PIRO-MONTEROSI, SI CAMBIA MARCIA: “LA SCINTILLA? SIAMO SEMPRE STATI UN GRUPPO UNITO, STIAMO RACCOGLIENDO I FRUTTI”

PIRO-MONTEROSI, SI CAMBIA MARCIA: “LA SCINTILLA? SIAMO SEMPRE STATI UN GRUPPO UNITO, STIAMO RACCOGLIENDO I FRUTTI”

Di Alessandro Bastianelli.

Smaltite le scorie di un inizio di campionato difficile, sanguinoso, il Monterosi ha ingranato la quarta e messo a segno un filotto di vittorie consecutive, grazie al quale i viterbesi sono ora quarti a 13 punti nel Girone G.

Anche Daniele Piro non aveva ingranato nelle prime gare. D’altronde, ci voleva del fisiologico tempo per far marciare come un corpo unico una banda di giocatori dal carisma, dall’esperienza e dal valore tecnico notevole, come il gruppo a disposizione di David D’Antoni.

Contro la Vivi Alto Tevere Sansepolcro, Daniele si è ritagliato il suo spazio, siglando un gol importante tanto per la vittoria finale (5 – 0), quanto per il morale di un ragazzo che da anni prova a mettersi in mostra in Serie D.

Lo abbiamo contattato per farci raccontare che aria tira dalle parti della Tuscia, dove domenica prossima arriverà il Città di Castello.

Ciao Daniele, il Monterosi sta attraversando un ottimo momento di forma, siete reduci da 4 vittorie consecutive.

Cosa è cambiato nello spogliatoio? Si è accesa finalmente la scintilla?

«Niente di tutto ciò, la scintilla era scoccata sin dai giorni di ritiro, quando ci siamo conosciuti e fatto subito gruppo: fuori dal campo siamo sempre stati molto uniti.

Piuttosto, io credo che un gruppo del genere avesse bisogno di conoscerci dentro al terreno di gioco. Era necessario un periodo di amalgama, i passi falsi di inizio campionato ci potevano anche stare.

Abbiamo remato sempre nella stessa direzione, adesso stiamo solo raccogliendo i frutti sul campo».

 

Con quale compagno ti trovi meglio in campo?

«Non voglio fare 0 – 0, ma mi trovo davvero bene con tutti! Ho dei compagni molto forti, posso sfruttare le mie caratteristiche un po’ con tutti.

Anche con Mario (Gurma ndr), l’ultimo arrivato, abbiamo combinato bene contro il Sansepolcro, poi ci sono Renan, Matteo e Orlando (Pippi, Pero Nullo e Fanasca ndr) che sono di un livello superiore, giocare insieme ai grandi giocatori è facile.

Ognuno ha le sue caratteristiche e soprattutto sono tutti disponibili e umili, questo ci aiuta molto».

 

Nelle ultime due partite hai offerto buone prestazioni ed hai anche segnato il primo gol in biancorosso. Su cosa hai lavorato in queste settimane?

«Su quello che mi chiede il mister e lo staff: il sacrificio in fase difensiva, lo scambio veloce con i compagni, la reattività.

Ho pagato forse lo scotto di una preparazione diversa rispetto al solito: con Chiappara lavoravo soprattutto sulle lunghe distanze, D’Antoni mi ha fatto lavorare in maniera diversa, è stato stimolante.

Per il resto vale il discorso di prima: dovevo forse conoscere meglio i compagni con cui gioco, dovevamo inserirci negli automatismi richiesti dal mister».

 

Qual è la posizione in campo che preferisci? Ti abbiamo visto sempre giocare ala, giocheresti più accentrato?

«Ci stiamo concentrando sul 442 e sul 433, il mister mi vede anche lui largo a destra o a sinistra, non abbiamo provato una soluzione diversa.

Personalmente voglio continuare a fare questo ruolo, non voglio snaturarmi ma affinare le mie doti: attaccare la profondità e il dribbling nel lungo».

Già, il mister: sia Chiappara che D’Antoni hanno giocato nel professionismo.

Quali differenze e quali affinità vedi fra il tuo vecchio allenatore e quello attuale?

«Nessuna, sono entrambi due grandissimi allenatori.

Soprattutto, sono due persone che hanno giocato nel professionismo e sanno trasmetterti la mentalità, la cura dei dettagli e la personalità che ci vuole in campo.

Roberto (Chiappara ndr) è oltretutto un amico, più che un allenatore: mi ha dato tanto e sono felice di vederlo far bene anche ad Albano».

Avete avuto un calendario di ferro, adesso che avete ingranato avete una serie di partite con le “piccole”.

Come si affrontano match del genere, a partire dalla gara interna con il Città di Castello?

«Come se giocassimo contro la prima in classifica: ci vuole intensità e personalità, altrimenti ti puniscono tutti.

Anche il Sansepolcro è un’ottima squadra, il 5 – 0 non deve ingannare: giocano a calcio, ci provano anche nelle situazioni di difficoltà.

Credo che negli 11 titolari tutte le formazioni siano attrezzate, spesso la differenza la fa il gruppo nel suo complesso».

Ti piace questa formula mista del girone G, con ben cinque regioni rappresentate?

«Se mi piace? Sono addirittura entusiasta, è un raggruppamento dove finalmente si vedono le grandi piazze, società blasonate e stadi caldi.

Finalmente posso uscire un po’ dalla regione, negli ultimi anni giocavamo sempre negli stessi posti, ora invece andiamo a L’Aquila, in Umbria, a Sassari.

Posso farmi notare meglio e tutta la squadra ne beneficia, ci piacciono le grandi sfide».

 

 

Dicci dove può arrivare questo Monterosi, insieme all’obiettivo personale che ti sei posto.

«Non ho mai vinto un campionato di Serie D e vorrei vincerlo prima o poi. Chissà che non sia l’anno giusto.. (sorride ndr).

La società vorrebbe arrivare più in alto possibile, ma non ci ha dato pressioni o diktat. Con questa tranquillità e organizzazione possiamo fare bene».