Anzio, una questione di cuore. Guida: “Questo club ti entra nel sangue. Gamboni, Rizzaro e Regolanti tre esempi per tutti”

Anzio, una questione di cuore. Guida: “Questo club ti entra nel sangue. Gamboni, Rizzaro e Regolanti tre esempi per tutti”

Nelle ultime sette gare l’Anzio ha incassato ben diciassette punti ed insieme al Civitavecchia sta dando vita ad un appassionante duello in vetta alla classifica del Girone A di Eccellenza.

Il roboante successo in terra pometina di domenica scorsa ed il contestuale pareggio dei nerazzurri di Bifini a Primavalle hanno nuovamente consegnato la vetta ai neroniani che si accingono a chiudere un 2022 altamente positivo, ospitando al Bruschini il Quarto Municipio di Daniele Lo Monaco.

I capitolini sono senza dubbio tra le rivelazioni del girone d’andata e di certo non busseranno alla porta della prima della classe con il semplice scopo di presentare gli auguri di Buon Natale.

Mario Guida, che per anni è stato esemplare Capitano e guida dei biancazzurri di patron Franco Rizzaro e che da qualche stagione si sta dimostrando tecnico tra i più preparati del nostro calcio, sa che la sfida con Mortaroli e compagni presenta più di un’insidia ed insieme ai suoi uomini la sta preparando con la consueta puntigliosità.

Del resto, è anche tempo di bilanci e quello dell’Anzio non può che essere fortemente in attivo: l’onda lunga di una ricostruzione che parte da lontano sta dando frutti appetitosi e la crescita di una squadra che è stata costruita, pezzo dopo pezzo, nelle ultime tre stagioni, è sotto gli occhi di tutti.

 

Mister, il 2022 sta volgendo al termine.

Qual è la prima immagine che ti viene in mente di quest’anno a livello personale?

“Ripenso all’ultima gara della scorsa stagione a Falasche, quando abbiamo festeggiato la matematica certezza del secondo posto che ci ha permesso di disputare i play-off.

È stato un risultato importante perché ha permesso all’Anzio di riportarsi sui livelli di un tempo.

Negli ultimi due campionati abbiamo centrato un terzo ed un secondo posto.

Speriamo che la crescita continui ad essere costante (sorride)…”.

Domenica avete festeggiato la decima vittoria in campionato ed avete riconquistato il primato.

Per carattere questo Anzio somiglia sempre più al suo allenatore…

“Credo che questo dettaglio corrisponda al vero e personalmente mi fa enormemente piacere.

Nel corso della mia vita ho sempre creduto nella disciplina del lavoro e nello spirito di sacrificio e da giocatore ho sempre cercato di dimostrare la mia voglia di vincere anche attraverso quella foga agonistica che mi contraddistingueva.

Non voglio prendermi particolari meriti, ma di uno vado orgoglioso: tutti i ragazzi, dai più giovani a quelli esperti, mi seguono alla lettera.

Prendi uno come Regolanti.

Giuliano è uno che in carriera ha fatto categorie decisamente più importanti di questa, ma se decido di farlo partire dalla panchina, lui è il primo che incita i propri compagni e poi magari entra e ti spacca la partita.

È in casi come questo che capisci che si è creata davvero un’alchimia importante nello spogliatoio”.

I primi mesi del campionato hanno trasmesso un’immagine di grande compattezza da parte vostra.

C’è un giocatore a cui possiamo tributare un elogio particolare per quanto fatto nei primi tre mesi e mezzo?

“Non amo parlare dei singoli perché si è creata una grande unione d’intenti tra i ragazzi, però non posso non citare Gamboni e so che, se lo faccio, tutto il gruppo sarà d’accordo con me.

Tommaso è il valore aggiunto nello spogliatoio.

Anche se gioca meno rispetto al passato, lui resta un calciatore stellare.

Ne posso parlare con cognizione di causa perché è stato anche mio compagno di squadra e so perfettamente cosa rappresenti questo club per gente come lui e come Simone Rizzaro che portano sempre alta la nostra bandiera.

Del resto, si sa che le società non sono tutte uguali e l’Anzio ti entra nel sangue.

Mi piace citare Alessandro De Falco, con cui si è fatta la scelta di separarci qualche giorno fa e che all’interno dello spogliatoio ha detto parole da brividi, bellissime, l’ultima volta che è stato con noi…”.  

