A cura di Giovanni Crocé
Vincere da titolare della tua porta un campionato di serie D a 18 anni non capita tutti i giorni, ripartire dalla stessa serie con motivazioni fortissime e nella squadra che avevi contribuito anche con le tue parate a far arrivare seconda, proprio dietro di te, forse ancora meno.
Questa è però la storia attuale di Lorenzo Di Loreti, classe 1995, cuore laziali e movenze tra i pali alla “Peruzzi”, un orgoglio per lui il paragone essendo tifoso laziale e forse i colori del Terracina, per cui ora gioca, vagamente possono ricordare quelli dei biancocelesti di Pioli e regalargli ulteriori motivazioni. Nell’esiguo numero di giocatori noti al grande pubblico di appassionati di calcio di D della nostra regione lui è uno degli sparuti volti a noi noti in questo Terracina rinnovato all’ennesima potenza, a partire dalla panchina, dove siede l’ex centrocampista svizzero (ma di chiare origini italiane) di Troyes, Olympique Marsiglia, Losanna, Getafe e Màlaga Fabio Celestini, a 39 anni alla prima esperienza in panchina da “head coach” dopo aver fatto da secondo del tedesco Bernd Schuster proprio in Liga al Malaga. Ripartiamo dunque avendo negli occhi lo splendido 1-3 esterno con cui i “tigrotti” di Latina si sono sbarazzati domenica scorsa del San Cesareo al “Roberto Pera” e da una delle poche certezze “romane”, esattamente Lorenzo Di Loreti.
Lorenzo, sei uno dei pochi volti noti di una piazza importante come Terracina dove tutto è cambiato in rosa rispetto a un campionato fa...
Certo, e questo mi elettrizza, perchè posso ripartire a difesa di una porta che ho avuto come responsabilità, con un organico rinnovato, tanta voglia di stupire, anche me stesso, perchè ci sono tanti stranieri, spagnoli, croati, africani ma anche calciatori italianissimi che hanno giocato sempre fuori dalla nostra regione e che stanno a loro volta scoprendo il lazio in prima persona. Se ci aggiungete che anche il nostro allenatore, per quanto sia formato da decenni nel calcio professionistico e di elite con la nazionale svizzera, il Marsiglia, il Losanna e le altre, è comunque anche lui un elemento nuovo, essere terzi in classifica a 9 punti senza avere per ora mai perso credo che denoti una certa qualità generica della squadra già in partenza.
Jean Mbida era difensore nella primavera interista con un certo Mario Balotelli, Castells Ortega nella serie A greca, Sopcic attaccante in quella croata, ma tu non dovresti essere ora in Lega Pro?
Il campo ha detto questo ma io sono consapevole che ho ancora da migliorare per poter fare continuativamente da garanzia vera per la porta di un club di C e quindi professionistico, io sono umile, umilissimo ma non mi pongo limiti. Certo porterò per sempre con me milioni e milioni di ricordi delle annate recenti con Lupa Frascati e Lupa Roma, che poi sono la stessa cosa visto che la società del presidente Cerrai ha solo cambiato nome e qualche componente marginale nel tempo, cose normali in uno staff di squadre di calce ma la società è sempre stata quella in cui sono approdato per la prima volta a 16 anni, dopo la mia esperienza alla Tor Tre Teste con gli allievi elite. Ho un grande rapporto con tutti i ragazzi di campo, coi calciatori, col preparatore dei portieri che c’è ancora ora e che sta facendo benissimo, Maggiani e naturalmente con mister Cucciari che ebbe il coraggio di farmi esordire in D e poi di farmi giocare tante volte titolare anche l’anno scorso, ne feci se non erro 25 in campionato e complessivamente 30 inclusa la coppa, ero il titolare, anche se con Di Filippo c’era grande rivalità ma una forte amicizia che perdura. E’ anche vero che ci sta che io abbia provato anche tanto dispiacere nel non venir riconfermato, ma la Lupa Roma la seguo sempre e sono felice per loro, nessun rancore, anzi, li ringrazio del supporto per essere dove sono.
Molti si aspettavano fossi in prestito al Terracina, invece di comune accordo con la società hai rescisso definitivamente prima di approdare dove sei ora. Non avevi altre richieste o alternative?
