SFF Atletico, Scudieri tra incubi e sogni: “Il Pineto? Nulla se ripenso a Montefiascone, ma quest’anno vedo la chimica giusta…”

SFF Atletico, Scudieri tra incubi e sogni: “Il Pineto? Nulla se ripenso a Montefiascone, ma quest’anno vedo la chimica giusta…”

Numeri pazzeschi e statistiche di rendimento da capogiro.

Non potrà che essere dolcissimo il Natale per lo SFF Atletico che ha chiuso il girone d’andata, manifestando una chiara superiorità nei confronti delle avversarie e meritandosi consensi unanimi da parte di critica ed addetti ai lavori.

Raffaele Scudieri si gode il primato nel Girone A di Eccellenza e guarda con fiducia al prosieguo della stagione.

Il tecnico si è concesso ai microfoni di Sport in Oro alla vigilia di Natale, prima che i suoi lancino la lunga volata finale.

 

 

 

Mister, sta per concludersi un anno denso di soddisfazioni.

Se le chiedo un aggettivo che riesca a riassumerne l’essenza, quale sceglierebbe?

“Dovrei dire che è stato un anno fantastico, ma poi ripenso a quella Serie D che forse avremmo meritato e che invece ci è sfuggita per i motivi che tutti sanno.

Allora dico che è stato eccellente.

E’ stato un continuo migliorarsi rispetto al mese precedente e non dimentico neppure che siamo stati costretti ad andare contro gli eventi stessi.

Lo scorso mese di febbraio ci davano tutti per “morti” ed invece abbiamo reagito ed abbiamo trovato la quadratura.

Poi la sorte ha voluto che in allenamento Marco Neri, che stava giocando alla grande, si fratturasse il quinto metatarso.

Non dimentico neppure che avevamo le carte in regola per un ripescaggio che non ci è stato concesso.

Nonostante tutte queste avversità, però, siamo ripartiti”.

Prima di celebrare questa sontuosa prima metà della corrente stagione, le chiedo di riaprire una vecchia ferita.

Le accade mai di tornare con la mente a quel doppio confronto con il Pineto del maggio scorso?

“Contro di loro siamo rimasti talmente scottati che durante l’ultima estate siamo addirittura andati a cercarli nuovamente per giocarci un’amichevole (ride)…

Scherzi a parte, se qualche volta mi capita di vivere un incubo notturno di matrice calcistica, questo non è legato tanto al Pineto, quanto al match contro il Montefiascone della stagione precedente.

Sono onesto, arrivato a quel punto credevo di avere il campionato in tasca e invece non è stato così per mille motivi.

Nelle scorse stagioni avevamo un organico che poteva vincere il campionato, mentre quest’anno siamo partiti con la chiara intenzione di vincerlo.

La differenza sta nel fatto che quest’anno avevamo una chiara idea di come far giocare la squadra e ci siamo mossi per prendere uomini, prima ancora che calciatori, in grado di sposarsi a tale idea. 

Il mio sogno, o se preferite la mia ambizione, mi porta a volermi misurare con il campionato di Serie D.

Mi auguro di riuscirci”.

A giugno è stato varato il progetto-SFF Atletico.

Quanto si sente soddisfatto del lavoro svolto e quanto invece c’è ancora da fare per migliorarlo?

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“Con il presidente Ciaccia esiste massima sintonia.

Oltre ad essere una persona di notevole spessore umano e professionale, è un intenditore ed interviene sempre al momento giusto.

Non è uno di quei presidenti che vengono al campo e poi si mettono a leggere il giornale, tutt’altro.

Lui ti fa stare sul pezzo e con lui condividiamo lo stesso progetto: portare questo club in Lega Pro nel giro di due o tre anni.

Io mi accontenterei di vivere finalmente la D, come dicevo prima.

Quando verrà raggiunta la categoria ad essa superiore, mi farò tranquillamente da parte”.

Nel corso del girone d’andata avete inanellato numeri da record.

Che voto darebbe alla squadra?

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“Credo merito un bel nove.

A prescindere dai numeri, i ragazzi divertono la domenica e si divertono allenandosi durante la settimana.

E’ chiaro che i risultati aiutano, però c’è questo piacere che vedo nello stare insieme che mi fa ben sperare.

Attenzione, però, siamo umani e più di una squadra ci ha messo in difficoltà.

Per ora non abbiamo fatto nulla.

Se tra tre mesi saremo ancora nelle attuali condizioni di classifica, vorrà dire che saremo ad un passo dalla meta.

C’è ancora troppa strada da fare però…”.

Alla ripresa del campionato ospiterete la Valle del Tevere, seconda della classe alla pari con il Cre.Cas.

Un eventuale successo da parte vostra taglierebbe definitivamente fuori dal discorso-primato la squadra di Scaricamazza?

“No, è ancora presto.

A mio giudizio, questo campionato si indirizza intorno alla fine di febbraio.

Da quel momento in poi, può cominciare a dare indicazioni.

La Valle del Tevere è una squadra importante con individualità che sono sotto gli occhi di tutti.

In più abbiamo anche delle similitudini: spesso giochiamo entrambe a tre, ci piace il fraseggio e davanti abbiamo gente che trova la via del gol con buona frequenza.

Loro hanno perso solo due partite ed entrambe in casa, mentre fuori sono andati benissimo.

