Nella giornata di ieri il Comitato Regionale Lazio ha ufficializzato lo stop per l’intera settimana corrente delle attività agonistiche nella nostra regione dopo l’inqualificabile aggressione subita dall’arbitro Riccardo Bernardini di Ciampino al termine del match tra la Virtus Olympia Roma SB e l’Atletico Torrenova.
La decisione di sospendere i campionati dilettantistici e giovanili del Lazio ha inevitabilmente aperto fronti di pensiero differenti, al di là della naturale e doverosa solidarietà nei confronti del direttore di gara ferito al Francesca Gianni domenica scorsa.
Abbiamo dunque contattato un campione rilevante di protagonisti del nostro calcio (dirigenti, tecnici e calciatori) per conoscere il loro pensiero in merito.
Ecco cosa ci hanno risposto.
DIRIGENTI
BRUNO SACCA’ (Real Monterotondo Scalo)
“Eventi come quello di domenica non si dovrebbero mai verificare, nè tantomeno leggere all’interno delle pagine sportive di un quotidiano.
Spero che una cosa simile non accada mai più, non è possibile che venga colpito un arbitro che si trova a svolgere il proprio lavoro, seguendo quella che è essenzialmente una passione.
Per quanto riguarda la decisione di sospendere l’attività agonistica, rimango comunque perplesso.
Comprendo la necessità di lanciare un segnale forte, ma così si creano inevitabili disagi a quelle società perbene che non si sono mai macchiate di comportamenti del genere”.
BERNARDO IANNICELLI (Montalto)
“A mio avviso, fermarsi per una settimana non risolverà alcun problema.
Sarebbe invece importante istituire una tavola rotonda con la presenza di tutte le componenti (federazione, arbitri, dirigenti, allenatori, calciatori ed anche massagiatori) per creare un rapporto di maggior serenità con i direttori di gara.
Le società non possono far nulla se una persona all’improvviso decide di scavalcare la rete ed entrare in campo.
I problemi sono diversi: chiediamoci perchè uno come Gavillucci è tornato ad arbitrare gare di setotre giovanile, ad esempio…”.
GIACINTO BERTUCCI (Cynthia)
“Sono favorevole alla sospensione ed esprimo massima solidarietà al ragazzo, vittima di un gesto gravissimo.
Secondo me, manca la cultura della sconfitta.
Le decisioni degli arbitri, anche quelle errate, vanno sempre rispettate.
Mi allineo dunque alla decisione del Comitato Regionale, sperando che in futuri si eviti di scimmiottare i professionisti e possa farci sentire di nuovo dilettanti”.
FRANCESCO ALESSANDRI (Eretum Monterotondo)
“Le parole del presidente Zarelli sono le più giuste, a mio giudizio.
Visto quanto è accaduto, l’AIA non poteva davvero esimersi dal prendere una decisione forte.
Urge una riflessione: va bene il calcio e tutta la passione che si trascina dietro, ma prima di tutto c’è l’uomo.
Spero vivamente che episodi del genere non si verifichino più”.
GUIDO ZENGA (Virtus Nettuno)
“Non si può che provare sgomento per quanto accaduto.
Quando si arriva ad episodi del genere, si va oltre lo sport.
Si superano i limiti del buonsenso.
Capisco la reazione dell’AIA, anche se resto un po’ perplesso circa la decisione di sospendere i campionati.
Ovviamente la rispettiamo perchè vuole offrire solidarietà all’arbitro colpito domenica scorsa, però servirebbero provvedimenti drastici nei confronti dei colpevoli e non generalizzare.
Purtroppo nel nostro Paese manca certamente un po’ di cultura sportiva…”.
NICOLA CEA (Latina Scalo Sermoneta)
“Dal momento che partecipiamo ai campionati, rispettiamo la decisione e ci adeguiamo alle regole.
Credo che la scelta di sospendere le attività rappresenti una forma di tutela in più per far comprendere a qualcuno che gesti simili non sono in alcun modo giustificabili”.
DAVIDE BELARDI (Sora)
“Il mio pensiero è che al giorno d’oggi fare l’arbitro sia divenuto un hobby particolarmente difficile.
I direttori di gara devono seguire un regolamento molto complesso e questo li sottopone ad uno stress psicologico superiore a quello dei calciatori.
Come se non bastasse, sono sempre nel mirino di pubblico e addetti ai lavori, pronti a puntare l’indice al loro minimo errore.
Tutti questi fattori contribuiscono all’abbassamento del livello medio.
In Serie A neppure la metà degli arbitri raggiunge una media-voto sufficiente dopo un terzo del campionato…
Ammiro il presidente Nicchi per le iniziative che porta avanti contro la violenza, però secondo me questo è un problema che parte da lontano.
Gli arbitri bravi vengono promossi piuttosto rapidamente nelle categorie superiori e così tra i dilettanti spesso rimangono quelli meno dotati.
In questo caso non pensavo si andasse fino in fondo e invece si è deciso di confermare la decisione di sospendere i campionati, esprimendo solidarietà nei confronti del signor Bernardini.
