Tredici punti all’attivo dopo diciannove giornate, un digiuno di vittorie che ormai dura da tre mesi tondi ed una preoccupante sterilità difensiva.
I numeri stagionali della Semprevisa parlano chiaro, indicando come il cammino dei biancoverdi sia stato complicato fin dalle battute iniziali del torneo.
Marco Scorsini, tecnico scelto ad ereditare la panchina carpinetana dopo il (tempestoso) addio di Liberti, era conscio di non avere di fronte a sé un compito facile.
Nelle prime due uscite l’ex tecnico di Montefiascone e Real Monterosi ha incassato un punto in casa ed una sconfitta fuori.
Due settimane sono poche per tratteggiare un quadro chiaro della situazione, ma di certo sono meglio che niente ed allora un primo mini-bilancio dell’esperienza al Galeotti lo si può produrre.
Mister, come procede il lavoro?
“Partire dall’inizio per rispondere a questa domanda.
Ho accettato con grande entusiasmo e spirito di sacrificio, non risiedendo qui, il progetto-salvezza della Visa.
Ero consapevole di ereditare una squadra ultima, ma ho trovato un gruppo con il morale sotto i tacchi, con una condizione atletica pessima e, peraltro, sono arrivato qui a mercato ormai chiuso.
Lavorare in queste condizioni è complicato, ma i ragazzi ce la stanno mettendo tutta”.
Dal tono della sua voce, tuttavia, si percepisce che qualcosa non va…
“C’è una cosa che m’infastidisce ed è un certo clima destabilizzante che viene dall’esterno e che appesantisce il lavoro della squadra.
Io mi appoggio anche alla cabala e penso che nella mia carriera, prima da giocatore e poi da allenatore, non sono mai retrocesso, però questo clima di certo non ci aiuta”.
Il suo messaggio è rivolto alla società?
“Assolutamente no.
Il club è composto da ottime persone che stanno cercando in tutti i modi di salvare la baracca, come si suol dire.
Se mi è permesso, attraverso il vostro sito vorrei invece lanciare un appello ai nostri tifosi, quelli veri e che hanno a cuore le sorti della Semprevisa: io capisco perfettamente la vostra amarezza, ma i ragazzi in questo momento hanno bisogno del loro calore per uscir fuori da questa situazione.
Domenica verrà a farci visita la Nuova Itri, una corazzata.
La mia è un’esortazione, servirà il vostro supporto”.
Facciamo un passo indietro e torniamo sul mercato.
E’ soddisfatto dei rinforzi recenti?
“Come accenato prima, sono arrivato a mercato chiuso e l’unico elemento da me espressamente richiesto è stato Pessia.
Gli altri si stanno impegnando al massimo e questo va sottolineato.
Reali, ad esempio, veniva da un periodo in cui giocava poco e non può chiaramente essere al top.
Lui però è un professionista e saprà certamente darci una mano.
Detto questo, aggiungo un’altra cosa: quello che mi sono trovato a disposizione è un conto, quello che io avrei fatto è un altro.
La nostra rosa è composta da ventiquattro calciatori, compresi gli under che provengono dalla nostra Juniores Provinciale.
In questo gruppo abbiamo un solo ’96, Lucarini, peraltro uno dei migliori elementi della nostra squadra, che domenica scorsa si è infortunato a Pomezia.
Questo ci creerà ulteriori problemi fin dalla prossima partita.
Il mio motto, tuttavia, è: “Pane, Lavoro e Silenzio” e proveremo ad uscire da una situazione critica attraverso questa semplice ricetta”.
Torniamo ai malumori da lei registrati.
Ne ha compreso l’origine?
“Se la conoscessi, avrei affrontato il problema personalmente.
La gente viene al campo ed ovviamente giudica ciò che vede.
Da quando sono arrivato non c’è mai stata una vera e propria contestazione, però resta questo clima gelido nei confronti della squadra.
Io capisco che, quando le cose vanno male, si creino dei malumori.
Ciò che comprendo di meno sono le critiche preventive”.
Ha la sensazione che qualcuno l’attendesse al varco?
“Sì, ne ero convinto.
Io alleno da dieci anni e non ero mai salito su un treno in corsa.
Quest’anno, non essendo pienamente convinto dei progetti che mi erano stati presentati in estate, ho preferito attendere la chiamata giusta.
Sono consapevole che sarà durissima, ma posso garantire che nei prossimi tre mesi io e la squadra daremo il sangue per questa maglia”.
Quale ritiene il primo aspetto su cui lavorare?
“In squadra abbiamo gente di valore come Reali, Nardi, Pessia, Molle ed altri.
Loro possono essere da sprone per i compagni.
La cosa più urgente è però il recupero dell’autostima e dell’equilibrio”.
Subite pochissimo, ma segnate con il contagocce.
Come migliorare la fase realizzativa?
“Stiamo lavorando sotto questo aspetto.
Vogliamo mettere Reali nelle condizioni migliori per segnare”.
Domenica arriva una Nuova Itri che si sta ripetendo anche in Eccellenza su standard altissimi.
Come venire a capo di un match così complicato?
“Nelle prime due gare della mia gestione abbiamo alternato cose buone ad altre meno positive.
Contro la Vis Artena la squadra, dando dimostrazione di equilibrio tra i reparti, mi è piaciuta.
A Pomezia, invece, abbiamo subito la qualità e la personalità dei loro giocatori di maggior talento, anche se non è che poi abbiano collezionato così tante occasioni da gol.
E’ però vero che noi abbiamo peccato molto nell’impostazione offensiva.
La Nuova Itri, sotto certi aspetti mi ricorda il mio Monterosi della prima parte della scorsa stagione: è una squadra che ti aspetta e poi ti punisce in maniera letale.
In organico hanno gente dalla spiccata personalità e dalla comprovata esperienza.
Per batterli dovremo essere assatanati”.
La finale di Coppa Italia metterà di fronte due formazioni del Girone B.
Questo certifica una superiorità del raggruppamento di cui fate parte?
“Che il Girone B sia più qualitativo dell’A è una considerazione che sottoscrivo.
Qui ci sono club che hanno investito di più e direi che la finale che si giocherà mercoledì prossimo lo dimostra, anche se va comunque reso merito a due realtà molto ben organizzate come Montecelio e Villanova”.
Se la sente di lanciarsi in un pronostico?
“Farne è sempre molto difficile.
Stimo molto l’Albalonga, un club di blasone e sul cui conto non ho mai inteso una sola voce negativa.
Da sempre hanno ottimi allenatori, grandi calciatori, ma direi soprattutto un presidente carismatico come Camerini.
Di recente, tuttavia, ho affrontato la Vis Artena e ne ho ricavato una buonissima impressione.
Hanno giocatori rapidi, frizzanti.
In più hanno in organico un difensore come Padovani, che è stato mio compagno di squadra tanti anni fa, e Monaco Di Monaco che l’anno scorso avrei voluto portare a Monterosi.
La finale della passata stagione insegna che di scritto non c’è mai nulla, però è chiaro che l’Albalonga dispone di calciatori importanti e resta la favorita”.