Sannibale: “Un mister impara ogni giorno solo se dentro lui rimane viva quella curiosità che si aveva da bambini”

Sannibale: “Un mister impara ogni giorno solo se dentro lui rimane viva quella curiosità che si aveva da bambini”

A cura di Edoardo D’Angelo

Oggi abbiamo intercettato ai nostri microfoni Simone Sannibale, tecnico dell’Honey Under 14 che sta disputando un campionato di livello, anche in maniera inaspettata se ripensiamo all’inizio della stagione la griglia delle squadre che ipotizzavamo potessero staccarsi dalle prime giornate. Tanti temi affrontati con Sannibale, sul passato, sul presente e sul prossimo futuro che li vedrà impegnati Sabto contro l’Atletico 2000.

Ti aspettavi questa prima parte di stagione della tua squadra?

” L’obbiettivo dichiarato dalla società ad inizio anno era la salvezza, sinceramente non ci aspettavamo una posizione di classifica così buona a questo punto della stagione, ma soprattutto siamo molto soddisfatti della crescita del gruppo “.

Da molti siete considerati l’’outsider del girone. È ancora così o avete preso coscienza della vostra forza ?

” Fa molto piacere essere considerati in questo modo dagli addetti ai lavori, vuol dire che ci riconoscono il lavoro svolto fino ad ora. Ogni settimana lavoriamo per far sì che questo ‘soprannome’ duri il più a lungo possibile “.

Avete perso la scorsa settimana lo scontro diretto con l’Accademia Frosinone, ma non vi siete buttati giù vincendo l’ultima uscita con il DFA. Cosa ti è piaciuto di più della reazione dei tuoi ragazzi?

” I ragazzi sanno fin dal primo giorno che nulla si ottiene senza sacrificio e senza cultura del lavoro. La vittoria o la sconfitta fanno parte di questo gioco, ed è compito nostro insegnare ad andare avanti settimana dopo settimana, cercando di fare tesoro degli errori sia in caso di vittoria che di sconfitta. È un gruppo di ragazzi che lavoro bene e seriamente, consapevoli dei propri limiti e delle proprie forze “.

Il prossimo scontro con l’Atletico 2000 che risposte vi potrà dare?

” Affrontiamo una realtà storica del calcio laziale, una squadra ben organizzata con delle ottime individualità. Siamo consapevoli di affrontare un test molto complicato, ma allo stesso tempo stimolante. L’obbiettivo rimane quello di ben figurare settimana dopo settimana “.

Quanto è importante per voi guardando anche le prossime gare che disputerete?

” Ripeto che il nostro è un girone molto equilibrato, ogni partita nasconde le sue insidie, non ci sono gare scontate o vinte ancor prima di giocarle “.

Quanto è importante essere stato un giocatore di livello che si è interfacciato con categorie importanti per la carriera da tecnico?

” Credo possa incidere molto nel modo di trasmettere la cultura del lavoro. Nell’ affrontare l’allenamento nel modo giusto, nel sentirsi calciatore h24,curando ogni minimo dettaglio, alimentazione, riposo e studio. Quello che dico sempre ai miei ragazzi è che un giocatore si deve sentire tale a prescindere dalla categoria, per quello insisto molto con loro sul modo di affrontare sempre al top ogni allenamento “.

Che differenza stai trovando tra il calcio giocato e l’avventura da allenatore?

” Le differenze sono enormi, devo dare ragione ai miei vecchi mister che mi dicevano sempre che il ruolo dell’allenatore è 100 volte più complicato. Le responsabilità si moltiplicano così come le emozioni, infatti, è un ruolo che mi appassiona e stimola molto “.

Per concludere, da giocatore ti allenavi in campo per migliorarti. Da allenatore, per migliorarti, come ti stai allenando e soprattutto come si allena un mister?

” Un mister si allena h24 per 365 giorni l’anno. Il pensiero è fisso alla preparazione delle sedute di allenamento, allo stato fisico e mentale dei propri giocatori. Ogni situazione, ogni partita che si vede in tv, ogni dettaglio ti porta a pensare a come poterlo adattare alla tua squadra.
Si studia ogni giorno, leggendo libri, seguendo corsi e sperimentando nuove metodologie.
Un mister studia, ma soprattutto impara ogni giorno solo se dentro lui rimane viva quella curiosità che si aveva da bambini “.