DI FIANDRA: “DIFFICILE AGGANCIARE IL NETTUNO, ORA PENSIAMO AI PLAY OFF E POI VEDREMO…”

DI FIANDRA: “DIFFICILE AGGANCIARE IL NETTUNO, ORA PENSIAMO AI PLAY OFF E POI VEDREMO…”

Il gol è sempre stato il suo marchio di fabbrica, quasi la sua ragion d’essere e puntualmente lo sta dimostrando anche in questa stagione che il destino lo ha relegato in un torneo dallo spessore minore di quello che uno dal suo pedigree meriterebbe.

Ciro Di Fiandra non ha neppure ventinove anni, ma da un buon decennio è una delle punte più prolifiche del nostro calcio.

Salvo poche escursioni, ha sempre legato la sua carriera a Fiumicino.

Con la città ed i suoi abitanti ha sempre avuto un rapporto speciale e, dopo aver gonfiato più volte le reti del Desideri, ora fa altrettanto con quelle del Cetorelli.

Dei trascorsi nel Fiumicino, del presente nel Città di Fiumicino, di sogni ed ambizioni abbiamo parlato con lui che ieri ha raggiunto venti reti in campionato, confermandosi sempre più indiscusso re dei bomber del Girone A di Promozione con una media-gol pazzesca di un centro ogni 81 minuti giocati.

 

Di Fiandra, con la tripletta al Borghetto dei Pescatori è già arrivato a quota venti.

“Quella di ieri è stata la seconda tripletta stagionale.

E’ un buon bottino, considerando che ho saltato cinque partite dall’inizio del torneo.

Speriamo di farne ancora tante altre, visto che mancano ancora undici partite al termine della stagione regolare”.

Nelle ultime due partite avete recuperato sei punti al Focene e quattro al Nettuno capolista, agganciando l’Almas al terzo posto.

Concretamente parlando, qual è l’obiettivo del Città di Fiumicino?

“Siamo partiti puntando al successo finale, inutile nasconderlo.

Purtroppo abbiamo accusato una flessione, non di gioco ma di risultati, tra la prima e la quarta giornata di ritorno e questo ci è costato qualche punto.

Ora il nostro obiettivo è raggiungere i play-off, giocando partita per partita”.

E’ davvero impossibile rimontare il Nettuno?

“Nel calcio non si sa mai, però sette punti di distacco ad undici giornate dal termine sono un buon margine per loro.

Purtroppo lo scontro diretto lo abbiamo già disputato e perso, altrimenti avremmo qualche speranza in più di recuperare.

Questo è un campionato molto difficile, dove anche le squadre in fondo alla classifica possono creare problemi alle altre”.

Lei ha sempre segnato valanghe di gol.

Non si sente un po’ ridimensionato in Promozione?

“Anni fa non avrei mai pensato di scendere in Promozione a soli ventotto anni.

Dieci mesi fa, però, ho avuto una grande possibilità a livello lavorativo e, facendo una valutazione a 360°, ho deciso di accettarla.

Ora sono molto più tranquillo, sto molto meglio.

Ora come ora nel calcio non sai mai come possa finire una stagione.

Spesso ti promettono rimborsi, ma poi i club non rispettano gli impegni presi.

Ho preferito puntare sulla serenità lavorativa”.

Immagino segua ancora l’Eccellenza.

Che idea si è fatto dei due gironi?

“Nel Girone A trovo strano che una squadra come la Viterbese Castrense, che per organico dovrebbe avere almeno sei o sette punti di vantaggio sul Rieti, non riesca a spaccare il campionato.

Credo ci siano stati dei problemi a livello societario.

Penso però che alla fine saranno loro a vincere, anche grazie all’arrivo di Attilio Gregori.

Ho avuto il mister per una stagione ad Ostia e, pur avendo giocato poco, lo reputo uno dei migliori allenatori che abbia mai avuto”.

Nel Girone B la Lupa Castelli Romani sta esercitando un indiscusso dominio.

Le chiedo: troppo superiori i frascatani o la loro è una superiorità agevolata da un livello che si è andato abbassando negli anni in categoria?

“Credo che la verità sia nel mezzo, anche se il loro organico è nettamente superiore agli altri.

Parlando di livello complessivo, la mia opinione è che nei prossimi anni questo possa rialzarsi grazie alla riforma dei campionati in Lega Pro che porterà numerosi calciatori a scendere nelle categorie dilettantistiche”.

Lei raramente si è allontanato da Fiumicino nella sua carriera calcistica.

Da dove nasce questo legame viscerale?

“A Fiumicino sono cresciuto.

Qui sto bene, non mi manca nulla.

La gente viene sempre al campo e quando ti incontra al bar o in pizzeria ti ferma e magari ti fa i complimenti per un gol o per una prestazione.

E’ uno dei posti migliori per fare calcio, a mio avviso”.

Eppure, Fiumicino fatica a tornare sui livelli di un paio di decenni fa…

“Ogni anno se ne sentono dire tante…

Qui di passione ce n’è molta.

A volte, vado a vedere la Lupa Roma al Desideri ed incontro molta gente di Fiumicino.

La speranza è che qualcuno riporti in alto il nome del club.

Magari l’anno prossimo il presidente Cerrai cambierà nome alla società e la chiamerà Fiumicino…

Questo potrebbe riavvicinare tante persone allo stadio”.

Cosa significa il Desideri per lei?

“E’ un qualcosa di speciale, quasi di magico.

L’emozione che ti dà giocare su quel campo la trovi difficilmente altrove.

La “Bombonera” è la “Bombonera” (ride)…”.

Parlando di obiettivi, lei quale si pone per quest’anno?

“Sicuramente voglio continuare a segnare più gol possibili e da questo punto di vista mi rode da matti aver dovuto saltare cinque partite.

Gol a parte, voglio portare almeno una parte di Fiumicino in Eccellenza e sono curioso di vedere cosa potrebbe fare questa squadra con qualche innesto.

A detta di molti osservatori, siamo tra le poche squadre a giocare realmente al calcio.

Merito di mister Scudieri, un tecnico davvero preparato ed in gamba”.