A cura di Roberto Matrisciano
Promozione Girone A
Un passato importante come quello vissuto da Carlo Cotroneo, da calciatore in primis, e da allenatore poi, richiamerà sicuramente l’attenzione dei suoi giocatori, non indifferenti al passato da professionista del loro mister.
Ma quello che forse più colpisce di lui, giocatori e addetti ai lavori compresi, è la sana voglia di insegnare ai ragazzi quali sono i veri valori del calcio, quelli con cui lui è cresciuto e che strada facendo non ha più ritrovato, in un mondo, quello del nostro amato pallone, che per tanto, forse troppo tempo, non si è più sentito suo.
In realtà l’amore per questo sport non è mai svanito del tutto, ma solo momentaneamente messo da parte, ed è bastata una scintilla per ritrovare quell’entusiasmo di allenare, di guidare una squadra, ma soprattutto di insegnare calcio. Il Città di Cerveteri rappresenta il presente, ma simboleggia anche quell’energia ed entusiasmo ritrovati, doti, oltre a quelle tecniche, che da giocatore gli hanno permesso di raggiungere grandi traguardi.
Eccola l’intervista completa rilasciata alla nostra redazione dall’attuale tecnico del Città di Cerveteri.
Buongiorno, mister.
Partiamo dal presente e da questo magnifico momento che state vivendo.
Cinque vittorie consecutive non si conquistano per caso, dunque, cosa è cambiato rispetto alla prima parte di stagione ?
” Quando sono arrivato iniziammo molto bene ottenendo subito due vittorie, ma poi non siamo riusciti a dare continuità.
Io credo che la vera svolta è stata nel cambio di mentalità.
Al mio arrivo ho trovato un ambiente che si accontentava e si adagiava troppo dopo una singola vittoria, ci si rilassava e non si riusciva a dare seguito ad una buona prestazione.
Piano piano siamo migliorati sotto questo aspetto, e lo dimostra la disponibilità e la concentrazione dei ragazzi durante la settimana ed il fatto che ci alleniamo una volta in più rispetto all’inizio.
Forse è stata anche colpa mia, perché nel primo periodo il martedì ed il mercoledì non potevo seguire la squadra da vicino perché ero impegnato a Coverciano, ma ora che sono completamente disponibile cerco di trasmettere ai ragazzi tutto quello che ho appreso nel mio passato “.
Domenica avete portato a casa un risultato di prestigio battendo la capolista Compagnia Portuale.
Qual è stato l’aspetto determinante della gara ?
” Siamo stati bravi a limitarli, per quanto è stato possibile.
Siamo stati in grado di soffrire quando hanno accelerato e siamo stati abili a sfruttare le nostre ripartenze, mostrando anche grande intensità.
Abbiamo battuto una grande squadra, in una gara in cui entrambe hanno cercato fino all’ultimo la via del gol, e questo aspetto mi è piaciuto davvero tanto, perché non sempre si assistono a gare così combattute e giocate per vincere sino alla fine.
Ma la cosa che mi ha soddisfatto di più è stata la gestione della gara e devo dire che siamo cresciuti molto in questo particolare “.
Lei alle spalle ha un passato importante da calciatore, con esperienze alla Lodigiani, al Catanzaro, al Baracca Lugo e al Barletta.
Da allenatore invece ha guidato Albalonga e Cecchina in Eccellenza e Ostia Antica in Promozione, prima di allontanarsi dal calcio per qualche anno.
Cosa lo ha convinto a ritornare su una panchina ?
” Avevo deciso di smettere perché questo calcio non era più come lo avevo lasciato da calciatore, c’erano e naturalmente anche tutt’ora ci sono cose che non assomigliano alla mia idea di fare calcio.
Ormai si bada solo al risultato finale, non importa come ci si arriva.
A me piace insegnare i valori dello sport, e cercare di trasferire tutto ciò ai miei giocatori è il mio obiettivo principale.
L’agonismo, la voglia di vincere e di superarsi, sono tutti fattori primari in una competizione, ma non si deve trascurare il modo in cui bisogna far capire questi concetti ai ragazzi che praticano sport.
