SERIE D, IL CYNTHIA AFFIDA A BELLINI LE CHIAVI A CENTROCAMPO AD OSTIA: “ANDIAMO A CERCARE IL MASSIMO, ANCHE PROVARE A VINCERE”

SERIE D, IL CYNTHIA AFFIDA A BELLINI LE CHIAVI A CENTROCAMPO AD OSTIA: “ANDIAMO A CERCARE IL MASSIMO, ANCHE PROVARE A VINCERE”

A cura di Giovanni Crocé

(si ringrazia per il contributo fotografico Giancarlo Cortellessa)

Dopo l’ultimo anno all’ Astrea Christian, non sei più under, ma a 21 anni giochi al Cynthia come un veterano e domani affronti l’Ostiamare ad Ostia, tu che sei ostiense doc e hai il papà che ora allena in promozione (Pescatori Ostia)…

Sì è vero, non sono ipocrita e non sarà una sfida decisiva ma neppure una che mi scivolerà addosso al cento per cento, è la squadra della mia città, dove ho anche fatto i primissimi anni da piccolo calciatore dai 6 ai 9 anni prima di andare alla Lazio, al Racing Club Lido dei Pini e alla Totti Soccer School da cui l’Astrea mi prese per iniziare con la Juniores Nazionale e poi in prima squadra. Però penso sia normale, mio  papà fino all’anno scorso è stato sia con gli allievi che ad allenare la stagione scorsa la Juniores Nazionale biancoviola. Tanti amici e la mia famiglia saranno sugli spalti dell’Anco Marzio di Ostia, verranno a vedermi, non so se faranno però al cento per cento il tifo per me, ma io farò la mia partita e se segnassi di nuovo esulterò, ma con grande rispetto, perchè un giorno mi piacerebbe indossare la maglia biancoviola a livello di prima squadra. Te l’ho detto che non sono ipocrita, no? (grossa risata ndr). Ma intanto salviamo in fretta il Cynthia, ce la può ampiamente fare…

Chi è il tuo idolo a centrocampo? Domenica hai deciso la vittoria del Cynthia con un gol dell’ex alla Marchisio proprio contro la tua ex squadra Astrea…

Io sono romano e laziale, quindi stravedevo, prima che per il vero Ronaldo, il fenomeno brasiliano, per Juan Sebastian Veron, il grande centrocampista argentino dello scudetto biancoceleste, non potrebbe essere altrimenti. Per quanto riguarda Marchisio, sì, lo guardo tanto anche io perchè fatte le debitissime proporzioni lui è un altro mito nel fare le due fasi e inserirsi tanto e bene in zona gol, senza mai pause, che è anche quel che mi chiede particolarmente mister Rughetti quest’anno, soprattutto dopo che con i recenti arrivi di Delgado ed Hasa in attacco, per i centrocampisti tra spizzate e sponde arrivano a noi centrocampisti tanti palloni puliti da giocare verso la porta avversaria in velocità, basta avere i tempi giusti: infatti il gol di domenica all’Astrea è arrivato così, inserimento da parte mia e gol, ed è normale che se si vince di misura con un gol di un fresco ex come me, ci sta che se ne parli ma avevo già fatto gol alla prima giornata all’Anziolavinio, ma quello fa meno rumore…

Ex dal dente avvelenato o no? Sei molto rilassato quando parli dell’Astrea eppure lottate ad oggi per lo stesso obiettivo, salvarvi nel gruppo G..

Si è vero, ma io come ti dicevo, sono arrivato là a Casal del Marmo e dei “ministeriali” dell’Astrea sono anche un ex grato, oltre che fresco, perchè partendo dalla Juniores Nazionale di mister Luca Ripa che mi scelse dalla Totti Soccer all’ultimo anno di allievi, ne ho fatta di strada, anche se tanta ancora ne dovrò fare, ma mi hanno aiutato tantissimo i quattro anni di Astrea a diventare uomo, centrocampista e persona a tutto tondo, insegnandomi tanto a tutti i livelli, sono stati campionati formativi, belli e in cui ci siamo sempre salvati facendo anche più del nostro dovere. Assolutamente nessun veleno ed è stata una scelta mia personalissima di andare via perchè volevo fare l’ultimo anno in cui non ero più un under in un nuovo contesto societario, avevo bisogno, come si dice, di cambiare ambiente ma per avere stimoli nuovi, non perchè non sarei potuto restare o avessi problemi con la società, assolutamente no. Se potessi dirlo, anzi, tifo tantissimo affinchè sia Cynthia che Astrea si salvino comodamente e presto e rimangano a braccetto in D anche nella prossima stagione, sarebbe una gioia aggiuntiva. Diciamo che il gol dell’ex fa piacere in sè e per sè perchè dimostri il tuo valore una volta di più anche a chi ti ha avuto già in rosa, ma nulla di diverso, nel mio caso.

