Dal tiki-taka al diritto, Le Rose si gode il suo momento: “Monterotondo? Piazza stupenda. E che emozione quel gol domenica…”

Dal tiki-taka al diritto, Le Rose si gode il suo momento: “Monterotondo? Piazza stupenda. E che emozione quel gol domenica…”

A cura di Andrea Dirix – dirix.andrea@libero.it

 

 

Non è cosa frequente che un calciatore, reduce da un periodo di forzata inattività, una volta approdato in una realtà completamente nuova abbia fin da subito un impatto così fragoroso sulle sorti della sua nuova squadra.

Ludovico Le Rose questa fortuna se l’è meritata anche perchè veniva da mesi difficili.

Il talentuoso centrocampista romano, reduce da un positivo biennio con la maglia del Fregene, era presto finito ai margini del progetto-SFF Atletico e, dopo il fallimento di un paio di trattative con società di Serie D, era stato costretto ad allenarsi da solo in attesa di nuove avventure calcistiche.

La chiamata buona è giunta un paio di settimane fa da Monterotondo, una piazza intrisa di storia calcistica, dove ad attenderlo ha trovato un tecnico che già aveva avuto modo di apprezzarlo in passato ed una squadra dal buon talento complessivo che, dal suo arrivo, ha immediatamente centrato due successi di prestigio.

Da qui parte la nostra chiacchierata con il ventenne centrocampista gialloblu, Top Player di Eccellenza della scorsa settimana per i lettori del nostro sito.

 

Ludovico, dal tuo arrivo l’Eretum Monterotondo ha cambiato letteralmente marcia…

“Ovviamente il merito non è soltanto mio, ma di tutte le componenti.

Diciamo che le cose stanno andando molto bene.

Qui ho trovato l’ambiente ideale per quella che era la mia situazione specifica.

Questa è una piazza che merita un grande rispetto per la tradizione calcistica che ha alle spalle e che dovrebbe militare nelle categorie superiori.

Fin dal primo istante, tutti mi hanno accolto benissimo ed ho trovato una squadra molto forte ed uno staff veramente professionale.

Colgo l’occasione per ringraziare il club che ha compiuto sforzi economici non indifferenti per prendermi”.

Al tuo esordio avete espugnato Forano e tu sei stato subito tra i migliori, la settimana successiva invece una tua rete vi ha regalato il successo nel derby.

Te la senti di rivivere mentalmente il tuo gol di domenica?

“Palmerini ha condotto una ripartenza sulla destra e poi ha messo la palla a rimorchio.

Ad accompagnare eravamo in tre ed io ero l’ultimo della fila, ma il destino ha voluto che il pallone arrivasse proprio a me ed ho tirato forte.

E’ andata bene”.

ludovico-le-rose

Cosa hai provato quando hai visto il pallone in fondo al sacco?

“E’ stato bellissimo.

Ho provato una gioia ed una felicità immensa per la nostra gente, per la squadra e per il mister.

Una gioia che dedico alla mia famiglia ed a Giulia, la mia ragazza”.

 

Una gioia che ti ripaga anche dei momenti bui dei mesi scorsi, immagino…

“Sì, non è stato facile.

Avevo ricevuto offerte dalla D ma, per un motivo o per l’altro, la mia ex società le ha respinte tutte al mittente, così sono stato costretto a restare vincolato ad un club di cui non avevo condiviso il progetto e nel quale non c’era spazio per me.

Ciò mi ha costretto ad allenarmi privatamente in questo periodo”.

Non è la prima che il calcio mette alla prova la tua passione.

“Quando ero piccolo, per me il calcio era davvero tutto.

Poi però nel tempo ho conosciuto la sua faccia più brutta e di delusioni ne ho vissute parecchie.

Questo mi ha fatto comprendere che non dovevo più metterlo al centro del mio mondo, anche se il sogno resta sempre lo stesso: arrivare a giocare in Serie A.

So benissimo che sarà molto difficile, per non dire utopistico, e che anche la fortuna gioca un ruolo nella vita di un ragazzo che ha il mio stesso obiettivo, ma ci proverò fino in fondo”.

E se non dovessi riuscire a vivere di calcio?

“Valuterò altre strade.

Intanto studio Giurisprudenza perchè può darmi più di uno sbocco lavorativo.

Voglio laurearmi e mettere a frutto gli studi compiuti nel corso del tempo, poi vedremo…”.

Domenica scorsa, mentre tu determinavi la gara del Cecconi, il tuo ex mentore Paolo Caputo incassava una sonora sconfitta contro la capolista.

Come hai preso la notizia delle sue dimissioni dal Civitavecchia dopo una sola partita?

