SAN MICHELE E DONATO, CACCIAPUOTI: ”REALTA’ DIVERSA DA QUELLE ROMANE”

SAN MICHELE E DONATO, CACCIAPUOTI: ”REALTA’ DIVERSA DA QUELLE ROMANE”

A cura di Emanuele Rossilli

Dopo queste prime giornate di campionato, il San Michele e Donato ha totalizzato 9 punti in 5 partite. Considerando il fatto che la società è molto giovane, tutto sommato, è un inizio incoraggiante. Ciò che ci ha incuriosito però è l’altalenante rendimento di prestazioni. Di fatti questa squadra è stata in grado sia di vincere con risultati importanti, da 4 o 5 reti, che di perdere subendo lo stesso cospicuo quantitativo di goal.

Marco Cacciapuoti ci ha gentilmente concesso un’intervista.

Buona sera Mister.

Il San Michele e Donato nasce quest’anno, dalla fusione tra San Donato Pontino e San Michele. Un suo parere su questo sodalizio?

“Quando ci sono questi matrimoni non si può far altro se non esserne felici. Questa unione ha fatto bene soprattutto perché si sono unite le forze sia finanziarie che di strutture societarie. È ovvio che, come in ogni matrimonio, ci siano alti e bassi e tante difficoltà. Siamo però partiti con i più buoni propositi possibili e speriamo di continuare con costanza e dedizione a lavorare bene insieme.”

Abbiamo notato che in rosa avete diversi ragazzi che prima militavano come tesserati nella Polisportiva Carso. Avete per caso una collaborazione con loro?

“No, non abbiamo nessuna collaborazione. Anzi, siamo sportivamente e territorialmente rivali. Quello che è avvenuto è un processo di selezione naturale che combacia con la maturazione di un ragazzo. Questa categoria è composta da ragazzi giovani e i viavai sono dettati dalla loro volontà di trovare una collocazione in un ambiente che, secondo loro, possa offrire qualcosa di diverso. Sono quei percorsi che i ragazzi intraprendono, anche se poi non è detto che cambiando si faccia meglio. Poi a questi livelli spesso si spostano gruppi di amici da una società all’altra. Ad ogni modo i miei ragazzi si stanno impegnando a fare il meglio delle loro possibilità.”

Com’è fare calcio nella provincia di Latina? E soprattutto, da che bacino attingete i calciatori?

“Fondamentalmente li preleviamo dal nostro bacino: dall’interland. Il territorio è abbastanza esteso. Tra Gaeta, Sabaudia, Terracina e Fondi. Diciamo che si dirada da Formia e il basso Lazio fino a Latina. Zone come Anzio o Pomezia invece riforniscono perlopiù società Romane.

Ovviamente, fare calcio qui a Latina, non è come farlo nel distretto di Roma. Soprattutto la selezione è molto meno vasta. A Roma puoi fare selezioni su molti ragazzi, anche 200, e non sto esagerando. Io posso contare su una selezione di 40 ragazzi se sono fortunato. Quindi è tutto più difficile. Il mio gruppo è composto da 23 ragazzi tra 2001 e 2000. L’8 agosto, all’inizio della preparazione, eravamo in 8. Poi poco a poco siamo aumentati di numero. Praticamente alla prima di campionato, è stato il momento in cui ho avuto la rosa completa e ho quindi dovuto riprogrammare la preparazione. Oltre a questo ci sono anche alcuni aspetti sotto il profilo professionistico/dilettantistico che non permettono una preparazione omogenea, soprattutto per dei ragazzi di quest’età, ma lo avevamo già stato messo in conto fin dall’inizio. Detto questo, non ci sono le strutture che si hanno a Roma. Infatti, grazie al sodalizio di cui abbiamo parlato prima, stiamo sopperendo a questo aspetto che prima era carente. Ora abbiamo tre campi e possiamo allenarci meglio.”

Passiamo al calcio giocato. 9 punti in 5 giornate e soprattutto con quei risultati sempre ricchi di goal, alternate buone e cattive prestazioni. Perché?

“Non uso mezzi termini. Come dicevo, quest’andamento è frutto di un cantiere ancora quasi aperto. Io ho avuto l’effettiva totalità della rosa praticamente alla prima partita di campionato. Per quanto riguarda le partite, all’esordio stagionale siamo andati con un atteggiamento sbagliato e ci hanno distrutto infliggendoci un 4 a 0 in una partita in cui non abbiamo proprio giocato. Vincere poi contro San Lorenzo e Pro Roma per 4 a 2, ci ha dimostrato che le qualità le abbiamo, ma dobbiamo lavorare sull’aspetto mentale. Infatti, la sconfitta per 4 a 0 contro l’Albalonga ne è la conferma, nonostante ci siano stati alcuni episodi dubbi che non ci hanno favorito. Ad ogni modo, se i miei ragazzi si accendono, a parer mio, ce la possiamo giocare con tutti. Ad ora ho visto un completo equilibrio nel campo tra le squadre incontrate e la nostra, sul punto di vista delle qualità tecniche. Dobbiamo migliorare e trovare una continuità soprattutto mentale.”

La prossima di campionato è contro con l’Urbetevere. Che aria si respira nello spogliatoio nel prepartita?

“Non vediamo l’ora di affrontare una gara del genere. Abbiamo delle assenze importanti ma questo non deve assolutamente essere una scusante. I ragazzi dovranno fare il meglio possibile, anche più del solito, per confrontarsi contro una squadra che sicuramente è molto forte. Dalla gara mi aspetto di vedere due squadre che si daranno battaglia e offriranno una bello spettacolo.”