Mi sono rimesso in corsa per l’amore che provo per il calcio, con l’idea di riportare le mie idee in una società.
Ringrazio alcuni amici che lo scorso anno mi coinvolsero in un progetto con una squadra di 2^ Categoria, il Montasola.
Alla fine abbiamo vinto il campionato, con una seconda parte di stagione trionfale e non nascondo che l’entusiasmo di rimettermi in gioco è stato grande “.
Domenica abbiamo assistito ad una bella scena, con i tifosi ospiti della CPC che hanno voluto ricordare con uno striscione Daniele Bruni, il vostro portiere, scomparso drammaticamente poco prima del suo arrivo sulla panchina etrusca.
In questi casi, come fa un gruppo a ricompattarsi e superare lo shock di una perdita così drammatica?
” La società ha accusato molto questo triste evento.
Non lo conoscevo di persona, ma da quello che mi hanno riferito, Daniele era un ragazzo davvero speciale, alla quale tutti erano molto legati.
Quando succedono queste cose è difficile spiegare, perché rimani totalmente spiazzato e incredulo.
Quando sono arrivato il fatto era già successo da un paio di settimane, e nei ragazzi si era affacciata quella consapevolezza dell’evento che piano piano ti fa ricominciare, anche se metabolizzare certe situazioni è sempre complicato.
Loro ogni tanto lo ricordano, ed è bello questo perché significa che vogliono onorare sempre la sua memoria “
Facciamo di nuovo un salto nel presente, ma allo stesso tempo anche nel futuro.
Alla luce dei recenti risultati, dove può arrivare questa squadra ?
” Sono una persona diretta, e quando arrivai dissi che quando accetto di allenare una squadra non mi interessa la categoria o la posizione di classifica da ereditare, penso solamente ad allenare i ragazzi, collegandomi al discorso che le facevo in precedenza.
Non posso prevedere dove arriveremo, ma l’entusiasmo nel gruppo è elevato e cercheremo di cavalcare l’onda.
Io gioco per vincere in ogni gara, non escludo nulla.
Dico ai ragazzi di provare sempre a vincerle tutte, magari non accadrà ma sicuramente questo concetto motiva i ragazzi a provarci sempre fino alla fine .
Ho a disposizione un gruppo consapevole e per nulla presuntuoso, e sono affiancato da una società coerente e pacata, dunque gli ingredienti per fare ancora meglio ci sono tutti “.
Se le dico che le prossime tre gare sembrano alla vostra portata, perfette per spiccare il volo, lei cosa mi risponde ?
” Ogni partita nasconde le sue insidie, non guardo il calendario.
Ad esempio Domenica a Tarquinia avremmo problemi di formazione, visto che ho tre squalificati e un infortunio serio da gestire.
Ripeto, giochiamo sempre per vincere e a fine stagione tireremo le somme “.
E Carlo Cotroneo, ora che si è rimesso in gioco, che obiettivi ha per il suo futuro ?
Riuscirà a portare il Cerveteri nel calcio che questa piazza merita ?
” Cerveteri è una piazza che ha bisogno di entusiasmo e che a mio avviso non vale solo l’Eccellenza, ma la Serie D.
Ha uno stadio da categorie superiori ed un pubblico che riempirebbe gli spalti in massa ogni Domenica.
È chiaro che per arrivarci servirebbero degli investimenti importanti, questo è fuori dubbio.
Per quanto mi riguarda, ora ho voglia di migliorarmi e rimettermi in gioco e ringrazio la società per l’opportunità.
Quello che la vita mi offre prendo.
Fin da quando ero un calciatore non ho mai avuto delle pretese clamorose, anche se riconosco di essere una persona ambiziosa, altrimenti non sarei riuscito a fare la carriera che ho fatto.
La cosa che mi rende più orgoglioso è comunque quella di aver conquistato tutto da solo, ho agito sempre senza procuratore “.
Scommetto che il riferimento non è assolutamente casuale, e rientra nelle cose che non le piacciono del calcio moderno…
“ Esatto, certe cose non mi sono mai andate a genio, io andavo a trattare da solo con i Presidenti.
Ma ormai queste situazioni fanno parte del calcio attuale in pianta stabile e bisogna comunque saperle accettare “.