Sono sincero e diretto come quando cerco di fare del mio meglio tra i pali, neanche io, pur avendo vinto da titolare la serie D a 18 anni, mi reputo ancora completo per fare il titolare in una Lega Pro, lo ripeto, ma in cuor mio speravo che lo staff della Lupa Roma mi reputasse almeno in grado di poter fare da secondo portiere ad un titolare più esperto e forte di me per imparare e crescere ancora, non avrei fatto problemi per stare in panchina pur di continuare a stare con la Lupa Roma, che è davvero una famiglia come dicono. Non ci sono volontà polemiche nelle mie parole, ma sia da parte mia che da parte della società, una volta saputo che non rientravo nei piani, molto tardi, in sostanza ai primi di settembre, non avevo alternative che rescindere e ripartire dalla D a Terracina. In pratica la proposta societaria era fare il terzo portiere della rosa di prima squadra in Lega Pro e giocare con la Berretti della Lupa Roma, chiaramente una situazione sminuente e frenante per la mia maturazione tornare fisso a giocare con i coetanei dopo aver giocato titolare tutto un anno in D con dei veterani veri, avrei perso un anno senza maturare calcisticamente in nulla.
E altre idee per la serie C? Nessuna piazza ti ha dato la possibilità di fare almeno il secondo?
Il punto è sempre quello, più sali di livello e più la programmazione societaria per fare una rosa è anticipata e minuziosa, io ero di fatto svincolato davvero solo a settembre scorso e anche se prima qualcosa si era mosso, era per la serie D perchè ormai era tardi per poter andare a bussare a qualche porta, anche se con mia soddisfazione qualche società della lega pro mi ha cercato, ma non dico chi. Per la D potevo andare a fare il titolare a Taranto in puglia oppure ad Arezzo, dove avevo già firmato ma poi il mio trasferimento è decaduto, in quanto io avevo firmato per giocare in D, mentre poi loro sono stati ripescati in Lega Pro. Poca fortuna anche in quel caso, ma sono felice dove sono. La società mi ha dato casa a Terracina, a me come ai tanti nuovi che vengono da fuori Terracina e fuori regione, mi manca un po’ la famiglia ma Roma è a un’ora e mezza e quando posso torno spesso.
Hai avuto modo di stupirti a tua volta dei metodi di allenamento e di qualche nuovo compagno? Non ci aspettavamo faceste così bene col San Cesareo…
Bene a dirti il vero abbiamo fatto sul serio solo nel primo tempo ma la falsariga della partita era la stessa, ossia il pallone non lo dobbiamo mai calciare via a vanvera, sempre palla a terra, fraseggi corti e giocate pensate, veloci e intensi, movimenti senza palla e squadra corta. Ricetta spagnola, ma non per nulla mister Celestini ha giocato un certo tipo di calcio di alto livello e oltre a esser stato secondo di Schuster a Malaga, ha giocato anche in Spagna con Getafe e Levante e già da calciatore era un mediano che neanche in nazionale svizzero buttava via il pallone, e questo sta cercando di trasmetterci. Devo dire che tra i nuovi compagni si vede che il difensore centrale spagnolo Castells Ortega ha fatto i professionisti in Spagna e Grecia perchè ha autorevolezza, fisico e senso della posizione e poi tu che eri a fare la telecronaca domenica avrai visto quanto è forte Stefano D’Agostino, un vero “numero 10” scuola Samp, classe ’92, che segna, corre, svaria e fa assist, i due gol di domenica e la prestazione della squadra non sono casuali, solo che ora abbiamo ancora un pizzico di amalgama da trovare, deve tornare De Angelis in avanti e non ci conosce bene ancora nessuno, quindi per ora giochiamo più a carte coperte…
Ma il vero obiettivo quale è, quando sarete contenti?