E se dovessi farci un nome meno noto di quelli già emersi nelle scorse settimane su chi è il vostro “campione nascosto”, ovvero il calciatore decisivo di cui si parla poco?

Certo, di chi fa gol è troppo semplice parlare, quindi dico il nostro portiere del 1994 rientrato dal prestito alla Lupa Castelli Romani, Tiziano Scarfagna, ma non è poi così tanto una sorpresa perchè ha giocato e fatto la trafila anche nella mia cara Lazio, ha giocato al Torneo di Viareggio, in Primavera e poi anche qualche panchina da riserva in Europa League sempre in biancoceleste se non vado errato, poi è andato e tornato, perchè alla Lupa mi risulta fosse in prestito, e una volta di nuovo tra  i nostri pali si sta mostrando la solita sicurezza. Noi il portiere top lo abbiamo senza alcun dubbio.

Che partita sarà? Anche se l’Ostiamare ha più di qualche defezione e squalifica, tra cui Piro e Massella e Fanasca passato alla Viterbese, cercate la prestazione o magari il punto per passare meglio le festività?

Non siamo tipi da poterlo fare perchè altrimenti subiamo imbarcate di gol, e anche perchè veniamo da due vittorie di fila, lo sapete tutte, oltretutto per me sono giorni bellissimi un po’ per il Natale alle porte, un po’ per i risultati della squadra e la ritrovata efficienza fisica, visto che sono rientrato da poche settimane dopo un mese e mezzo di stop e un po’ perchè queste ultime due gare contro Astrea e Ostiamare, per me sono due derby. In una ho giocato da giocatore maturo, nell’altra da bambino ma conosco tantissimi dentro e fuori la società, sono di Ostia e di Ostiamare sento parlare quasi ogni giorno. Loro sono molto più in alto di noi e lottano per il titolo o comunque per un accesso certo ai playoff nella posizione più alta possibile, quindi fanno un altro campionato e a prescindere sono favoriti al di là delle assenza. Ma noi andiamo là per esprimere il massimo delle nostre possibilità, perchè non vogliamo chiudere male l’anno e stiamo bene di testa e di gambe. Se poi il nostro massimo domani si tradurrà in una vittoria, perchè essere prevenuti a priori? Andiamo là a giocarcela con umiltà e tanta grinta.

Ma per concludere, Cristian Bellini a 21 anni si sente giovane o vecchio come calciatore? Da ’93 sei considerato già out, già un grande, tu a che punto ti senti della tua crescita calcistica?

Ma è vero fino a un certo punto, di certo non sono un calciatore esperto, anche se ho solo 21 anni e sono al terzo campionato effettivo in serie D, ma definire esperto un centrocampista di 21 anni secondo me è veramente eccessivo, ho tanto pane duro da masticare anche se l’esperienza è qualcosa che senti dentro e cresce piano piano in modo deciso partita dopo partita, ecco perchè è importante giocare tanto e con continuità alla mia età e credo che ad oggi la regola che ha favorito anche me sia però troppo buona con gli under, 4 giovani obbligatori in campo in tanto lo dicono da tempo che è troppo – praticamente mezza squadra – e io concordo. Per ora sto dando ragione a chi diceva che se un under è bravo arrivato a 21 anni e trovato il giusto contesto gioca comunque titolare o comunque molto spesso, e questo è il mio orgoglio più grande, spero di continuare su questa falsariga, a  Cynthia sto alla grande.

Da centrocampista giovane chi invece ti ha messo in difficoltà tra i colleghi esperti incontrati finora in carriera?

Devo dire che l’argentino della Viterbese che ho incontrato in campionato, Fernando Horacio Spinelli, anche se è di 11 anni più grande di me è forte, tonico, tosto e con un gran piede, correva per quattro e come mi ha messo in difficoltà lui, per ora nessuno mai, una vera dinamo, irrefrenabile là in mezzo. Mi è sembrato un leader da cui prendere spunto per sapere come si fa sul serio nel mio ruolo. E poi è argentino, che per chi ama Veron come il sottoscritto è un valore aggiunto decisivo, loro hanno la grinta nel sangue.