Se pensano che lo stop possa cambiare qualcosa, lo appoggio in pieno.
Purtroppo però temo che serva a poco.
Per esperienza dico che non sempre la classe arbitrale si predispone a farsi aiutare.
Quanto è accaduto rimane tuttavia un episodio deplorevole.
Nel 2018 fatti del genere non dovrebbero avvenire, vedo troppa approssimazione in giro…”.
PIETRO SCROCCA (Villalba Ocres Moca)
“Questa decisione può essere interpretata come un desiderio di porre in evidenza determinate dinamiche.
In merito mio figlio Fabrizio ha scritto un post su Facebook che mi sento di condividere al 100%.
In Italia c’è una cultura che va rielaborata.
Bisogna intervenire sia sulle società che sui genitori.
Ai nostri livelli è dura parlare di tifosi, perchè sono per lo più persone che fanno parte dell’entourage dei club.
Tutte le componenti del calcio dovrebbero studiare e poi prendere misure appropriate per tutelare e tutelarsi.
Occorre vigilare attentamente su chi entra nel mondo del calcio.
Il segnale lanciato dallo stop per me è giustissimo”.
LORENZO LAURI (Cavese)
“E’ una decisione che condivido, anche se non so se serva a dare la cosiddetta sterzata.
Va comunque dato un segnale forte perchè esiste un malessere diffuso.
Mi auguro che la nuova gestione della FIGC possa dare un nuovo impulso al calcio italiano, inducendo le persone a riflettere…”.
ALLENATORI
ANDREA BUSSONE (Team Nuova Florida)
“Lo stop mi trova favorevole, se porta a decisioni importanti ed a provvedimenti seri da parte degli organi competenti.
Questi episodi sono inaccettabili”.
DANIELE SCARFINI (Campus Eur)
“Per me è una decisione giusta.
A San Basilio è avvenuta una cosa deplorevole.
Le decisioni degli arbitri possono far innervosire tutti, me per primo, ma da qui a rendersi protagonisti di un gesto del genere ce ne corre.
Tutti quanti dovremmo ricordare che senza arbitri non si può giocare e, se si continua di questo passo, il calcio avrà vita breve”.
PIERPAOLO LAURETTI (Città di Palombara)
“Fermo restando che sono vicino e solidale nei confronti del ragazzo, questa decisione non mi trova d’accordo.
Sono contrario alle generalizzazioni.
Si individuino i responsabili di questo gesto e si colpiscano loro, senza che a rimetterci siano persone che non c’entrano nulla.
Una settimana di stop non cambierà niente.
Al contrario, se si decidesse di fermare il calcio per un anno, si darebbe un segnale importante e condivisibile”.
MIRKO GRANIERI (Morolo)
“Mi rifiuto che un arbitro si rechi su un campo con l’idea di far vincere l’una o l’altra squadra.
Tutti siamo esseri umani e tutti possiamo sbagliare.
Senza direttori di gara non si può giocare.
Ciò detto, per quanto mi riguarda alcuni di loro hanno un approccio sbagliato.
Mi auguro che lo stop serva a qualcosa, ma francamente nutro dei dubbi”.
MAURIZIO DE MATTIA (Boreale Don Orione)
“Dopo ciò che è accaduto, un segnale va certamente dato.
La domanda che mi pongo però é: quanto servirà?
Questi sono tempi in cui se un professore mette una nota ad un alunno, il padre non rimprovera il figlio, ma va a prendersela col professore.
La stessa cosa accade sui campi di calcio, specie su quelli di settore giovanile.
Vogliamo fermarci?
D’accordo, fermiamoci.
Però bisogna andare alla radice del problema, un problema di carattere generale e che investe il Paese intero.
Se non cominciamo a rispettare le persone preposte per il rispetto delle regole, coliamo a picco”.
STEFANO CAMPOLO (Arce)
“Sono assolutamente favorevole allo stop, perchè senza gli arbitri non si potrebbe giocare al calcio e vanno rispettati.
Trovo inaccettabile l’idea di alzarsi la mattina per discutere con un direttore di gara.
Purtroppo sono anni che dobbiamo convivere con episodi del genere, dipendesse da me radierei la società in questione.
Quella del Comitato Regionale la trovo una decisione sacrosanta”.
GIAN LUCA BERRUTI (Grifone Gialloverde)
“E’ una decisione assolutamente condivisibile ed apprezzabile.
Chiaramente aggiungo che, a fronte di alcuni episodi negativi e censurabili, ve ne sono anche tanti altri positivi di collaborazione con gli ufficiali di gara.
Credo sia comunque arrivato il momento di operare delle riforme nel calcio.
A mio giudizio, le terne vanno utilizzate in ogni gara e per tutte le categorie, dal settore giovanile in su.
E’ impossibile per un arbitro vedere da solo un fuorigioco.
Sarei poi favorevole all’introduzione della tecnologia anche tra i dilettanti.
Gli arbitri sbagliano perchè non hanno supporti adeguati”.
