SERIE D, MISTER GIORICO (ARZACHENA) VUOLE GLI ULTIMI PUNTI SALVEZZA: “ANDIAMO OLTRE LE ASSENZE A PARTIRE DAL PALESTRINA”

SERIE D, MISTER GIORICO (ARZACHENA) VUOLE GLI ULTIMI PUNTI SALVEZZA: “ANDIAMO OLTRE LE ASSENZE A PARTIRE DAL PALESTRINA”

 Mister Giorico, questo mese di marzo 2015 la vede chiudere con una trasferta a Palestrina con la rosa decimata...

Esattamente, il numero di componenti della nostra rosa è fisicamente poco nutrito ma bisogna badare al sodo, alla sostanza, ora più che mai, perchè siamo a quota 39 e ragionevolmente, mancandone ormai solo sette alla fine, di partite, prima otterremo quei 2-3 punti che credo possano garantirci la salvezza matematica e meglio sarà. Bisognerà certamente fare i conti col Palestrina che anche se ha perso l’ultima sfida di campionato resta in ogni caso in grandissima ascesa per la lotta salvezza con giocatori importanti, che trovano il gol con continuità. Ci sarà da fare una grande partita.

E per questa trasferta laziale chi dei suoi senza dubbio non sarà della partita?

Abbiamo tanto indisponibili quanto squalificati quindi nella peggiore delle ipotesi saremo senza sette elementi, di certo 3 fuori dal match perchè fermati dal giudice sportivo: Del Rio, Rossi e il giovane terzino Dedola, sostanzialmente tutta gente che ha sempre giocato, più altri quattro, Busatto, Milia, Fideli e Spano che sono tutti assolutamente in dubbio per porblemi fisici di varia natura. Ad oggi quello che penso potrebbe recuperare più di tutti tra questi è Fideli, ma con un “forse” grosso come una casa”.

Pensa ad una sostituzione con qualche under in età di lega o con qualche “esperto” che ha giocato meno?

Allo stato attuale per forza dovrò fare ricorso più ai ragazzini che agli “over” perchè la situazione non ci consente altrimenti, abbiamo “fisicamente” una rosa ridotta all’osso per le motivazioni contingenti di cui sopra, quindi chiederò a qualche giovane che già, chi più chi meno, si è affacciato dal nostro vivaio alla prima squadra, di darsi da fare ad aiutare questa società e questa maglia: Giordano, Gueli, Spina, Marzoli, sono tutti a vario titolo nomi “giovani” che avranno una loro chance nel prossimo match, anche perchè stiamo verificando vari profili anche per costruire per il prossimo anno una ossatura di giovani provenienti dal nostro settore giovanile che abbiano già una esperienza in prima squadra, nel loro piccolo. Quindi per tanti di loro sarà una prova anche in tal senso, da qua alla fine.

La lotta salvezza non vi ha mai riguardato davvero, ha qualche timore al riguardo da qua alla fine?

Onestamente no, perchè vedo sempre l’ambiente Arzachena solido, sereno, operativo, con la mentalità giusta di chi sa che sta rispettando al cento per cento gli obiettivi della nostra società, ossia una serena salvezza giocando un buon calcio e valorizzando i giovani, una ricetta classica ma che quest’anno più che mai fa al caso nostro, dato che siamo stati ripescati per questo campionato ad agosto inoltrato e tutti sapete quanto è complesso su due piedi allestire una rosa di Serie D con quel che resta, pur avendo un nome e un blasone da far rispettare. Devo dire che finora non siamo mai stati invischiati nella lotta salvezza e le nostre acque sono state sempre serene, ripeto, facciamo questi 4-5 punti che secondo il mio parere vorranno dire salvezza, e poi onoriamo il campionato.

In realtà va detto che come non accadeva da anni la zona playout vede coinvolta nel gruppo G di serie D solo una sarda al cento per cento, il Selargius, e tante altre squadre della nostra regione, come valuta questa inversione di tendenza?

Credo che rispetto agli anni passati ci sia semplicemente una maggiore crisi economica nel Lazio piuttosto che in Sardegna, dove da questo punto di vista le società stanno trovando una maggiore stabilità generale rispetto al passato e da questo parta tutto. Con problemi societari gravi dall’inizio alla fine, è impossibile dovunque fare calcio sia per salvarsi che per vincere i campionati, talvolta, se la crisi è grave, anche per finire la stagione. E i casi dell’Anziolavinio e del Terracina lo confermano, così come quello da noi del Selargius, dove le problematiche sono indistinte, tanto sono gravi, sia societarie che conseguentemente economiche.

In particolare come giudica il bilancio delle squadre sarde questa stagione al di là della zona salvezza?

Credo soddisfacente, come se si stessero gettando le basi per impostare un futuro più sereno in attesa che qualcuno nella nostra regione, possa o voglia investire nel calcio per, presto, lottare a vincere il campionato o comunque per le posizioni più alte. Alla Sardegna e all’Arzachena non manca nulla per poterlo fare, e già avere come da noi una situazione societaria chiara, serena, nel rispetto dei ruoli e una squadra che rema fino alla fine dalla stessa parte è la prima cosa per poterlo fare. E’ presto per parlare di un mio rinnovo, perchè prioma penso alla salvezza, ma qua sto benissimo e mi farebbe piacere far parte della guida tecnica di un’Arzachena con nuove e rinnovate ambizioni, a maggior ragione.

E per la partita col Palestrina, come uscire dal campo con i tre punti? A chi chiede i gol salvezza?

Sarebbe banale dire agli attaccanti, gente come Branicki e Cicino ha sempre fatto il suo e sono consapevole che più in generale il reparto offensivo dell’Arzachena ha sempre funzionato a dovere, il gol arriverà, per salvarsi il prima possibile mi interessa che si prenda qualche gol in meno, è là che dobbiamo migliorare da subito.

Questo marzo ha anche visto dimissioni di rilievo tra cui quelle di Prosia dal San Cesareo, Iengo dal Sora e del suo collega della Nuorese Bacci, cosa sta succedendo?

Non mi permetto di entrare in dinamiche al contempo societarie e personali sotto il profilo umano, ma quando accadono queste cose a 7-8 gare dalla fine, evidentemente non è la questione tecnica ad incidere, anche perchè Sora e Nuorese, per non parlare del San Cesareo, sono squadre o ampiamente avviate alla salvezza o addirittura in corsa per i playoff. Quindi è evidente che qualcosa di irreparabile è successo tra loro e le proprietà. Io posso solo dire che spesso, se il rapporto con i ragazzi, con la squadra è discreto e ho potuto continuare ad allenare, l’ho fatto anche sapendo che a fine campionao me ne sarei andato, ma ogni casistica, ripeto, è differente e va valutata individualmente.