.

 

 

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