Io vengo da un campionato vinto in questa categoria proprio nel girone dove c’era il Terracina quindi forse le devo provare a restituire il favore e io vorrei provare a vincerle tutte perchè se questa è la partenza dobbiamo provare a crescere, abbiamo buoni giocatori dappertutto. Poi è ovvio, non abbiamo giocatori che hanno già giocato e fatto bene nella D laziale a parte la vecchia guardia, Botta, Serapiglia e Campobasso, che è anche il primo amico fuori dal campo perchè conosce tutto della nuova realtà dove mi trovo per esserci stato tanto tempo e perchè soprattutto era con me alla Lupa Roma fino a dicembre scorso. Nessuno giustamente ci da credito perchè non ci conosce. Eppure io dico che se una tra Viterbese e Lupa Castelli farà fatica e l’Ostiamare non si inserirà come terzo incomodo, io credo che noi potremmo dire la nostra, di certo non vogliamo solo salvarci, ma dare continuità ad alto livello rispetto all’anno scorso.
Domenica avete poi l’Olbia da voi al “Colavolpe” a farvi visita, parlano benissimo anche dei sardi, eppure la classifica…
La classifica ho imparato che può dare dei riferimenti temporali su come sta la squadra in questo momento del campionato ma la serie D è dura e soprattutto anche loro saranno una sorpresa per noi perchè vengono da un’altra regione e vengono accreditati di un grande organico, quindi credo sarà una bella partita, se tutti dicono che la loro classifica è parzialmente bugiarda, io preferisco crederci per non abbassare la guardia.
Momento più bello della ultima stagione dove avete vinto la serie D con la Lupa Roma e perchè?
Paradossalmente ti rispondo proprio la partita di Terracina dove perdemmo 2-1 tutti pensavano che là, in quel big match, il campionato fosse andato perso, per di più anche io feci degli errori in quel match decisivo, ed ero incenerito. Poi però ho, abbiamo, saputo rialzarci in fretta e alla grande e vincere il campionato. E questo mi ha insegnato che davvero alla lunga il lavoro paga, puoi perdere uno, due, tre duelli, ma come in partita, se sei forte dentro poi alla fine quello che vuoi, con un pizzico di fortuna e l’aiuto dei compagni, lo puoi ottenere e nulla è perduto finchè non lo dice la matematica.
Adesso non sei iscritto all’università ma mi dici che ti piacerebbe, non hai intenzione di trascurare gli studi?
In realtà io non ho avuto proprio tempo materiale perchè ho finito gli esami di stato al liceo scientifico ai primi di luglio, poi di fatto è iniziata la preparazione un mesetto dopo e ho dovuto poi risolvere il problema di trovare squadra perchè la carriera è grazie a dio spero ancora lunga e ricca di soddisfazioni e una volta trovato l’accordo col Terracina in ritardo ho dovuto trasferirmi e prendere contatto con l’ambiente. Inoltre non avevo ben chiaro a cosa volessi iscrivermi ma so che l’anno prossimo di sicuro mi iscriverò in qualche ateneo perchè anche io sono del partito di quelli che sanno bene che a 35-40 anni, per un portiere, il calcio finisce ma la vita, sempre se Dio vuole è ancora lunga e bisogna viverla avendo seminato bene, non lascerò gli studi, sono solo rimandati al prossimo anno.
Ma dentro di te, per concludere, ti sei sicuramente chiesto perchè e chi avesse deciso concretamente per non riconfermarti tra i pali. Che colpe ti dai?
La società visto quanto sta facendo, ovvero benissimo, da matricola, sicuramente ha visto giusto, devo maturare ma spero, ripeto, che questo sia l’anno buono per dimostrare ancora che mi avvicino ancora di più a grandi passi verso il mio prossimo sogno sportivo, giocare il Lega Pro. Voglio bene da morire a tutti in società, soprattutto ripeto al preparatore Maggiani, che era stato giustamente franco, a 18 anni nonostante il campionato vinto a suo parere non potevo fare il titolare in questa rinnovata C a girone unico. Detto questo la società per correre meno rischi possibili credo sotto il profilo dell’esperienza del portiere ha voluto sì portieri giovani come Rossi e Rossini ma con già campionati di C alle spalle. Senza dubbio credo di dover migliorare ancora, ai limiti della perfezione, nella cosiddetta “risposta all’errore”, ovvero a quanto rapidamente e con quanta veemenza io, da numero 1, da portiere, reagisco psicologicamente dopo aver commesso in partita un errore. E’ un parametro che è decisivo e sarà la mia “fissa” per tutta la stagione, anche perché tanti staff professionistici per scegliere un portiere guardano a questo.