PAOLO CAPUTO (Compagnia Portuale)
“Penso che siamo arrivati ad un punto di non ritorno: genitori che picchiano allenatori, tifosi che picchiano arbitri…
C’è troppa maleducazione.
Si è persa la dimensione vera dello sport, quella fatta di sacrifici.
Servono pene severe, è inutile squalificare un presidente.
Vanno chiusi i campi.
Non trovo giusto che ci siano club privi di impianto sportivo, perchè questo li sottrae alle loro responsabilità.
Altro aspetto da migliorare è quello del rapporto tra le parti.
Serve più dialogo.
Anche gli arbitri devono mettersi al servizio di allenatori e calciatori che, in maniera civile, chiedono solo delle spiegazioni”.
STEFANO DEL CANUTO (Corneto Tarquinia)
“E’ fermarsi giusto perchè il fatto è grave ed episodi di questo genere o che ci si avvicinano sono frequenti.
Al di là che possa servire o meno in maniera concreta, è comunque giusto fermarci e riflettere su ciò che è successo.
Ritengo che sia appropriato inasprire eventualmente le pene per fatti di questa gravità”.
ANDREA CAMMILLUCCI (Pol. Monti Cimini)
“Ritengo che sia stato oltrepassato ogni limite.
Il calcio è uno sport di aggregazione sociale, specialmente nei dilettanti e soprattutto nelle giovanili.
Pertanto ritengo che ogni singolo episodio di violenza vada condannato con pene esemplari da parte della giustizia ordinaria, per la sua sfera di competenza, e da quella sportiva”.
FABIO GERLI
“Condanno il gesto ai danni del Direttore di gara perché sono episodi incivili che travalicano qualsiasi logica agonistica.
Serve una maggiore cultura calcistica della sconfitta e per fare ciò occorre formazione ed educazione allo sport e la Federazione in questo può e deve fare di più, anche in termini di sicurezza, ed in tal senso potenziando il numero dei Commissari di Campo da inviare d’ufficio la domenica, specie su quei campi cosiddetti “caldi”.
Ritengo che questa pausa possa essere ottimizzata per riflessioni che debbano riguardare necessariamente tutti, ad iniziare da noi tecnici che, spesso per scarsa cultura, creiamo alibi a noi stessi ed al cospetto di Presidenti, tifosi e di calciatori per le sconfitte, dando erroneamente responsabilità agli arbitri, non stigmatizzando quasi mai il comportamento dei nostri calciatori quando commettono gesti stupidi o ingenui che possano causare espulsioni, calci di rigore o più in generale danno alla squadra: insomma occorre un salto di qualità in termini culturali, civici e sportivi e maggiore serenità perché parliamo pur sempre di calcio dilettantistico.
Parimenti, sarebbe auspicabile che la classe arbitrale si adoperasse per instaurare in campo un clima più disteso ispirato al dialogo”.
DAVID CENTIONI (Real Monterotondo Scalo)
“Quello che è accaduto domenica scorsa è qualcosa di inaccetabile per la gravità del fatto.
“Penso che sia giusto sospendere i campionati dai più grandi ai più piccoli.
Purtroppo i fatti più brutti succedono solo in Italia e su questo siamo molto indietro.
Bisogna tutelare gli arbitri, così come bisogna proteggere i giocatori e quelle società che non sempre c’entrano con questi atti vergognosi.
Vorrei infine fare un plauso alla prontezza nel gestire la situazione che ha avuto il mio amico Yuri Alviti, uomo vero in un calcio malato da tanti anni”.
ANDREA RICCI (Boreale Don Orione)
“In merito ai fatti accaduti domenica credo sia corretta la decisione presa dall’AIA.
Parlando da giocatore ed insegnante di educazione fisica, credo sia doveroso lanciare un messaggio forte per ricordare a tutti il valore di questo sport fatto non solo di competizione, ma di rispetto, condivisione e lealtà.
La violenza non deve sporcare il nostro gioco.”.
ALESSIO PICCHERI (Pomezia)
“La classe arbitrale italiana in genere è quella che meno concepisco.
Amo il calcio inglese, sia per come ci si approccia alla gara che per quanto avviene durante lo svolgimento della stessa.
Ci vorrebbe più dialogo tra le parti in modo tale che anche l’errore sia giustificato e non aggredito.
Spero non sia solo utopia dalle nostre parti.
Per quanto riguarda il singolo episodio, sono contrario allo stop.
Se all’inizio del campionato ci fossero stati degli incontri in materia, allora forse si sarebbero tenuti comportamenti diversi .
Ma se ciò non si capisce, temo che non sarà l’ultimo di questi episodi .
Non c’è cultura sportiva,che deve rimanere nei 90′, per noi attori principali, per gli arbitri come co-protagonisti e per il contorno troppe volte al centro di scene apocalittiche”.
Il dibattito sull’argomento continuerà domenica pomeriggio dalle 18:00 alle 20:00 nel corso della trasmissione Sport in Oro, in onda su Rete Oro (ch 18) ed in diretta Live streaming sui nostri canali social.