A cura di Giovanni Crocé
La disponibilità e la saggezza dettata da tante battaglie sparse per i campi di C, D ed Eccellenza, nell’ultima parte di carriera, non fanno difetto all’attuale D.s. del San Cesareo Prosia, che a 37 anni vive ancora le emozioni della partita e della costruzione di una squadra dalle fondamenta, suo attuale compito base, con grande veemenza. Ecco perchè, nella giornata del big Match del Roberto Pera di San Cesareo tra i suoi e la capolista lidense Ostiamare, fresca di eliminazione in coppa contro la Lupa Castelli (1-1 e poi Lupa vincente ai rigori nei sedicesimi di finale per 5-4 n.d.r.) le sue parole trasudano rispetto per l’avversario ma anche voglia di vedere se dopo qualche alto e basso, il San Cesareo può togliersi la soddisfazione di giocare una grande gara e magari fare lo “scherzetto” ai ragazzi di mister Chiappàra.
Prosia, la classifica non è male, ma forse eravamo abituati davvero bene fino all’anno scorso, a che punto siete?
Io che vivo la nostra situazione societaria dal di dentro penso bene, alla fine se vedete la classifica del gruppo G di punti ne abbiamo fatti (9) poi se il fatto di godere di ottima reputazione ci deve condannare a provare a vincere sempre il campionato non sono daccordo, perchè bisogna tenere in conto che abbiamo cambiato abbastanza, che mister Perrotti ha lavorato e lavorerà tanto per impostare un determinato tipo di gioco con in campo calciatori di “peso” in tutti i sensi, ce ne sono molti che hanno mole e fisico ed entrano in forma tardi, e non è un caso che Mario Merlonghi, brevilineo e tecnico, sia uno di quelli che, anche se oggi con l’Ostiamare sarà squalificato, entra sempre in partita prima degli altri ed è più costante. Non faccio drammi mai e men che meno ora, qualche punto in più poteva starci qua e là ma allo stato attuale il San Cesareo soddisfa me e la presidenza e credo che abbia i punti che ha meritato.
Da voi arriva un Ostiamare tonica e prima in classifica, l’eliminazione in coppa conta relativamente, crede che qualcuno su di loro si stia ricredendo in positivo?
Io no, nel senso che per me sono sempre stati da primi posti se non da primo, la storia della panchina lunga e di avere qualche over in più l’ho sentita anche io certo, ma parliamo di perfezione, perchè per me hanno inserito in una società sana, con un grande mister come Chiappara, altri 3 pezzi grossi come gli esperti e secondo me decisivi Angeletti in difesa, Fanasca sulla trequarti e Massella in avanti. In un telaio con tanti giovani di valore e la forza di chi si conosce ed è affiatato da anni di gioco assieme con la stessa casacca, come D’Astolfo, Macciocca che tornerà, Costantini, questi tre acquisti fanno sul serio la differenza. Loro ora sono primi, poi se verranno fuori con costanza Lupa Castelli e Viterbese può darsi, ma ora loro vanno a mille e vorranno dare battaglia contro di noi perchè tutti sanno che il “Pera” è un campo duro da espugnare e molti con noi si esprimono spesso alla grande, perchè sanno che in casa nostra diamo il massimo, sempre.
Eppure spesso i vostri primi tempi non corrispondono alla forza con cui emergete nella ripresa, da cosa dipende questo “freno a mano tirato”?
E’ vero che noi siamo lontani parenti spesso anche con gli stessi 11 tra prima e seconda frazione ci trasformiamo e facciamo spesso gol e belle prestazioni nei secondi tempi, e come ti accennavo prima per me anzitutto è un discorso fisico, molti dei nostri giocatori hanno un fisico massiccio che li fa venire fuori alla distanza, giocando un calcio più veloce e fruttifero. Poi anche un discorso mentale, perchè forse soprattutto in casa potremmo essere un po’ meno attendisti e provare a giocare a calcio da subito senza aspettare le mosse avversarie, ma questi sono automatismi che stiamo perfezionando e chissà che non accada già contro l’Ostiamare di fare una partita più continua, i ragazzi stanno lavorando tanto.
Da D.s. la vita ovviamente impone ritmi e incombenze differenti che da giocatore, Prosia, lei si sta integrando nel nuovo mestiere?
Ti obbliga a vedere le cose diversamente come prospettive stare dietro a una scrivania, parlare e mediare coi calciatori e la dirigenza ma davvero è molto appagante perchè devi lavorare per tutti e senza pause, guardando a cose che spesso prima non analizzavi, da calciatore, ma va bene così e ringrazio la società di avermi fatto subito provare a dare il meglio anche come direttore sportivo. La vita da calciatore non la posso più fare perchè ho dato tutto e non mi faccio più neanche convincere da tempo ormai neppure per disputare le partitelle in famiglia, non è il caso, fisicamente non voglio rischiare e mi trovo meglio ad osservare i ragazzi fare il loro.
Una domanda secca, l’Ostiamare vale davvero, in generale e in prospettiva, Lupa e Viterbese?
Per me sì relativamente al paragone tra Lupa Castelli e biancoviola, li vedo sugli stessi altissimi standard tecnici e societari, con tanti grandi uomini in tutti i reparti, prima che calciatori. Per il resto forse la Viterbese la vedo, di poco, superiore ad entrambe perchè forse la Viterbese mi sembra alla lunga inattaccabile per profondità e qualità dell’organico, ma si gioca sempre e solo in 11 e va detto che anche la Coppa in settimana ha detto che seppure con tante seconde linee, oggi, Lupa e Ostiamare, si sono approcciate meglio di tutte al campionato, con la giusta fame e mentalità mentre altre, noi inclusi, dobbiamo lavorare ancora un po’ su tutto per fare i punti che vogliamo.
In cosa vede l’Ostiamare avere qualcosa in più di tutti, visto che si parla soprattutto di cosa invece le manca per stare al cento per cento in alto, ossia qualche ricambio di peso?
La costanza. Per me la comprovata serietà dell’Ostiamare intesa come società è fondamentale perchè così tutti quelli che firmano per loro sanno che mai e poi mai avranno grane coi pagamenti, pressioni indebite, presidenti che non mantengono gli impegni presi o squadre smantellate alla prima difficoltà: il loro è un ambiente di qualità, coltivato da anni ed anni di dirigenza e staff uguali in tutti i settori chiave, e ora che faccio il D.s. vi posso assicurare che se la società fa il suo, tutti quelli che vanno in campo con certe sicurezze interiori, alla lunga danno sempre qualcosa in più alla domenica, perchè devono solo pensare a fare i calciatori, senza preoccuparsi di altre cose e questo è il primo fattore che un vero big della categoria serie D sceglie, di questi tempi.