Secondo te, l’Eccellenza sta tornando il campionato che ci fece sognare qualche anno fa o il livello è ancora distante rispetto ai vecchi tempi?

“Secondo me, è un campionato interessante ed equilibrato.

Credo che sia sbagliato fare raffronti con il passato, dal momento che le metodologie sono cambiate e adesso si lavora in modo diverso rispetto a quando giocavo io.

Non possiamo nasconderci, è un calcio diverso.

A differenza di quando ero calciatore, penso sia molto cresciuta la qualità degli allenamenti.

Al giorno d’oggi si propongono cose che ai miei tempi ci sognavamo”.

Non dirmi che ti è tornata la voglia di indossare gli scarpini….

“Beh, quello no, però ogni tanto qualche sfida sulle punizioni a chi prende il maggior numero di volte la traversa me la concedo ancora e la vinco pure.

Ultimamente ho battuto Regolanti e lui ha anche “rosicato” un po’ (ride)…”.

Il vostro mercato è chiuso o dobbiamo attenderci qualche ulteriore sorpresa da parte di Guido Zenga?

“Con il direttore sono sempre in contatto, lo stimolo costantemente.

Non so se il nostro mercato si possa considerare chiuso.

Avendo un patron vulcanico come Franco Rizzaro, sono certo che, se si presentasse l’occasione giusta per migliorare la rosa, non si tirerebbe di certo indietro”.

Ad inizio stagione tutti pensavano che ad esercitare un dominio incontrastato nel girone sarebbe stata l’UniPomezia, mentre a voi e ad altre squadre veniva assegnato un ruolo da comprimari.

Cosa deve insegnarci lo scenario attuale?

“Secondo me, l’Unipomezia rimane la squadra più attrezzata a livello di rosa, ma il campo sta dimostrando altre cose.

Io sono sempre stato dell’avviso che le squadre si allestiscano basandosi sui valori umani e soprattutto sulla fame dei calciatori.

Prendete Damiani.

Luca era reduce da un periodo difficile ad Anagni e da tempo non trovava spazio.

Ho spinto Guido Zenga a prenderlo e lui è venuto qui animato da una voglia incredibile.

Questi sono i classici dettagli che fanno la differenza”.

Ormai non potete più nascondervi, l’obiettivo è tornare in Serie D.

Civitavecchia a parte, da quali avversarie dovrete guardarvi nella seconda parte del campionato?

“Al di là del Civitavecchia, credo che l’altra rivale da cui dobbiamo guardarci sia la W3 Maccarese.

Loro sono una squadra organizzata e ben allenata e sono ripartiti come noi da uno zoccolo duro costruito nel tempo, quindi sotto certi aspetti ci somigliamo.

L’UniPomezia è distante, ma ha certamente nelle corde la capacità di centrare una serie di vittorie consecutive nei prossimi mesi.

Occhio poi ad outsider pericolose come il Centro Sportivo Primavera, l’Aureliantica Aurelio e lo stesso Quarto Municipio che affronteremo tra tre giorni”.

La squadra di Lo Monaco attraversa un grande momento di condizione.

Che gara ti aspetti venerdì prossimo?

“Già da ieri siamo completamente concentrati sul match contro di loro.

Ho visto numerose immagini delle loro partite e sarà una sfida da prendere con le molle.

Il Quarto Municipio è sicuramente una formazione arrembante, che ha fame, voglia e gamba e che propone un calcio offensivo e di qualità.

Li rispettiamo molto”.

Mario, quale augurio ti senti di rivolgere ai tifosi dell’Anzio e qual è la tua personale speranza per il 2023?

“Vorrei fare un appello alla vecchia guardia, affinché torni a sostenere in casa ed in trasferta la squadra come ai tempi in cui giocavo.

Questo è davvero l’ultimo tassello che ci manca per ambire a grandi traguardi.

Godere del sostegno della tua gente, di una tifoseria organizzata sugli spalti, potrebbe davvero far pendere a nostro vantaggio l’ago della bilancia.

Quanto a me, da uomo ambizioso quale sono, mi auguro di riportare l’Anzio dove l’avevo lasciato da giocatore al termine della stagione 2015/16…”.