PAOLO CAPUTO ALLENATORE FREGENE
Paolo Caputo

“Il mister era e rimane un maestro di calcio.

Insieme a Marsella, che ho avuto a Frosinone, è stato certamente il tecnico con cui mi sono trovato meglio.

La mia opinione è che probabilmente per lui non era il momento più adatto per affrontare questa avventura.

Il lavoro di mister Caputo ha bisogno di tempo per dare i suoi frutti ed a Civitavecchia forse non ne avevano.

Mi dispiace molto perchè è un allenatore con il quale condivido pienamente la filosofia calcistica”.

Spiegati meglio.

“Io sono per il modello spagnolo.

Amo il calcio fatto di possesso-palla rapido, massimo a due tocchi, con costruzione del gioco direttamente dalla linea difensiva.

Nel nostro Paese questa concezione non ha attecchito molto.

Qui non si cura molto la crescita di un calciatore sotto l’aspetto tecnico, ma si prendono in esame altri aspetti che non possono prescindere dal risultato.

Hai vinto?

Allora il tuo lavoro è buono a prescindere.

Io non la vedo così.

Io sono per il tiki-taka e per quelli che puntano sulla valorizzazione del talento”.

Tu sei il perno centrale della squadra.

Hai sempre ricoperto quel ruolo?

“Quando ero piccolo, mi mettevano davanti perchè ero rapido e sgusciante.

All’età di undici anni, quando ero nelle giovanili della Lazio, mister Marco Pizzoni mi ha spostato a centrocampo e devo dire che mi sono trovato subito bene.

Nel tempo poi mi hanno spesso modificato la posizione: chi mi ha schierato trequartista, chi esterno.

Da quando gioco nelle prime squadre, però il mio ruolo è sempre stato quello del regista”.

Cosa cambia nel giocare venti metri dietro o avanti?

“Cambia tutto e non cambia nulla.

Dipende solo dall’interpretazione che dai del ruolo.

Ovviamente se sei più vicino alla tua porta, la cosa comporta anche dei rischi e devi giocare semplice.

Il bello però è che hai anche più campo davanti a te e puoi valutare pienamente il gioco.

Per me comunque uno bravo può ricoprire entrambi i ruoli.

Il top?

Facile: Xavi e Iniesta”.

A breve il tuo periodo da under sarà finito.

Non ti trasmette un filo d’ansia il futuro?

“Non vorrei passare per sfrontato o arrogante, però rispondo che no, non ho ansia né paura.

Quando non sarò più in età di lega, spero di compiere un salto importante”.

Paolo Malizia a Monterotondo è praticamente un totem.

Com’è stato il primo approccio con lui?

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Paolo Malizia

“Eccellente sotto tutti i punti di vista.

Mi ha fatto capire che ama la qualità del gioco e siamo sullo stesso piano di pensiero.

So che il mister è considerato un’istituzione calcistica in città e spero di ripagarlo per la fiducia che sta riponendo in me”.

Che idea ti sei fatto del campionato in corso?

“Penso che lo SFF Atletico sia favorito, anche se dovrà giocarsela fino alla fine con Valle del Tevere e Cre.Cas., due buonissime squadre”.

E l’Eretum Monterotondo?

“L’obiettivo della società è quello di centrare una tranquilla salvezza, però la qualità della squadra per me può portarci ad un campionato più significativo.

Ho la sensazione che faremo una grande rimonta in classifica e che finiremo tra il quinto ed il sesto posto, anche se la spensieratezza mi porta a pensare che potremmo fare anche meglio…”.

Domenica andrete a Poggio Mirteto, campo notoriamente difficile.

“Probabilmente il campo in terra non ci permetterà di fare il nostro gioco al meglio, però è anche vero che proprio su quel tipo di terreni di gioco emergono i giocatori di qualità.

Mi aspetto una gara combattuta, spigolosa.

Noi affronteremo La Sabina con l’obiettivo di proseguire il nostro buon momento”.

Un momento che, a corollario dei due successi consecutivi, ti ha portato anche a vincere il sondaggio sul nostro sito.

“Mi ha fatto molto piacere e personalmente non posso che ringraziare tutti coloro che mi hanno votato.

Spero sia solo l’inizio”.

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Carlo Alessandri

Questa settimana è in lizza un tuo compagno di squadra: quel Carlo Alessandri che domenica si è concesso il lusso di parare un calcio di rigore nel derby.

Te la senti di fargli uno spot?

 

“Votate Carlo perchè non è solamente un portiere fantastico, ma per noi è un vero trascinatore, in campo e fuori.

Lui è veramente il cuore della squadra e domenica ci teneva tantissimo a vincere.

Votatelo e non sbaglierete di certo (sorride)…”.