Noi ne abbiamo persa solo una in trasferta, dove qualche volta ci è accaduto di giocare meno bene che al Paglialunga.

M’incuriosisce il confronto con loro.

Da parte nostra abbiamo massima stima e rispetto nei loro riguardi, come ne abbiamo nei confronti di tutte le altre squadre del campionato.

Credo che, a prescindere dal risultato della gara contro l’undici di Scaricamazza, nulla cambierebbe.

Ovviamente un successo aumenterebbe la nostra consapevolezza”. 

Ha la fortuna di allenare tantissimi giocatori dalriconosciuto talento.

Ce n’è uno che l’ha sorpresa in modo particolare?

“In assoluto mi viene da domandarmi come sia possibile che un ’97 del calibro di Rocchi non abbia avuto fortuna tra i professionisti, ma gli dico di non preoccuparsi perchè ci tornerà ben presto.

Con Morini ho avuto la conferma che nel calcio esistono le categorie e lui è certamente di una categoria superiore.

Quando penso a Nanni, invece, capisco cosa significa sprecare, a volte, un talento.

Anche lui tornerà ad essere protagonista su palcoscenici più prestigiosi, potete scommetterci”.

Tra quelli allenati ai tempi del Città di Fiumicino ne esiste uno che le piacerebbe avere con sé in questa nuova avventura?

“Di primo acchito mi vengono in mente Ingiosi, Di Fiandra, Bufalini e Palermo, ragazzi e giocatori eccezionali.

C’è stato però un giocatore che è stato in grado di incantarmi e questo è Emanuele Palombo.

Se avesse cinque o sei anni in meno, sarebbe certamente con noi adesso.

Ciò detto, mi tengo ben stretti i miei ragazzi, a partire da Esposito che ho voluto fortemente e che per me rappresenta il top”.

In passato non sono mancate anche critiche nei suoi confronti.

Ce n’è stata una che le ha dato particolarmente fastidio?

Ed una che invece l’ha fatta sorridere?

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“Forse quelle che mi danno fastidio sono le cattiverie gratuite che mi vengono da colleghi allenatori.

E’ vero, non ho un passato da grande calciatore e sono un tecnico ancora piuttosto giovane per queste categorie, però ho la mia filosofia e la porto avanti.

Io sono dell’avviso che nel calcio una partita la si possa giocare solo in due modi: gestendola o lasciando che a gestirla siano gli avversari, per poi agire di rimessa.

Personalmente appartengo alla prima corrente di pensiero ed il giudizio più sincero lo si ha da un tuo calciatore dopo che lo hai allenato per un anno intero.

La critica che invece mi ha fatto più sorridere l’ho ricevuta da parte di un tifoso del Cre.Cas. a Palombara nella scorsa stagione.

Mi urlò: “Scudieri, sei un catenacciaro”.

Un controsenso visto che spesso le mie squadre hanno segnato molte reti.

Tutto comunque ha un equilibrio: per molti lo scorso anno ero scarso, mentre quest’anno sono diventato bravo.

La frase più veritiera l’ho sentita pronunciare da mister Lenzini nel corso della vostra trasmissione qualche settimana fa.

Secondo lui, a Fregene è stato scelto un gruppo di giocatori in linea con il progetto tattico. 

Se i calciatori non fossero assolutamente convinti dell’idea di gioco del loro allenatore, sarebbe la fine.

Noi abbiamo seguito questa filosofia e per farlo abbiamo rinunciato alle figurine che ci portava qualche direttore sportivo, scegliendo personalmente gli uomini giusti in base al nostro credo calcistico”. 

Trovi il pelo nell’uovo ad una squadra che fin qui è stata dominante.

Sotto quale aspetto si può e si deve ancora migliorare?

“Un errore che, a volte, commettiamo e sul quale dobbiamo necessariamente lavorare è quello di specchiarci un po’ troppo, specie se giochiamo in trasferta e passiamo in vantaggio.

Noi andiamo bene quando riusciamo ad esaltare le nostre capacità tecniche andando a duemila all’ora.

Se invece abbassiamo i ritmi e proviamo a gestire la partita, allora è un problema perchè subentrano variabili come i palloni, che sono diversi da società a società, campi da gioco e soprattutto arbitri, specie quelli provenienti da fuori regione”. 

Domani sarà la Vigilia di Natale.

Sotto l’albero quale dono spera di trovare Raffaele Scudieri?

“Penso di aver già tante cose e ne sono contentissimo.

Come club, come squadra abbiamo un obiettivo preciso e faremo di tutto per centrarlo.

Nel corso di queste settimane di sosta, faremo un attento tagliando dal punto di vista fisico per arrivare fino in fondo.

Più che un regalo, mi rivolgo un augurio: quello di riavere a disposizione già da martedì prossimo Pompei, a breve Morini ed al più presto Nota, che si è infortunato contro il Civitavecchia e che temo sarà ai box per almeno un mese.

Colgo l’occasione per ringraziare tutto lo staff, dai magazzinieri in su, per il lavoro “disumano” che stanno svolgendo ed il presidente per la serenità che riesce ad infonderci.

Il mio unico cruccio sta nel pubblico.

Trovare al campo una cinquantina di tifosi in più la domenica non ci dispiacerebbe affatto.

Evidentemente neppure i risultati dei primi quattro mesi di campionato sono riusciti a smuoverli…”.