Trastevere, l’identità è rimasta intatta, Fatati: “Dove c’è battaglia ci esaltiamo, io rinato grazie ad un amico che..”

Trastevere, l’identità è rimasta intatta, Fatati: “Dove c’è battaglia ci esaltiamo, io rinato grazie ad un amico che..”

Fatati 3

Di Alessandro Bastianelli.

Uprising è una parola evocativa, che tradotta letteralmente dall’inglese significa ribellione.

Ma il suo significato prende origine da uprise, un altro termine che denota invece l’ascesa, il gesto di slanciarsi in salita verso un nuovo inizio.

Uno scenario che ad Alessio Fatati, ventottenne centrocampista del Trastevere, deve risultare familiare. Ribellione ai cattivi eventi, con la voglia inestinguibile di tornare in alto.

Perché gli ultimi due anni di Alessio  sono stati segnati da una rinascita ed un ritorno rabbioso su quelle prerogative che il centrocampista aveva lasciato intravedere nelle esperienze giovanili di Pomezia in Lega Pro e Monterotondo in D, alle quali erano seguiti alcuni passaggi sfortunati in altre realtà regionali.

Oggi Fatati ha ritrovato la categoria che merita, al comando del centrocampo del Trastevere che guida il Girone G di Serie D dopo due giornate.

Merito anche dell’ultimo successo esterno, ottenuto a Carbognano in condizioni tutt’altro che agevoli contro il Civita Castellana.

«Domenica è stata una battaglia, ma credo che siamo usciti dal campo con quel che meritassimo, ossia i tre punti – sottolinea Fatati, contattato telefonicamente.Fatati Trastevere

Al di là della pioggia, minima durante la partita, abbiamo giocato in condizioni davvero difficili, con il campo fangoso, l’umidità ed il freddo a tormentarci.

Queste però sono le sfide che ci stimolano a dare di più, dove c’è battaglia noi ci esaltiamo»

Identità trasteverina, ormai marchio di fabbrica degli amaranto (giunti secondi nel girone H di D nella scorsa stagione ndr), che è stata già appresa dai nuovi arrivati del Trastevere, come rimarca il centrocampista ex Anzio:

«Abbiamo cambiato diversi giocatori, ma quelli che sono arrivati hanno le stesse caratteristiche caratteriali di chi è andato via, la nostra identità è quella della scorsa stagione.

Non è compito mio presentare giocatori come Pucino, Neri, Sfanò e tutti gli altri, ci tengo solo a dire che la società ha svolto un lavoro eccezionale nella scelta dei nuovi arrivi, guardando sia l’uomo che il giocatore. 

Noi abbiamo bisogno di umiltà e spirito di sacrificio, e chi è arrivato a Luglio sta assimilando perfettamente il nostro modo di giocare. Siamo tosti quanto lo eravamo lo scorso anno».

Davide Lorusso, attaccante classe '96 del Trastevere
Davide Lorusso, attaccante classe ’96 del Trastevere

Fra i confermati del blocco storico, vi sono invece tre ragazzini terribili come Riccucci, Panico e Lorusso.

Tre elementi accomunati, oltre che dall’età (sono tutti ’96), dal settore giovanile svolto fra i dilettanti (Tor Tre Teste, Futbolclub) e da un presente luminoso, che li vede al centro del progetto Trastevere, come conferma anche Fatati: «Non riesco a capire come Andrea, Luca e Davide possano ancora giocare in Serie D. 

A Luglio ero felicissimo di rivederli in ritiro con noi, ma non riesco a credere come giocatori del genere, di tale qualità, non siano ancora stati chiamati da qualche professionista: avrei preferito che non si fossero presentati (ride ndr).

Oltre ad essere molto forti, sono anche ragazzi dall’atteggiamento esemplare, sempre puntuali, professionali e corretti.

Sono sicuro che faranno una grandissima carriera, glielo auguro».

Fatati 2Domenica, oltre all’identità Trastevere, servirà l’impegno e la qualità di tutti gli interpreti: allo Stadium arriva l’Atletico SFF di Scudieri, erede di quel Fregene di cui Fatati indossò anche la maglia per breve tempo, nel 2014.

«Sarà una gara molto impegnativa e ci stiamo preparando duramente per affrontarla.

Io ex della gara? Sinceramente sono stato talmente poco a Fregene che non posso considerarmi un ex, per me sarà una gara come tutte le altre.

Mi farà piacere rivedere alcuni amici, come Leo Nanni, parte di un gruppo che secondo me era fortissimo ieri e lo è anche oggi dopo i numerosi cambi, ma al di là dei punti in palio non è una gara che sento con particolare tensione».

Se gli parli di Anzio, invece, anche il tono di Alessio cambia, insieme alle parole.

La stagione 2015-2016 è stata infatti quella della rinascita per Fatati, che agli ordini di Catanzani riportò in D dopo solo un anno la compagine portodanzese.

Una rinascita, un uprise che ha ripagato Fatati di anni bui, durante i quali il calcio, e la fortuna, sembravano avergli voltato le spalle.

«Sono rinato grazie alla mia passione infinita per questo sport, e ad un amico come Alessio Piccheri.

Sono stato senza squadra per alcuni mesi, ho incontrato allenatori con cui non c’era feeling, sono sceso in Eccellenza e sono retrocesso con il Santa Maria delle Mole, che non aveva più una società e che è poi fallito.

Fatati esulta con la maglia dell'Anzio
Fatati esulta con la maglia dell’Anzio

Ma tutti questi eventi non mi hanno scoraggiato, perché io nelle mie capacità e nella mia passione ci ho sempre creduto.

I sacrifici fanno parte del calcio, ma uno li fa volentieri, specialmente se li metti in confronto a quelli che fa un operaio padre di famiglia, che si alza la mattina alle 5 per lavorare.

L’importante è sempre farsi trovare pronti, nel bene o nel male, nelle esperienze negative come in quelle positive.

Anzio è un’esperienza che rimarrà sempre nel mio cuore, grazie ad Alessio (Piccheri ndr) che mi ha chiesto a Settembre 2015 di provare ad allenarmi con loro.

Ho trovato un ambiente fantastico che mi ha permesso di rilanciarmi, ed il mio merito è stato unicamente quello di farmi trovare pronto e di metterci passione e grinta».

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