VIGOR ACQUAPENDENTE, FATONE INDICA LA VIA: “LAVORIAMO SULL’ASPETTO MENTALE”

VIGOR ACQUAPENDENTE, FATONE INDICA LA VIA: “LAVORIAMO SULL’ASPETTO MENTALE”

Di Alessandro Bastianelli.

Il campionato di Eccellenza 2014-2015 ha un aspetto importante benché trascurato da molti: abbiamo evidenziato, durante la nostra vetrina domenicale, come l’entusiasmo portato dalle formazioni neo promosse abbia permesso a queste realtà di fare bene e di guadagnare posizioni di classifica inaspettate.

Ad eccezione del Cassino, che ha investito molto ed aveva tante aspettative intorno, in pochi si sarebbero aspettati risultati come quelli ottenuti dalla Nuova Itri, dal Serpentara, dall’Almas, e soprattutto dalla Vigor Acquapendente, che per lungo tempo ha stazionato nelle prime posizioni del girone A.

Guidati da Riccardo Fatone, i viterbesi hanno conquistato sinora 38 punti assaporando anche piani più nobili durante il periodo autunnale. Complice una piccola flessione, si trovano ora al settimo posto in graduatoria, ma in un girone livellato come l’A ci si può attendere di tutto sino alla fine.

Siamo andati a intervistare proprio l’ex calciatore di Monterotondo, Sansovino e Sansepolcro per sapere cosa si aspetta dal rush finale del campionato.

Mister Fatone, la vetta dista sette punti. E’ ancora tempo di sognare dalle parti di Acquapendente?

Stiamo facendo un buon campionato, è sotto gli occhi di tutti, purtroppo però ultimamente abbiamo pagato lo scotto della categoria nonostante giocassimo senza pressione.

Abbiamo perso punti importanti in trasferta che nell’economia del campionato si fanno sentire, soprattutto con qualche pareggio di troppo come quello di domenica contro la Sorianese. I ragazzi sono tranquilli e sanno di poter giocare senza pressione, ma per sognare abbiamo bisogno di superare i nostri limiti caratteriali: tecnicamente, possiamo giocarcela con tutti e l’abbiamo dimostrato.

Nessun proclama, quindi.

Fino alla fine ci proviamo, non guardo tanto il risultato finale quanto alle prestazioni. Abbiamo tre scontri diretti da disputare in casa (Fonte Nuova, Montecelio e Ladispoli ndr), noi venderemo cara la pelle sino alla fine consapevoli che la salvezza è quasi acquisita e che possiamo giocarcela con tutti lì davanti.

Sette punti dal primo posto sono tanti, ma in un campionato equilibrato come questo diventano pochi e i campionati anonimi, a me, non sono mai piaciuti.

Crede che ci sia un punto in comune fra voi e le altre neopromosse che, nei due gironi d’Eccellenza, occupano i piani alti della classifica?

Parlo per noi, sicuramente l’entusiasmo e la novità della categoria ci hanno aiutati. Abbiamo portato tanti volti nuovi in Eccellenza, puntando su ragazzi che lo scorso anno erano in Promozione o addirittura in Prima Categoria.

Avere voglia e fame ci ha portati a giocare un calcio propositivo e ad esprimere un bel gioco, però quando abbiamo assaporato i primi posti ci è mancato quel qualcosa in più a livello di personalità per restare lassù.

Nel prossimo futuro dovremo lavorare molto sull’aspetto mentale, non è un caso che in determinati momenti della stagione siamo mancati.

Senza Danieli, prossimo all’operazione, cambierete qualcosa nel vostro approccio tattico?

La buona notizia è che Danieli non dovrà più operarsi con urgenza.

Ha eseguito un nuovo consulto ortopedico ed i medici gli hanno detto che può giocare sino a fine stagione.

Noi ce lo teniamo stretto, anche se un po’ claudicante.

Lei ha giocato e allenato anche in Umbria, ha avvertito tanto la differenza fra le due regioni?

Io sono romano e ho giocato al Monterotondo, diciamo che sapevo a cosa andavo incontro venendo ad allenare qui (ride ndr).

Qui nel Lazio il livello è sicuramente più alto sotto tutti gli aspetti, era evidente già in Promozione lo scorso anno.

L’Eccellenza poi ci ha messo a fronte con realtà storiche, che vivono di calcio e che hanno grandi bacini di utenza, non è cambiato molto da quando giocavo.

Ci sono tanti allenatori e calciatori bravi che ti stimolano a dare il meglio, il calcio laziale è più difficile e complicato ma c’è anche più soddisfazione e più stimolo nel viverlo.

Chiudiamo con uno sguardo al futuro.

Sogni nel cassetto?

Beh per ora sto molto bene ad Acquapendente, la mia storia mi insegna che è bene procedere a piccoli passi, senza strafare, senza volersi buttare a tutti i costi in esperienze complicate. Qui si può fare calcio senza pressioni e insistendo molto sull’aspetto tecnico e del gioco, che per un allenatore è il massimo se si vuole migliorare.

Desidero prendere il patentino di seconda categoria, che mi permetterebbe di allenare nei professionisti a pieno titolo.

Purtroppo il mio percorso da calciatore non mi permette di farlo tramite un corso, come possono invece fare gli ex calciatori di Serie A, dovrei vincere un campionato di Serie D per poterlo ottenere.

Ma questo sarebbe davvero il traguardo di una carriera, ed in fondo sognare è lecito, no?